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Home Arte cultura e tempo libero Passeggiate romane:"una strada, una casa, una scritta latina". Di Alberto Alfieri Bordi

Passeggiate romane:"una strada, una casa, una scritta latina". Di Alberto Alfieri Bordi

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Ottavo itinerario: la città verace di Appio Tuscolano Prenestino e Casilino. In questa ampia zona va considerato anche il Pigneto, che si estende, quasi come un triangolo isoscele, da piazzale Labicano, poco fuori Porta Maggiore,  tra le vie Prenestina (lato destro e sinistro fino alla ferrovia Roma-Sulmona-Pescara), Casilina (lato sinistro) e  dell'Acqua Bullicante.

 

In via Appia  Nuova 166 campeggia DOMUS MEA TIBI PATET ossia “la mia casa è a tua disposizione, è aperta per te”, frase tratta dall’orazione Pro Sextio Roscio Amerino di Cicerone che, nell'occasione, non parla "pro domo sua", ossia a proprio vantaggio, ma dà un saggio della celebre ospitalità romana.

In via Gallia 79 è scritto IN LABOR (E) VINCIT, “con la fatica si vince”, che fa il paio con la scritta di via Satrico 7, LABOR HUMANITATIS RELIGIO, ove il lavoro assurge a religione dell’umanità. Sempre in via Satrico 45, al quartiere Appio,  un’epigrafe riporta ROBURE EGIT ET VICIT, “con forza agì e vinse”, riferita al costruttore dell’edificio del 1936, Umberto Tersigni. Acquistare una casa, si sa, è difficile, ma costruirla è davvero un'impresa...

La Tangenziale non offre certamente paesaggi ameni, ma, provenendo dalla Tiburtina, poco prima dell’uscita Salario, anche questa strada di grande scorrimento ti offre uno scampolo di latinità, inciso sulla facciata del palazzo sito al civico 150 di circonvallazione Nomentana. La frase beneaugurante è VENIT DIUTURNUS HOSPES SOL, “viene ogni giorno il sole come ospite” che si ritrova spesso anche nelle meridiane o nelle fontane ed enfatizza un approccio positivo all’inizio di ogni giornata da vivere.

In via Taranto n. 6, su una finestra c'è un eloquente contenuto ossimoreo, FORTITER SUAVITER, quindi agire “con forza ma con soavità”; la frase viene citata come regola di condotta della Compagnia di Gesù, di cui è ben nota la risolutezza nell'agire pur operando in un contesto spirituale. Lungo la facciata di questo edificio del 1929 è scritto CAELUM NON ANIMUM MUTANT QUI TRANS MARE CURRUNT. “Cambiano il cielo ma non l’animo coloro che vanno per mare”. L'aforisma di Orazio (Epistole a Bullazio, libro I, lett. XI), riproposto in modo simile da Seneca (Animum debes mutare non caelum) nelle Epistole a Lucilio, mette in evidenza la futilità del viaggiare per liberarsi dagli affanni del proprio animo. Capita di aver bisogno di cambiare il luogo dove si vive perchè non si è riusciti a fare qualcosa di positivo o ad avere un approccio giusto con la propria vita. In realtà anche modificando il luogo dove si vive potrebbe non cambiare niente, se non comprendiamo che è necessario modificare il nostro modo di vivere e di essere. Se vogliamo trasferirci in un altro posto credendo di cambiare la nostra vita, stiamo sbagliando: col passare del tempo ci accorgeremo che si verificheranno le stesse situazioni che già vivevamo con ansia o disagio. Il cambiamento deve essere intimo, filosofico e deve incidere sui valori della nostra esistenza.

Su un altro lato dell'edificio BENE VIXERIS SI DOMUM FECERIS ARAM PACIS insomma "bene avrai vissuto se avrai allestito la tua casa come una altare di pace". Su altra parte della medesima palazzina si legge NON ERUDIETUR QUI NON EST SAPIENS IN BONO come a dire che "non è colto colui che non è saggio nel bene".

In via dei Fulvi 18, zona Tuscolana, in una strada piena di attività commerciali, il passante attento può soffermare lo sguardo sulle parole latine LICTORIAE AETATIS ANNO SEPTIMO INCHOATA OCTAVO, con la quale viene richiamato l’anno di costruzione della palazzina “il settimo dell’era littoria”, e quello del completamento dell’opera (1939-40).

Via Casilina 108. L'epigrafe, presente nelle case popolari realizzate nel 1930, riporta PARVA SED APTA MIHI SED NULLI OBNOXIA DOMUS, "piccola ma giusta per me e non gravata da canoni nei confronti di nessuno".

Via Erasmo Gattamelata 12. SOLIS ET AERIS. "Casa di sole e di aria".

In via Raimondo Montecuccoli 15,  nelle case economiche costruite nel 1930, ecco un altro pensiero ciceroniano: NIHIL SANCTIUS QUAM DOMUS UNIUSCUIUSQUE CIVIUM, "nulla è più santo della casa di ciascuno dei cittadini".

In via Raimondo Montecuccoli 17, nelle case economiche del Fabbricato B, anno 1930, si legge CONSUETUDINE LAEVIOR EST, "con l'abitudine è più leggera la fatica", verità sacrosanta che ci dovrebbe spingere ad essere sempre allenati, e quindi pronti nel corpo e nella mente.

In via Raimondo Montecuccoli al Prenestino è visibile la frase “FABER SUAE QUISQUE FORTUNAE” ossia “ciascuno è artefice della propria fortuna” quasi a ribadire la superiorità dell'impegno umano sul destino e ad anticipare il moderno concetto di “self made man” americano. La locuzione latina è presente nella seconda delle due Epistulae ad Caesarem senem (De Re Publica, 1, 1, 2) attribuite a Sallustio, ma di autenticità molto discussa. Via Montecuccoli è la strada del film «Roma città aperta», lungo la quale Anna Magnani, icona del realismo cinematografico italiano, corre, in una sequenza memorabile, inseguendo il camion che le porta via il suo Francesco, prima di essere falciata dalla impietosa mitragliata nazista.

Vicolo del Pigneto 3. VIS CONSILII EXPERS MOLE RUIT SUA, "la forza priva di saggezza crolla sotto il suo stesso peso", un passo tratto da Orazio riferito alla Gigantomachia. La considerazione mette in relazione due aspetti fondamentali dell'essere umano, in cui deve necessariamente prevalere la forza psichica.

Via dell'Acquedotto Alessandrino 2, edificio del 1931. AUDENDO AGENDOSQUE SEMPER FAMILIAE AMORE DUCTUS RES VIRESQUE AUXI, "osando ed agendo, sempre guidato dall'amore per la famiglia, ho accresciuto le mie sostanze e le mie forze".

Via Camilla 40 al Tuscolano, quartiere VIII. EX LABORE ET PROBITATE, "frutto di lavoro e di probità".

Via Diana 10. ARS ET LABOR FAC ET SPERA. La frase sembra combinare l'operosità dell' homo faber con il fatalismo cosmico. "Arte e lavoro, impegnati e spera".

Via Don Rua 18. PER ASPERA AD ASTRA, "attraverso gli impedimenti fino alle stelle". Il motto utilizzato in moltissimi ambiti, nobiliari, militari e sportivi, si riferisce alla assunzione di Ercole in cielo dopo le famose dodici fatiche. L'assonanza aspera-astra è simile alla frase di similare contenuto "per angusta ad augusta".

Porta Maggiore è una delle porte nelle Mura Aureliane di Roma. Si trova nel punto in cui convergevano otto degli undici acquedotti che portavano l'acqua alla città, ed oggi, attraversando  questo ampio spazio ad alta densità di traffico automobilistico, non può non destare curiosità una strana costruzione, situata lateralmente agli archi. Si tratta del Panarium, ossia il monumento funebre di Marco Virgilio Eurisace, un fornaio romano, e di sua moglie Atistia. Questa tomba dall'assetto particolare, risalente al I secolo a.C., fu riscoperta in occasione degli scavi del 1838 disposti da papa Gregorio XVI. Decorata con elementi tipici di un forno, sui tre lati ancora esistenti reca l’iscrizione: “EST HOC MONUMENTUM MARCEI VERGILEI EURYSACIS PISTORIS, REDEMPTORIS, APPARET, ossia "Questo sepolcro appartiene a Marco Virgilio Eurisace, fornaio, appaltatore”. Storia di una scalata sociale !

Nel palazzo d’angolo tra via Braccio di Montone e Circonvallazione Casilina, costruito A FUNDAMENTIS ANNO DOMINI MCMXXXVIII, si legge la frase SAPIENTIA AEDIFICATUR PRUDENTIA ROBORABITUR, che, sottintesa DOMUS, riporta alle Collationes di Cassiano: “l’abilità ha costruito questa casa, la prudenza la fortificherà”. La frase fu riportata per intero, quindi inclusiva della componente domus (casa), anche sul palazzo di Felice Riva, l'imprenditore che negli anni sessanta passò ai disonori della cronaca per una bancarotta di 46 miliardi di lire, che lo costrinse all'esilio dorato di Beirut prima delle grazie e delle amnistie che gli permisero il ritorno in Italia nel 1982. La scritta è presente in molti castelli, come quello de Berlanga de Duero in Spagna.

 

 

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