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Home Arte cultura e tempo libero La radice dei termini giuridici, ossia l'etimologia al servizio degli istituti di diritto. Di Alberto Alfieri Bordi

La radice dei termini giuridici, ossia l'etimologia al servizio degli istituti di diritto. Di Alberto Alfieri Bordi

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Se gli antichi Romani sono considerati universalmente i padri del diritto, anche i termini giuridici attuali non possono non richiamare il latino usato dai grandi giuristi del passato, anche se sono frequenti i rimandi anche alla terminologia greca per quel che riguarda istituti già utilizzati nel mondo ellenico.

 





Abigeato. Furto di bestiame, particolarmente in uso in Sardegna e nelle zone dove si pratica la pastorizia. Da Ab (allontanamento) e agere/igere (spingere) da cui “spingere avanti a sé”, ed è, a ben vedere, la tecnica usata da chi ruba il bestiame altrui. Adire. Ad + ire = andare presso, rivolgersi al….. giudice, che spesso si definisce “adito”. Affitto. Da “effictum” participio di effingere “effigiare, imitare”. L’affitto era infatti considerato, nel mondo giuridico romano, una efficta venditio , ossia una vendita imitata. Amnestia. Provvedimento di clemenza che estingue reati e pene di più persone. Deriva dal greco amnestìa ossia "dimenticanza", composto di alfa privativa e dal tema del verbo mimnesco  "ricordare". Tradotto, significa quindi "senza ricordo", ossia "amnesia" con cui è evidente l'assonanza. Anatocismo. Il termine deriva dal greco anà = nuovo e tokòs = interesse. E’ facile comprendere che si tratta di una applicazione di interessi su capitali già a loro volta gravati di interessi. Apodittico: che non ha bisogno di alcuna dimostrazione tanto è chiara la sua evidenza (dal greco apo e dikteon “che prova”). Bestemmia. Deriva da due verbi della lingua greca che significano danneggiare e dire (blapto-phemí); da qui il senso di dire cose che danneggiano la divinità. Canone. Il canone (dal greco kanon=regola, criterio) viene definito come l'insieme di norme rigorose che hanno lo scopo di ottenere un equilibrio compositivo. Nell’arte scultorea il gioco degli equilibri ha trovato la sua prima e precisa consacrazione nel “Kanon di Policleto”. Nel contratto d’affitto il canone è, secondo le regole pattuite, il quanto che deve corrispondere il conduttore in cambio dell’utilizzo dell’immobile locato. Caparra. Arra presso i latini era l’assicurazione dell’adempimento; capere + arra era il sistema giuridico per “garantirsi l’adempimento”. Cauzione. Riporta all’aggettivo latino “cautus”, cauto, guardingo. Il pagamento di una somma a titolo di cauzione ha la funzione di “cautelare” chi riceve detta somma. Chirografario. In greco keir keiròs è “mano, pugno” mentre grafo è “scrivere”. Scritto di proprio pugno è un testamento “chirografario”. Clausola. Dal latino “claudere” è la disposizione che “chiude, conclude” un contratto o altro provvedimento pattizio. Concussione. Si macchia di tale grave reato “ Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro o altra utilità”. Dal latino  concussus, participio passato di concutere, “estorcere”. Condominio. Cum + dominus (padrone). Essere proprietari insieme è il presupposto per la spesso tormentata vita condominiale, che mette in discussione interessi spesso divergenti o confliggenti. Confisca. Dal latino cum + fiscus (tesoro pubblico), da cui il concetto di acquisizione di un bene nella disponibilità, oggi dello Stato, un tempo dell'imperatore. Fisco. Presso l’antica Roma il fiscus era il cesto di vimini entro il quale i cittadini erano tenuti depositare le somme di denaro che lo Stato imponeva (ecco le imposte) per il funzionamento della cosa pubblica. Contumacia. dal latino “cum temnere” ossia essere gonfio ….di orgoglio, al punto di non presentarsi all'invito del giudice di presentarsi in giudizio. Corruzione. Il reato presuppone un insieme (cum) di persone che agisce per “rompere”…. con la legge, con gli apparati pubblici. Demanio. Dal latino “dominum” in quanto appartenente al “signore” quale sinonimo di re, imperatore e poi  di Stato. Diffamazione. Il dis avversativo si affianca alla “fama” ossia alla diffusa percezione e valutazione di una persona. Il reato, tipico degli strumenti mediatici, presenta cose non vere e negative di una persona che, a quel punto, pretende di essere risarcita per il danno patito a causa della circolazione di informazioni  false. Elezione. Eligo in lingua latina vuol dire “scelgo” e la scelta libera è il fondamento della democrazia  quale “governo del popolo”. Ergastolo. Condanna al carcere a vita. Dal greco ergazomai “lavorare”; i Romani  costringevano gli schiavi a lavorare per tempi lunghissimi nelle campagne  o in altri luoghi ove si scontavano le pene inflitte per taluni reati gravi. Incanto. Rappresenta la vendita di un oggetto a pubblica asta; dal latino “in quantum”, cioè "a quanto, a tanto" prezzo. Indulto è il provvedimento che estingue totalmente o parzialmente la pena ma non il reato. Deriva dal tardo latino indultum, participio passato di indulgere ossia "indulgere". Ingiuria. In+ iuris ossia contro il diritto, atto quindi  ingiusto,  dannoso ed oltraggioso. Nomofilattica. Deriva etimologicamente dal greco nomos, che significa "norma", unita al verbo fulasso, che indica l'azione del "proteggere con lo sguardo". E' l'azione svolta dalla Corte di Cassazione quale organo supremo della giustizia, finalizzata ad assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni. Oblazione. Dal latino offero –rs obtuli oblatum offerre, "offrire". Nell'accezione giuridica  "offerta che estingue il reato". Oltraggio. E’ ciò che va oltre (ultra) la misura (aggium), oltre il limite consentito. Onere. Onus, per i latini, è un peso, che un soggetto giuridico deve assumersi in vista di un vantaggio ad esso correlato. Nel diritto processuale l’onere della prova consente di conseguire un vantaggio probatorio. Peculato. Reato di un pubblico ufficiale o di un incaricato di pubblico servizio che si appropria di denaro o di altri beni mobili a lui affidati dalla pubblica amministrazione per ragioni inerenti alle sue funzioni .  Dal latino peculari “rubare il pubblico denaro”.  Prelazione. Dal verbo latino prae-fero, in italiano “preferire”. Il diritto di prelazione è quello che l’ordinamento accorda a determinati soggetti o posizione giuridiche. Prescrizione. La praescriptio era in origine una restrizione alla trattazione di una causa legata al trascorrere di un considerevole tempo del possesso della cosa contesa. Oggi la prescrizione è il lasso temporale entro il quale si può agire a difesa dei propri interessi. Ripetizione. Dal verbo latino re-peto, significa restituzione;  Repetitio indebiti è l’istituto che prevede la restituzione di quanto indebitamente pagato. Sequestro. Si aggancia al verbo sequor, in latino "seguire", in modo che una cosa, oggetto di conflittualità, sia posta presso terzi  fino a che non ne sia accertata la appartenenza legittima. Servitù. Le servitù prediali (dal latino “praedium” = fondo) sono le posizioni giuridiche serventi di un fondo rispetto ad un altro. Sfratto. In gergo giuridico è il provvedimento esecutivo che impone all'inquilino di lasciare il bene condotto in locazione. In origine era il "togliere dalla fratta", ossia procedere a far liberare un fondo. Tuzioristico. Nella terminologia giuridica sta a significare che in caso di dubbio nella interpretazione di una situazione è  preferibile privilegiare l’analisi più aderente alla legge. Deriva da tutior “più sicuro” comparativo di tutus “certo, sicuro”. Il verbo tuor in latino vale “guardo, custodisco, difendo” da cui derivano tutore ed intuire (guardare dentro). Vilipendio. Dal latino “vilis pendere” considerare vile;  tra le fattispecie indicate nel codice penale italiano massima attenzione merita il vilipendio al Presidente della Repubblica, disciplinata dall’art. 278. Cassazione. Cassare in latino è il verbo transitivo con significato di cancellare, annullare, abrogare, da cui deriva "cassus" ossia "vuoto, vano, privo di effetti". La Corte di Cassazione, o Corte Suprema, ha, tra i suoi compiti, quello di annullare le decisioni dei tribunali che risultino in contrasto con l'ordinamento vigente e debbano essere quindi annullate. Appello. Il verbo latino appellare significa rivolgere la parola; apostrofare, chiamare per nome, da cui l'appello in ambito scolastico. Nel contesto giuridico il sostantivo, utilizzato per i tribunali di secondo grado (Corti d’Appello), implica il significato di ricorso, di inoltro di un reclamo.

(Estratto da “Il piacere dell’etimo” di Alberto A. Bordi)



 

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