La preghiera di Mario, una poesia tratta da "Tramonto e petali di rose" 1991 di Mario Bordi (1915-2005)
Signore,
ti ringrazio di tenermi ancora in vita,
di avermi dato una meravigliosa famiglia,
di avermi circondato di tanta gente
che mi vuole bene.
Ti chiedo perdono
per tutti gli errori che ho commesso,
che sto commettendo
e che commetterò.
Non sono un santo e neppure un eroe;
sono soltanto Mario,
piccolo e debole.
Nel mio tramonto ho incontrato
la donna del mio cuore.
Il mio amore ha superato
I limiti umani ed io non so
concepire un mondo senza di lei.
Il senso logico delle cose
ormai è annullato.
Signore,
so che anche questo è un errore,
ma io non avrò mai la forza
di separarmi da lei.
Perdonami,
che cosa posso fare ?
Niente, è tardi.
Ho solo voglia di piangere.
La sola cosa giusta
che posso fare
è quella di affidarmi alla tua bontà.
Per tutta la vita Mario è stato un uomo forte, vigoroso fisicamente, tanto da eccellere nel pugilato; ufficiale in tempo di guerra, dotato di una cultura classica maturata grazie agli studi universitari in lettere, è stato intraprendente professionalmente, esercitando prima l'attività di fotografo in un negozio al quartiere Flaminio e gestendo poi per anni una propria autoscuola in via degli Scipioni. Nonostante un brutto investimento stradale che gli causò un frattura al bacino ed al femore, costringendolo al letto per più di un anno, "il professore", come lo chiamavano a piazzale Clodio, ha ripreso l'attività di istruttore automobilistico, teorico e pratico, presso varie autoscuole. Tra le sue attività lavorative è rimarcabile quella svolta in un grande negozio di giocattoli. Vivace ed energico, capace di mille lavori manuali e cuoco famoso in tutto il quartiere, è sempre stato in grado di gestire una conversazione con personaggi importanti in ogni branca. Originale e fantasioso, sapeva sciorinare a memoria brani interi tratti da capolavori letterari ma anche incantarti con barzellette pruriginose. Amante di tutti i giochi, con predilezione per il mondo dei cavalli, fu geniale anche nel passatempo della sua vecchiaia, il lotto, scrivendo in materia di numeri ed estrazioni un opuscolo particolarmente apprezzato. Con lui era impossibile annoiarsi neppure quando la vecchiaia gli stava minando una personalità straordinariamente ricca e variegata. Tra i suoi passatempi preferiti, la raccolta delle telline al mare e la raccolta della cicoria in campagna.
In questa poesia emerge integra la sua fede cristiana, che accosta con cauto pudore all'amore che ha incontrato nella tarda età (al tramonto). Umile e grato, si avvicina con straordinaria confidenza al Signore, mostrando una purezza d'animo invidiabile, che gli permette di ricondurre, con semplice candore e convinta fiducia, ogni suo comportamento alla immensa bontà divina.