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Home Arte cultura e tempo libero 19 Novembre "Giornata mondiale del bagno"

19 Novembre "Giornata mondiale del bagno"

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La celebrazione, apparentemente bizzarra, nasconde una problematica di carattere planetario che investe angoli di mondo degradati ove la mancanza di servizi  igienici essenziali produce conseguenze sanitarie di particolare gravità

 

 

Il 19 novembre si è celebrata la Giornata mondiale del cesso" ed il World toilet day, per quanto bizzarro, nasconde problematiche molto serie:  circa 2,4 miliardi persone non hanno un bagno come quello concepito da noi occidentali; quasi 1 miliardo di persone (15% della popolazione mondiale) defeca all’aperto: tale pratica, oltre ad essere fonte di malattie,  in taluni ambiti facilita stupri e aggressioni a danno di  donne e bambini. La scarsa igiene è la causa principale della mortalità infantile nel nostro pianeta. Ogni anno 60.700 bambini sotto i 5 anni muoiono per malattie diarroiche. In altre parti del mondo si ordinano water in oro oppure ricoperti in pelle.......

 

 

Istituita dall’Onu nel 2013 come obiettivo di sviluppo sostenibile, la Giornata celebrativa del bagno mira garantire che tutti abbiano accesso a un servizio igienico-sanitario,  struttura ritenuta fondamentale per sradicare la povertà estrema. Una persona su 3 non ne ha uno.

Il quotidiano Metro ha messo in fila alcuni numeri fondamentali per sintetizzare un’emergenza planetaria, quella dei servizi igienici di base.

"Ogni dollaro investito in acqua e servizi igienici porta a 4 dollari per i rendimenti economici", Ban Ki Moon, VIII segretario generale delle Nazioni Unite.

La scarsa igiene è la causa principale della mortalità infantile. Quasi 1 miliardo di persone (15% della popolazione mondiale) defeca all’aperto.

La diarrea è la seconda causa principale di morte tra i bambini sotto i 5 anni. Si può prevenire con una corretta igiene e l’accesso all'acqua pulita.

Ognuno di noi in Occidente utilizza in media 15 kg di carta igienica all’anno.    Una persona media

trascorre circa 3 anni di vita alla toilette.

Sono di più le persone che hanno un cellulare di quelle che hanno un gabinetto.

In India, nazione più popolosa al mondo dopo la Cina, ben 732 milioni di persone (355 milioni di donne) non hanno accesso ai servizi igienici. Lo ha stabilito il rapporto 'Out Of Order:The State of the World's Toilets 2017', nonostante una nuova politica lanciata dal premier Narendra Modi, salito al potere nel 2014, che in tre anni ha visto aumentare i servizi igienici dal 39% al 65%, con la costruzione di 52 milioni di toilette nelle case degli indiani. Negli ultimi 3 anni il numero di persone costrette a defecare all'aperto si è ridotto del 40% (circa 100 milioni). In 15 anni la percentuale di persone senza accesso ai servizi igienici è scesa dal 78,3% del

2000 al 56% del 2015. Il rapporto conclude che ogni anno 60.700 bambini sotto i 5 anni muoiono per malattie diarroiche. La diarrea resta la seconda causa di morte in questa fascia d'età.

 

Manca il bagno? Chiedo il divorzio !

Anche questa problematica di portata mondiale ha una eroina: si chiama Sangeeta Mali, una donna di 23 anni che da 6 anni stava aspettando di avere i servizi igienici nella sua abitazione. “Ogni giorno era un’agonia”, ha spiegato la donna. “Mio marito mi continuava a dire che avrebbe costruito il bagno, ma erano solo parole. Così per sei anni sono stata costretta a fare i miei bisogni all’aperto, dovevo aspettare il buio affinché nessuno mi potesse vedere. Per tutto il giorno mi dovevo trattenere. E’ stato un vero stress”.  Il problema della mancanza dei bagni in casa ha origine da un’antica convenzione di carattere religioso, secondo la quale defecare fra le mura domestiche contamina la purezza dell’ambiente. Per questo i bisogni devono essere espletati all’aria aperta. Le motivazioni per il divorzio di Sangeeta Mali dal marito sono state accolte da un giudice del Rajasthan, secondo il quale l’assenza di un bagno è stata per la donna una vera e propria ‘tortura mentale’. Il giudice ha anche sottolineato come l’India è ancora molto lontana dal raggiungimento degli standard igienico sanitari del resto del mondo e questa consuetudine cui sono sottoposte le donne nei villaggi crea una sofferenza fisica. La vicenda è stata ripresa dal film  'Toilet: a love story'

 

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