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Home Norme e diritto Ignorantia legis non excusat: pochi conoscono la disposizione che vieta di raccogliere conchiglie sulla spiaggia (A cura di Alberto Alfieri Bordi*)

Ignorantia legis non excusat: pochi conoscono la disposizione che vieta di raccogliere conchiglie sulla spiaggia (A cura di Alberto Alfieri Bordi*)

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La sanzione amministrativa per i trasgressori, ai sensi dell'articolo 1162 del Codice della Navigazione (R.D. 30 marzo 1942 , n. 327), va dai 1549 ai 9286 euro !!

 

Quante volte abbiamo abbinato l'agognato relax ad una passeggiata sulla spiaggia, con connessa raccolta di qualche conchiglia, cullati dalla brezza marina! Secondo il legislatore questa piacevole dimensione rilassante a contatto della natura presenta una stortura, che si riscontra proprio nella raccolta delle conchiglie, attività che depaupererebbe inesorabilmente il demanio marittimo. Qualcuno invoca una alterazione dell'habitat marino che resterebbe privo di un quantitativo enorme di carbonato di calcio e di altre sostanze chimiche presenti nei gusci dei molluschi conchiferi.

Forse a qualcuno suonerà strano, ma, sulla base di quanto accennato, raccogliere conchiglie dalla spiaggia risulterebbe illegale e può costarci quindi una multa salata. A stabilire tale divieto è il Codice della Navigazione che punisce il prelievo di qualsiasi materiale o specie animale o vegetale marittima con una sanzione amministrativa. Quindi addio ai piacevoli ricordi di una gita al mare? Siamo di fronte ad un gesto grave ed incivile, oltre che illegale?

A mio avviso l'intervento del legislatore a tutela della natura e del demanio pubblico si incentra sul verbo "estrarre" presente nella disposizione incriminata, che recita testualmente: "Chiunque estrae arena, alghe, ghiaia o altri materiali nell’ambito del demanio marittimo o del mare territoriale ovvero delle zone portuali della navigazione interna, senza la concessione prescritta nell’articolo 51, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.549,00 a euro 9.296,00."

Estrarre e ben diverso dal raccogliere e sembra riferirsi ad una consistente attività di rimozione dei materiali ivi indicati, che, se sottratti in grande quantità, potrebbero effettivamente danneggiare irreparabilmente il patrimonio del demanio o una porzione di spiaggia. L'estrazione presuppone una attività più o meno complessa ed organizzata, mentre la raccolta si riduce ad un gesto, ad un comportamento, posto in essere  senza strumenti o utensili, spesso con in dosso un semplice costume da mare!

E' evidente l'allusione del precetto normativo a grossi sbancamenti, perpetrabili presumibilmente nell'ambito di una complessiva attività edile e ne è chiara riprova il richiamo all'articolo 51, sempre del Codice della Navigazione , che prevede che l’estrazione e la raccolta di arena, alghe, ghiaia o altri materiali è sottoposta alla concessione del capo del compartimento". A ben vedere il contesto e la correlata violazione cambiano radicalmente ad una riflessione più approfondita, fermo restando che un divieto generalizzato esiste.

Insomma, si auspica che prevalga il buon senso, che deve essere utilizzato anche in sede di applicazione delle numerose norme regionali che vietano la raccolta, l’utilizzo e la vendita dell’acqua di mare e della sabbia degli arenili. La devastazione della spiaggia rosa in Sardegna è un precedente che comunque deve far pensare: per chi non ricorda i fatti, la bellissima spiaggia dell'arcipelago della Maddalena, resa unica dalla presenza di piccoli organismi dal guscio rosaceo, fu devastata dalle migliaia di turisti che, approdati in quell'angolo di paradiso, sistematicamente si portavano via discreti quantitativi del materiale sabbioso, arrivando, col tempo, a stravolgere la meravigliosa realtà paesaggistica, peraltro unica, di quel lembo dell'antica Icnusa.

In realtà divieti e sanzioni esistono anche in montagna, ove vige il divieto di raccolta della stella alpina, dell'arnica e di altre specie vegetali tassativamente richiamate. Peraltro il divieto in parola riguarda anche i ciottoli, che, levigati magicamente dal mare o dalla corrente dei fiumi, costituiscono un'altra attrattiva dei turisti, attratti da questi souvenir naturali, segni tangibili di una bella gita o vacanza in una bella località.

In conclusione un divieto generalizzato esiste ma la raccolta di qualche guscio di mollusco durante una passeggiata non sembra in grado di mortificare o ledere l'assetto naturale di una spiaggia, anche perchè in questa innocente attività non si è estratto alcunchè...

* Autore di due pubblicazioni sul mondo affascinante delle conchiglie: "Malacologia Iconica"e "Conchiglie sculture del mare"

 

 

 

 

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