La statua dei bersaglieri a piazza Pia segna idealmente l’inizio di una specie di decumano, che attraversa strade di Roma cariche di storia e di attrattive, per arrivare fino a piazza Sempione, cuore di Montesacro, dopo aver superato Ponte Tazio.
Al civico 2 di via Antonio Bosio, una traversa di via Nomentana, si legge PAX HUIC DOMUI ET OMNIBUS HABITANTIBUS IN EA. MCMXXVII, una frase frequentemente utilizzata per invocare “la pace in questa casa ed in tutti coloro che in essa abitano”, in occasione della benedizione pasquale delle case.
In via A. Bosio 40, a sinistra delle finestre del primo piano ecco INGREDERE MENTE CUM LAETA SEDET IN LIMINE PAX "entra con animo lieto, la pace siede sulla soglia". Quintessenza dell’ospitalità.
Via Giovanni Battista De Rossi 31a. IMA PROPE CATACUMBAS FUNDAMENTA LATENT AEDES FULGENTE SOLE VITA NOVA LAETANTUR. "Le profonde fondamenta si nascondono vicino alle catacombe, l'edificio sotto il sole splendente è allietato dalla vita nuova". Anche qui c'è una paronomasia tra latent e laetantur. Difficile comprende a quali catacombe si riferisca l'epigrafe, forse si tratta di generici locali ipogei a carattere sepolcrale.
Via dei Villini 15. EXCELSIOR, ossia "più in alto", una sola parola che, abusata in cinema ed alberghi, rappresenta pure il motto nobiliare del marchese Giuseppe Medici del Vascello.
Via Giuseppe Tomassetti è una gradevole traversa di via Nomentana che al civico n. 6 presenta una epigrafe originale e simpatica: CAVE CANEM….ET DOMINUM, ossia fai attenzione al cane, ma pure al padrone…. CAVE CANEM, l’attenti al cane della latinità, metteva in guardia i malintenzionati dall’avvicinarsi alle case perché presidiate e protette da un quadrupede fedele ai residenti, ben addestrato alla sua missione; oggi la maiolica con questa scritta e la immagine del fedele amico dell’uomo è utilizzata presso gli ingressi di tante ville o villette in località marine, di campagna o in montagna, ma pochi sanno che il primo esemplare di quell’avviso senza tempo fu ritrovato nei resti della gaudente Pompei.
Per gli amanti del genere, in via Nomentana 60 accanto alla chiesa di S.Giuseppe, c'è una palazzina bugnata, di particolare fascino architettonico, che ricorda il famoso palazzo di Ferrara con similare lavorazione. La costruzione, realizzata dal famoso architetto Piacentini, saluta il viandante con una breve storia della sua genesi: URBIS ROMAE IN AMPLIOREM FORMAM RENASCENS DECORI ET COMMODITATI ALPHONSUS BRUGNOLIUS OPERA ET PECUNIA CONTRIBUIT A FUNDAMENTIS EXTRUCTA ANNO DOMINI MCMXII. In buona sostanza si vuole ricordare come la palazzina sia stata riportata ad un nuovo splendore grazie all’impegno ed ai soldi del suo proprietario, Alfonso Brugnoli.
IN DOMO FELICITAS, ossia “nelle mura domestiche alberga la felicità”, una sorta di assioma presentato in lettere capitali sulla facciata di via Nomentana, angolo con via Giuseppe Vasi. Era il programma di vita del Fascismo, fare della casa il regno degli affetti per la donna, i bambini e l’uomo, che si ritirava in essa tornando dal lavoro o dalla guerra. La promozione del progetto fascista passava anche per i messaggi epigrafici incisi in modo evidente sugli edifici residenziali degli anni ’20-’30, con un occhio al delizioso liberty, prima dell’avvento del razionalismo architettonico europeo.
Via Nomentana 323 DISCORDIAE ET VETUSTATI RESISTAM: è la palazzina, datata 1927, che parla in prima persona con orgogliosa convinzione ed afferma che “resisterò alla discordia ed alla vetustà”. Ecco i due mali che possono mandare in rovina quanto costruito con impegno e tenacia. L’edificio è stato realizzato per una cooperativa di dirigenti del Ministero delle Finanze. Un motto non attribuibile agli autori latini, probabilmente libero pensiero del progettista o del costruttore.
Nella trabeazione del lato posteriore di villa Page, sede del consolato russo, in via Nomentana 116, si legge HIC MIHI PRAETER OMNES UNUS ANGULUS RIDET, “mi arride più di tutti questo solo angolo”. Frase oraziana riferita alle zone collinari di Taranto.
Via di Villa Massimo 13 b. BENE VALE MCMXXVII "Stai bene" 1927. Un augurio diretto, conciso, gradito, indirizzato a tutti.
Via di Villa Patrizi 22. SUA CUIQUE DOMUS IUCUNDA - PARVA DOMUS AT MIHI MAGNA SATIS - BEATA SOLITUDO MAGNA BEATITUDO. Esaltazione della pace domestica in sequenza: "Per ciascuno è gioconda la propria dimora" - "Piccola casa ma per me grande abbastanza" - "Beata solitudine, grande beatitudine". In quest'ultima c'è una chiara assonanza per un concetto attribuito a San Bernardo, esaltatore della pace spirituale che si ritrova nella vita monastica.
Via Pompeo Ugonio 6 a. HIC HABITAT FELICITAS. In questa casa del 1915 ha trovato alloggio una locuzione augurale rinvenuta a Pompei ed ivi accompagnata dalla scultura di un fallo con chiara funzione apotropaica, in grado quindi di allontanare le sventure. "Qui abita la felicità".
In via Aniene 8. TARDE SED DIU. “Tardivamente ma a lungo”, motto della famiglia dell’ammiraglio Alberto De Orestis, committente dell’edificio. Il villino, opera dell’arch. Giulio Magni negli anni ’20 in stile neo medioevale, presenta sulla facciata figure femminili in stucco, con bifore e trifore, e nel sottotetto una fascia policroma a motivi floreali. La frase, secondo alcuni (maliziosi), non si riferirebbe al godimento della casa ma sarebbe la risposta polemica del proprietario a quanti lo criticassero (e lo invidiassero) per avere una moglie troppo giovane. Con questo brocardo sintetico ma efficace, Lucio Anneo Seneca, (Cordoba, 4 a.C. – Roma, 65), esalta il dono della durevolezza anche se combinata alla tardività, a fronte della puntualità effimera. Seneca fu filosofo stoico, drammaturgo e politico; come tale, fu senatore e questore, dando uno straordinario impulso riformatore alla Roma del tempo. Condannato a morte da Caligola ma graziato, esiliato da Claudio che poi lo richiamò a Roma, divenne tutore e precettore del futuro imperatore Nerone, che lo costrinse al suicidio
Sul lato destro dell’edificio di via Nomentana 60 A, appartenuto al droghiere Brandizzi, si può leggere l’epigrafe UT PROSPICIENS LONGAEVUS ERIS, “sarai longevo finchè guardi avanti”. Altro motto da considerare attentamente: progettare significa essere vivi ed avere futuro......a qualsiasi età
Via Giuseppe Melchiorri 1 (vicino via R. Lanciani). PAX ET BONUM, "pace e bene" saluto dei francescani.
Una casa in via Clitunno 40, non distante da via Tagliamento, riporta la frase PARVA SED APTA MIHI SED NULLI OBNOXIA SED NON SORDIDA PARTA MEO TAMEN AERA DOMUS, “casa piccola ma adatta a me, non ipotecata da nessuno, non sporca e creata con denaro mio”. Il passo, che sintetizza le connotazioni essenziali dell’edificio, si ricollega all’identico motto scritto da Ludovico Ariosto sulla sua casa di Ferrara.
Nell’architrave della porta di ingresso di via Aterno 12, in una casa realizzata nel 1924 per la cooperativa edilizia della Corte dei conti, si può leggere SI PACEM PORTAS LICET HAS TIBI TANGERE PORTAS SI BELLUM QUARIS TRISTIS VICTUSQUE RECEDES. “Se porti la pace, ti è lecito varcare le porte, se cerchi la guerra, te ne andrai triste e sconfitto". Efficace e lapidaria la prospettiva disegnata per l’ospite; una frase che sintetizza al meglio la doppia faccia della ospitalità romana e che si può ritrovare anche a Genova in un pilastro di Porta Sant’Andrea.
Via Avigliana 1, tra le finestre dell’ultimo piano, è scritto SAPIENTIA AEDIFICATUR DOMUS ET PRUDENTIA ROBURABITUR: "la casa si edifica con la sapienza e si rafforza con la prudenza”, tratta dal libro dei Proverbi e rinvenibile anche in via Benaco 21. L’edificio, delizioso, è del 1926, destinato agli impiegati delle Ferrovie dello Stato.
In via Monte del Gallo, una epigrafe, non incisa ma in rilievo, ricorda l’anno di costruzione dalle fondamenta, 1926. con il classico A FUNDAMENTIS EXTRUCTA A. D. MCMXXVI.
Via Picco dei Tre Signori 1 MEUS ADSIDUO LUCEAT IGNE FOCUS, “il mio focolare risplenda di una fiamma costante”. Il villino, con ingresso da via Monte Nevoso 2, è del 1926 ed espone le parole di una elegia di Tibullo.
PUSILLA DOMUS AT QUANTUMLACUMQUE EST AMICIS DIES NOCTESQUE PATET. Siamo al Centro casa giocosa in via Picco dei tre signori n. 14, a Montesacro, "Per gli amici, la casa, per quanto piccola, è aperta tutti i giorni e le notti in qualsiasi momento"
In viale Carnaro 3, nel giardino dell'Ars Hotel, a due passi da piazza Sempione, è presente, a grandi caratteri, la scritta HIC MANEBIMUS OPTIME. "Qui staremo benissimo". La frase, che costituisce espressione di risolutezza, è riportata da Tito Livio nella sua Storia romana (Ab Urbe condita libri, V, 55), dov'è attribuita ad un centurione che, nel contesto storico del sacco di Roma (circa 390 a.C.), l'avrebbe pronunciata come esortazione per i propri compagni, influendo, in modo indiretto, sulla successiva decisione del senato romano di non abbandonare la città.
Nell'edificio che ospita il III Municipio, in piazza Sempione 15, si legge NUMQUAM SINE LUCE accanto a A FUNDAMENTIS EXTRUCTA A.D. MCMXXIII , "mai senza luce, costruita dalle fondamenta nel 1923". Cristiano Bonelli allora presidente del III Municipio volle nel 2008 questa iscrizione che costituisce il motto del Municipio e suggella l'eternità di Roma.