Di esse soltanto il cinque per cento non ha nulla a che fare con il latino: si tratta di termini che si agganciano all'arabo che annovera i termini inerenti ai numeri e all'astronomia, oppure ad un'origine germanica, cui fanno riferimento quasi tutte le parole connesse al concetto di guerra
Cosa, anno, uomo, giorno, volta, casa, parte, vita, tempo, donna. Queste le dieci parole più usate della lingua italiana. Al primo posto cosa, un termine che ha il suo forte nella genericità, tanto che può trovare spazio in tutti i contesti, in tutti i discorsi. Al secondo posto anno, un riferimento temporale di media entità,che sa di presente, di passato e di futuro prossimo, ma anche di programmazione e di bilancio. Al terzo gradino del podio c'è uomo, non tanto come alternativa al concetto di donna, ma come essere umano, come prototipo dell'umanità. Quarto posto per giorno, che, preceduto da buon, è un bel saluto ed un buon augurio per una giornata da vivere al meglio. Il termine volta si usa per richiamare il passato ma anche per indicare la ripetizione di un gesto. La casa non può mancare perchè rappresenta uno dei punti fermi della propria esistenza, o comunque del proprio programma di vita. Porzione o luogo, la parte è molto presente nel linguaggio quotidiano di ognuno di noi. La vita è quel bene meraviglioso che cerchiamo di gestire e capire fino alla fine dei nostri giorni. Il tempo è quella forza che condiziona l'esistenza del genere umano e di tutto quello che gira intorno ad esso. Se c'è l'uomo non può esserci la donna, miracolosa artefice delle nascite e quindi del passaggio dal non-essere all'essere.
Gli altri novanta sostantivi più utilizzati:
Mano, occhio, ora, signore, paese, momento, modo, mondo, parola, padre
Punto, lavoro, stato, caso, città, guerra, strada, figlio, notte, voce
Nome, sera, acqua, amico, fatto, gente, amore, storia, aria, forza
Testa, ragione, mare, mese, capo, luce, sole, famiglia, piede, persona
Via, signora, governo, senso, opera, prodotto, festa, gioco, prova, campagna
Fiore, sala, misura, posizione, natura, ufficio, specie, successo,zona, fuoco
Soldato, vista, libertà, risultato, importanza, dubbio, ricerca, dio, figura, piazza
Questione, nemico, pena, motivo, esperienza, ricordo, albero, politica, processo, vino
Porta, sud, sogno, cane, isola, movimento, mente, occasione, prezzo, causa
Tra i cento termini sopraindicati non ci sono quelle che sono considerate le dieci parole più strane ed ostiche, ossia:
Astrusità, un misto di incomprensibile e di astratto.
Granciporro, errore madornale, strafalcione: prendere, pigliare un granciporro. Deriva da un grosso granchio del Mediterraneo (Cancer pagurus)
Lapalissiano, Ovvio, evidente come la verità dell'epitaffio che scrissero alla morte del marescuallo La Palice: " Se non fosse morto, sarebbe ancora in vita"; pare sia frutto di una cattiva interpretazione del " Se non fosse morto,farebbe ancora invidia".
Luculliano. Abbondante specialmente in campo gastronomico. Richiama i pranzi celebrati dal generale romano Lucullo, raccontati come imponenti e raffinati
Mentecatto. Infermo di mente, pazzo, a causa della mente presa (capta) da un male che ne stravolge la funzionalità.
Peripatetico, ricorda l'insegnamento filosofico di Aristotele, che avveniva prevalentemente nel corso di
Pleonastico, dal greco, indica atti e comportamenti che si ritengono inutili, superflui, non necessari.
Procrastinare, dal latino cras (domani), equivale a rinviare ad altro giorno un impegno, una attività, per lo più dovuti o già stabiliti.
Precipitevolissimevolmente la parola più lunga della lingua italiana, un solo endecasillabo, per indicare un modo estremamente precipitevole
Sproloquio, un discorso (in latino loquor è "parlare") prolisso e inconcludente.