Istituita dall'Unesco nel 1999, si celebra il 21 marzo, il primo giorno di Primavera, nella convinzione che la poesia sia in grado di andare oltre i confini, le lingue e le differenze, portando con sé un ideale di bellezza che diventa globale.
LA LUNA DEL RACCOLTO di Silvia Bordi*
Di notte Roma respira, si asciuga il sudore sulla fronte.
I nostri piedi sono per lei il suono della goccia che cade dal rubinetto.
Plic.
Raggiunge il lavandino.
Roma riprende fiato ed io non mi arresto, l’attraverso, io goccia.
Plic.
Lei solleva la testa, la mente lucida e limpida accoglie la mia ombra.
Sul ponte che costruì Adriano io schiudo le labbra e parlo, prego angeli di marmo.
La mia città mi attende e sempre mi aspetto che qualcosa attenda da me, non altro che il mio riflesso nell’occhio di Pietro, stretto alle sue pagine sacre.
Immortali immoti mi parlano, bisbiglia la loro conoscenza dell’universo ora che la voce delle folle è precipitata nel fiume.
Il grande carro atterra sul ponte carico di parole, lo segue con lo sguardo l’arcangelo Michele dalla cima mentre ripone nel fodero la sua spada: ha appena ucciso il drago.
Sui sanpietrini dove caddero teste d’esercito insistono i miei passi, tu guardami le spalle.
Vedi bene, amico mio, che Castel Sant’Angelo non è solo il sepolcro d’un imperatore, né prigione di urla umane, ma scrigno di magia e segreti, forziere alato di fuochi d’artificio.
Non ci fermeremo qui.
Sotto la luna del raccolto
Plic.
SEI BELLA COME SEI,
SE SEI COME DICO IO.
Lo smacco alla mia bellezza,
l’oltraggio alla mia intelligenza:
le linee,
da dove nascono
fin dove si esauriscono.
Colpa di un mutamento
o genetico scherzo.
Io sono tutte le donne
con questo o un altro difetto,
piegate sul proprio crimine.
Sono la donna che vedete,
nata da una conchiglia di carne e acque di sangue
con un grido libero
di parole alate.
IL BICCHIERE MEZZO PIENO
Ammettiamo che il bicchiere sia mezzo pieno,
sarà anche mezzo vuoto.
Nella prima metà affogo,
nella seconda muoio di sete.
Nella prima sta il segreto del tesoro sepolto,
custodito dalle sirene.
Nella seconda soffia il respiro di chi vi posa le labbra.
Sul fondo, al posto della croce, sta l’ancora del relitto.
Sul pelo dell’acqua s’affaccia la vita della farfalla che vi si specchia.
Nell’acqua posso ancora nuotare,
nell’aria riemergere,
respirare.
BREXIT
Anche stasera parla l’Union Jack nel suo moto costante, nel ritmo dei drappi variopinti che si rivelano e si ritirano a seconda del vento: ora guardano a ponente, ora a levante, coordinate e perfette come ballerine con indosso i costumi della prima.
Dinnanzi ai vetri del Parlamento Europeo che ora riflettono la notte, vivono dello stesso respiro i vessilli alla luce delle lanterne.
Come ogni notte e ogni giorno, la bandiera della Gran Bretagna si muove.
Tace Bruxelles.
Bandiera fra le bandiere si fa più alta giacché stasera c’è così tanta gente a rimirarla!
Non estranea agli sguardi né tanto meno ai flash, alza fiera il capo e ancora si muove.
Si muove.
Il sole è precipitato e così anche la temperatura, teste e lampi istantanei son tutti rivolti a lei:
un’ala blu, rossa e bianca che ignora il futuro e la superbia umana, ma di umano conosce solo l’unione e la speranza.
D’un tratto qualcuno la tira giù dal basso, le tira i capelli e l’abito scintillante e giù lei cade, sempre più in basso come chi non sa volare.
Dopo la vita e la morte, oltre la terra ed il mare s’attaccherà all’orlo di spuma della gonna blu di sua madre, ma per le sorelle resterà muta, nel fondo di un lago con una spada chiamata Excalibur.
* Silvia Bordi è nata a Roma il 9 Aprile 1992. Laureata in Lingue e Culture Straniere presso l’Università Roma Tre, è attualmente specializzanda in Scienze Linguistiche, Letterarie e della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma. Appassionata della letteratura tedesca e fortemente interessata alla lotta contro i cambiamenti climatici. La scrittura creativa ed intimista l’accompagna dall’infanzia.