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Home Amici poeti 21 marzo, ingresso della primavera e Giornata mondiale della poesia

21 marzo, ingresso della primavera e Giornata mondiale della poesia

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La preghiera di Mario, una poesia tratta da "Tramonto e petali di rose"  1991 di Mario  Bordi (1915-2005)

 

 

 

 

 

 

Signore,

ti ringrazio di tenermi ancora in vita,

di avermi dato una meravigliosa famiglia,

di avermi circondato di tanta gente

che mi vuole bene.

Ti chiedo perdono

per tutti gli errori che ho commesso,

che sto commettendo

e che commetterò.

Non sono un santo e neppure un eroe;

sono soltanto Mario,

piccolo e debole.

Nel mio tramonto ho incontrato

la donna del mio cuore.

Il mio amore ha superato

I limiti umani ed io non so

concepire un mondo senza di lei.

Il senso logico delle cose

ormai è annullato.

Signore,

so che anche questo è un errore,

ma io non avrò mai la forza

di separarmi da lei.

Perdonami,

che cosa posso fare ?

Niente, è tardi.

Ho solo voglia di piangere.

La sola cosa giusta

che posso fare

è quella di affidarmi alla tua bontà.

 

Per tutta la vita Mario è stato un uomo forte, vigoroso fisicamente, tanto da eccellere nel pugilato; ufficiale in tempo di guerra, dotato di una cultura classica maturata grazie agli studi universitari in lettere, è stato intraprendente professionalmente, esercitando prima l'attività di fotografo in un negozio al quartiere Flaminio e gestendo poi per anni una propria autoscuola in via degli Scipioni. Nonostante un brutto investimento stradale che gli causò un frattura al bacino ed al femore, costringendolo al letto per più di un anno, "il professore", come lo chiamavano a piazzale Clodio, ha ripreso l'attività di istruttore automobilistico, teorico e pratico, presso varie autoscuole. Tra le sue attività lavorative è rimarcabile quella svolta in un grande negozio di giocattoli. Vivace ed energico, capace di mille lavori manuali e cuoco famoso in tutto il quartiere, è sempre stato in grado di gestire una conversazione con personaggi importanti in ogni branca. Originale e fantasioso, sapeva sciorinare a memoria brani interi tratti da capolavori letterari ma anche incantarti con barzellette pruriginose. Amante di tutti i giochi, con predilezione per il mondo dei cavalli, fu geniale anche nel  passatempo della sua vecchiaia, il lotto, scrivendo in materia di numeri ed estrazioni un opuscolo particolarmente apprezzato. Con lui era impossibile annoiarsi neppure quando la vecchiaia gli stava minando una personalità straordinariamente ricca e variegata. Tra i suoi passatempi preferiti, la raccolta delle telline al  mare e la raccolta della cicoria in campagna.

In questa poesia emerge integra la sua fede cristiana, che accosta con cauto pudore all'amore che ha incontrato nella tarda età (al tramonto). Umile e grato, si avvicina con straordinaria confidenza al Signore, mostrando una purezza d'animo invidiabile, che gli permette di ricondurre, con semplice candore e  convinta fiducia, ogni suo comportamento alla immensa bontà divina.

 

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