Quella che è comunemente conosciuta come la fanciulla di Anzio e simbolo della bella cittadina rivierasca,
è una statua di epoca ellenistica rinvenuta il 23 dicembre 1878 a seguito di una frana presso l'Arco Muto, fra le rovine della Villa di Nerone.
Formata di due blocchi di marmo, è alta m 1,70 e riproduce una giovinetta nell’atto di incedere, vestita di chitone e himàtion; con la mano sinistra regge un piatto offertuale, sul quale sono rappresentati una benda di lana arrotolata, un ramo di alloro piegato ed una piccola zampa anteriore di leone. Si tratta di tutti elementi votivi, onde la comune identificazione della fanciulla con una sacerdotessa o, comunque, con un personaggio collegato ad un rituale di culto. Databile intorno alla metà del III sec. a. C., fu realizzata probabilmente nel cerchiodegli artisti seguaci di Lisippo; oggi è conservata al Museo di Palazzo Massimo alle Terme in Roma.
Nel 1909 fu acquistata dallo Stato italiano . Il 29 dicembre del 1887, un’ennesima mareggiata mise in luce una seconda nicchia, posta a sud est della prima, con all’interno un’altra statua. Anche in questo caso la proprietà fu attribuita alla famiglia Aldobrandini e la statua fu collocata nell’androne di villa Sarsina, a far (provvisoriamente) coppia con la Fanciulla d’Anzio. Oggi essa risulta dispersa; chi ebbe occasione di vederla a villa Sarsina, la descrive come una Artemide, copia romana di un modello greco del V secolo a. C.