Piccoli spunti per una visita che non può non riempire di gioia, grazie alla ricchissima presenza di opere d'arte di altissimo livello, realizzate da talenti vissuti duemila anni fa oppure appena qualche decennio addietro, raccolte da Giulio II intorno al 1500 ed esposte da Clemente XIII (1758-1769) e dai pontefici che hanno governato il Vaticano negli anni successivi fino ad oggi
I Musei Vaticani, il plurale è d'obbligo vista la copiosa ed imponente offerta di opere d'arte ripartite per tema e per epoca, costituiscono senza alcun dubbio uno scrigno di caratura mondiale, capace di attrarre una media di 30.000 visitatori al giorno. In tempi di pandemia e di limitazioni negli afflussi, è una occasione imperdibile quella di visitare senza calca e senza fretta una quantità di capolavori così ampia e variegata da farci rischiare la sindrome di Stendhal, ancor meglio se si entra nei muraglioni di viale del Vaticano intorno alle 8,30, orario canonico di apertura. Prenotazione obbligatoria (in questo periodo di pandemia è gratuita), costo del biglietto 17 euro, riduzioni per studenti, ingresso gratuito per i giornalisti, nel caso in cui non prenotino.
Superata la biglietteria ed connessi controlli, ci troviamo di fronte a due scale, di particolare bellezza. Una è la famosa scala a doppia elica progettata da Giuseppe Momo, e non dal Bramante come afferma qualcuno, che si percorrerà obbligatoriamente a fine visita; l’altra è la rampa elicoidale annessa alla mostra permanente della “ Via del Mare” con imbarcazioni provenienti da ogni angolo di mondo.
La prima impressione che si prova è la grandiosità del luogo in cui ci troviamo e di tutto quello che osserviamo, perfino la scala mobile, particolarmente ripida; in questo meraviglioso viaggio nell'arte, non dimentichiamo che siamo in uno Stato estero che fa della religione la sua missione esistenziale.
Il primo snodo del tragitto, dopo il disimpegno che affaccia sui giardini, è il GIARDINO QUADRATO, uno spettacolo per gli occhi, impreziosito da un lato, da una gigantesca pigna di bronzo di epoca romana (da cui il nome di CORTILE DELLA PIGNA), in passato ubicata in Campo Marzio e che qualcuno riteneva fosse la chiusura dell'oculo del Pantheon; dall'altro lato una inconfondibile sfera di bronzo dorato di Arnaldo Pomodoro, sfondo ideale per chi si intrattiene nei tavoli della caffetteria ivi allocata. Prepariamoci ad una serie di incontri di altissimo valore artistico, che ognuno valuterà secondo il proprio gusto e la propria cultura estetica. La SALA ROTONDA si presenta con una enorme fontana, poggiata su mosaici di squisita fattura. Nella SALA OTTAGONA (del museo Pio-Clementino) si può ammirare l'Apollo Belvedere, celebre statua rinvenuta nel mare di Anzio, come pure il gruppo scultoreo di Laocoonte, scultura ellenistica in marmo (alta 242 cm) raffigurante il famoso episodio narrato nell'Eneide che narra la vicenda del sacerdote troiano e dei suoi figli assaliti da serpenti marini per aver maledetto l'ingresso del cavallo ligneo che avrebbe causato la fine di Troia (Timeo Danaos et dona ferentes: temo i Danai anche quando portano regali). L'opera è probabilmente una copia romana della versione originale in bronzo.
Nella SALA A CROCE GRECA, due telamoni in stile egizio, detti "i cioci", sorreggono la struttura dell'ingresso e due enormi sarcofagi scuri, destinati al parentado di Costantino, colpiscono per la massiccia struttura. Il nostro itinerario ai Musei Vaticani procede adesso spostandosi al piano superiore; Percorrerete per prima la GALLERIA DEI CANDELABRI. Questo lungo ambiente dal soffitto riccamente decorato è così chiamato perché accoglie i magnifici candelabri provenienti dalla Villa di Adriano a Tivoli. Una rampa a destra ci porta alla GALLERIA DEGLI ARAZZI, realizzati dagli studenti di Raffaello, tutti di proporzioni notevoli, tra cui spicca quello della Resurrezione di Cristo. In questo locale ci sono condizioni di luce e di calore particolari ed è vietato l'utilizzo dei flash fotografici. La magnifica organizzazione di questi musei si deve, in epoche diverse, a due geni come Winkelmann e Canova, che ha curato la statuaria ellenistico-romana.
Arriviamo alla GALLERIA DELLE CARTE GEOGRAFICHE, un ambiente di rara bellezza, con una atmosfera cara ai bibliofili; in queste grandi mappe realizzate intorno al '500 ognuno cercherà i luoghi natii o le località frequentate. Oltre all'Italia "antica" e "moderna" ci sono varie regioni italiane (quelle del Sud Italia sono rappresentate rovesciate) e territori specifici come Ferrara, Forlì, la Flaminia, Roma e la Sabina etc. Più avanti c'è la SALA SOBIENSKY, re di Polonia e passato alla storia in quanto vincitore dell'esercito ottomano. Dopo aver superato la STANZA DELLA IMMACOLATA CONCEZIONE, giungiamo nelle STANZE DI RAFFAELLO e in questi quattro ambienti non possiamo non provare una sorta di estasi di fronte ai capolavori dell'urbinate, come la celeberrima Scuola di Atene (divertitevi a scoprire i filosofi ed i matematici rappresentati), l'Incendio di Borgo o le altre opere dai colori mirabolanti che si possono ammirare nelle stanze della Signatura (da vedere "Triboniano consegna le pandette a Giustiniano"). La Sala di Eliodoro era l’ultima anticamera prima di entrare nello studiolo del papa; qui è rappresentato un episodio dell’Antico Testamento, la Cacciata dal tempio di Eliodoro , che aveva tentato di rubare i tesori del tempio di Salomone, ma viene fermato dalle preghiere e dalle invocazioni del sacerdote ritratto al centro dell’opera.
Subito dopo si può visitare una ricchissima COLLEZIONE DI ARTE CONTEMPORANEA, che privilegia pitture e sculture con soggetti e contenuti religiosi. In rapida sequenza possiamo vedere opere di Guttuso, Sironi, Matisse (c'è la "casula bianca" di stoffa ed una imponente "Vergine ed infanti"), Chagall, Rodin (la scultura del famoso pensatore), Morandi, De Pisis, Campigli, Fontana, Dalì, Botero (Viaggio verso il concilio vaticano), Will Barnet (Le quattro generazioni) e tanti altri.
Con qualche chilometro già percorso arriviamo alla CAPPELLA SISTINA, sede del conclave che si riunisce per l'elezione del nuovo papa, dominata dal soffitto michelangiolesco e dal Giudizio universale che ricopre l'intera parete di ingresso, con le figure (alte anche due metri e mezzo) degli angeli impegnati nella salita al paradiso e i demoni costretti alla caduta agli inferi. Nelle pareti della sala, da una parte sono dipinte scene della vita di Mosè, dall’altra scene della vita di Gesù. Sul soffitto, una traccia indelebile del talento di Michelangelo, scultore e architetto, che qui, già sessantenne, confermò tutto il suo genio di pittore, lavorandoci per oltre quattro anni. Sulla volta sono rappresentate le storie della Genesi, mentre sui lati ci sono alcuni personaggi seduti; sono le sibille e i profeti, di cui uno, Geremia, è l’autoritratto dell’artista. Al centro c’è la famosa opera “La creazione di Adamo”, con la celeberrima scena delle dita di Adamo e di Dio che stanno per toccarsi.
In questo ambiente, magicamente estraneo al nostro quotidiano, ogni angolo, ogni affresco porta la firma di giganti dell'arte come il Perugino (meravigliosa la "Consegna delle chiavi"), il Ghirlandaio, Luca Signorelli, Botticelli, il Pinturicchio ed altri. Ogni aggettivo mortificherebbe capolavori di questa portata, che esaltano e celebrano in modo icastico la creatività umana, in cui la stirpe italica indubbiamente primeggia. Nella lunghissima SALA DEGLI INDIRIZZI (destinata ad ospitare gli indirizzi di omaggio inviati da tutto il mondo a Pio IX) è esposta una copiosa panoramica di oggetti sacri di ogni epoca, crocifissi, pastorali papali, ostensori etc. La piccola SALA DEI PAPIRI ci introduce al MUSEO CRISTIANO, ricco di lucerne in terracotta, vetri dorati ed effigiati, bottiglie (guttus), paramenti sacri, campane e campanelle, tavoli in marmo, globi terrestri ed una lunghissima serie di armadi istoriati (le sovrascritte a tali mobili si riferiscono agli affreschi retrostanti). Nella SALA DEI BUSTI ROMANI non ci si può non soffermare davanti alla statua del Nilo, un gruppo di estremo fascino rinvenuto negli scavi di S. Maria sopra Minerva. Da notare che questa, come altre statue sono state restaurate con fondi provenienti da fondazioni di tutto il mondo, in particolare dagli Stati Uniti d'America. Nella GALLERIA LAPIDARIA sono presenti opere dell'arte ellenistica e romana di particolare bellezza, anche di notevole grandezza.
La sezione della PINACOTECA è anch'essa imponente, con un numero di capolavori inelencabile. Citiamo, tra le tante meraviglie, il trittico Stefaneschi realizzato da Giotto e raffigurante Cristo in trono, il san Girolamo di Leonardo, la deposizione di san Pietro di Caravaggio, la Pietà del Bellini, le parti degli affreschi di Melozzo da Forlì staccatisi dalla biblioteca di Sisto IV (circa anno 1477), la Natività di Giovanni Di Pietro detto Lo Spagna (circa 1507), la Transfigurazione della Vergine di Raffaello, conosciuta come Pala Oddi (datata circa 1504 in tempera grassa su tavola di notevoli dimensioni, 410×279 cm), l'Incoronazione della Vergine detta Madonna di Monteluce di Raffaello, Giulio Romano ed il Fattore, la deposizione dalla croce del Correggio, la Crocifissione di San Pietro e la Vergine in gloria di Guido Reni, senza dimenticare le strutture degli angeli di Gian Lorenzo Bernini. Nella SALA DELLE ICONE c'è una bella Madonna con i santi del Perugino. Il MUSEO GREGORIANO EGIZIO conserva manufatti scultorei di varie epoche, tra cui talune iscrizioni colossali, sarcofagi, mummie ed arredi funerari, oltre alla ricostruzione del Canopo di villa Adriana a Tivoli. La maggior parte del materiale proviene dalla Villa d'Adriano, a Tivoli, ed è disposto su 9 sale, di cui le ultime due ospitano opere della Mesopotamia antica e dell'Assiria. Presenti anche statue egiziane trovate a Roma e dintorni, come i colossi di Tolomeo II e Arsinoe II.
Per gli appassionati dei generi, e comunque di grande fascino, nel novero dei musei vaticani c'è anche quello FILATELICO e NUMISMATICO, inaugurato nel settembre 2007, che raccoglie i francobolli e le monete della Città del Vaticano, dal momento della sua nascita (1929 - Patti lateranensi) ad oggi.
Tornando verso l'il cortile della Pigna e l'ingresso, si scende nei giardini per dirigersi verso la SALA DELE CARROZZE ove gli appassionati delle quattro ruote avranno modo di ammirare le carrozze e le vetture che hanno trasportato i pontefici nei loro spostamenti, incluso uno splendido maggiolone Typ 1 Beetle, ultimo esemplare in produzione nella fabbrica messicana, che fu regalato a Giovanni Paolo II dal presidente della Volkswagen del Paese sudamericano. Dulcis in fundo, lo scalone a doppia elica, che conduce all'uscita dello scrigno vaticano.