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Home Arte cultura e tempo libero Passeggiate romane:"una strada, una casa, una scritta latina"- Undicesimo itinerario. Di Alberto Alfieri Bordi

Passeggiate romane:"una strada, una casa, una scritta latina"- Undicesimo itinerario. Di Alberto Alfieri Bordi

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Girovagando qua e là per strade e vicoli della città eterna: San Lorenzo, la Garbatella e il Sallustiano. L'incontro con l'aforisma inciso nella lingua di Cicerone non avviene sempre al cospetto di una bella palazzina o di un villino aristocratico; in molte occasioni a captare la nostra attenzione è un'epigrafe in un palazzo ordinario, anche un condominio in un quartiere popolare...

 

 

 

In via dei Sabelli 123, zona San Lorenzo, due finestre, separate da una graziosa madonnina orante, presentano disgiuntamente la classica scritta ANNO DOM (quella di sinistra) e l'anno di edificazione (quella a destra) MCMXXIX. Più in basso è presente una epigrafe di ampio respiro: SICUT SOL RADIANS HAEC LIMINA LUMINE REPLET SIC SEMPER CLEMENS PROTEGAT ILLA DEUS, ossia "come il sole splendente  riempie di luce  questa dimora, così Dio clemente la protegga sempre". Anche qui una assonanza (limina lumine) cara ai latini. FUGIT IRREPARABILE TEMPUS, "fugge irreparabile il tempo", estratta dalle Georgiche ed utilizzata spesso nelle meridiane.

In piazza dei Sanniti, a San Lorenzo, in corrispondenza di un vecchio cinema di quartiere, si legge RECTA.AEDES e poi AETERNA.MANET e quindi IN URBE. MAXIMA (una casa costruita correttamente si mantiene in eterno nella città di Roma). La frase è preceduta, sul lato dell’edificio sito in via dei Volsci, da  DOMI.SALUS (la salute nella casa); sull’altro lato, via degli Ausoni, prosegue con IN.DI(VI)NO.GAUDIUM (nella divinità la felicità).

Via Antonio Salandra 19, rione XVII Sallustiano. QUAE URBEM SERVAVERUNT HIC MOENIA SERVANTUR, "quelle mura che preservarono l'Urbe, qui sono preservate" con riferimento ad un frammento di mura serviane ivi ancora visibile.

Via Sallustiana 51, nel palazzo dell'INA del 1927, ora utilizzato dalla ambasciata americana ci sono varie iscrizioni, tra le quali HAUD IGNARI AC NON INCAUTI FUTURI, "non ignari e non impreparati al futuro" ripresa da Orazio.

Via Baldassarre Peruzzi 19. HUNC IAM DOMINAE MUNDI ALMAE ROMAE RUINAS LICET AESTIMARE DISCE: SIT TIBI IUCUNDA PAX QUAM MAGNIFICENTIA DULCIOR. "Da qui si possono ammirare le rovine della nobile Roma dominatrice del mondo. Impara, ti sia lieta la pace più dolce della magnificenza". La scritta, posta all'ingresso di questa palazzina del 1929, a san Saba allude allo spettacolo mirabilante offerto dalle Terme di Caracalla.

Via di S.Domenico 2b. COR TIBI MAGIS DOMUS anno 1928 ci dice che "la casa apre di più per te il cuore", una espressione similare a quella presente nelle case dell'INCIS come pure nella porta Camollia a Siena.

Lungotevere Raffaello Sanzio 1. FONS CANIT AMNIS VASTO GURGITE FLUIT: HEIC DEIS IUCUNDISSIMI PROCEDANT "La fontana canta, il fiume con il vasto gorgo, scorre: qui giorni felicissimi trascorrono". Si fa riferimento alla vicina fontana dell'Acqua Paola. SAPIENS AEDIFICAVIT DOMUM SUAM, INSIPIENS EXTRUCTAM, QUOQUE MANIBUS DESTRUET, "il sapiente edifica la propria casa, lo stolto con le proprie mani distruggerà quella già costruita", testo tratto dal libro dei Proverbi.

In via Roberto de Nobili 7, alla Garbatella, il Lotto 26 ci ricorda un pensiero tratto dalla Fedra di Seneca: SERVAT PLACIDOS OBSCURA QUIES PRAEBEAT SOMNOS DOMUS SICUROS, “una oscura quiete conserva chi è mite, la casa offra sonni sicuri”.

La palazzina di  via Giovanni Ansaldo 13 alla Garbatella, o meglio il Fabbricato C del  Lotto 51, manda un messaggio circa questo edificio realizzato nel 1929: LABORE PARTA DOMUS TANTO MIHI DULCIOR GRATUM A CONTENTIONIBUS “una casa nata col lavoro mi è tanto più cara, grato rifugio dalle contese”.

 

 

 

Casa di Circonvallazione Clodia 21, ove è nato l'Autore della pubblicazione" LE CASE PARLANTI DI ROMA", Alberto Alfieri Bordi

 

 

 

 

 

Ricordo di una iscrizione inutile

Il 29 ottobre 2004 i Capi di Stato e di Governo di 29 Paesi europei hanno partecipato a Roma alla cerimonia della firma della “Costituzione per l'Europa”. La firma è avvenuta ancora una volta nella città eterna, in Campidoglio, Sala degli Orazi e Curiazi, la stessa in cui i sei Paesi fondatori - Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda - firmarono, il 25 marzo 1957, i Trattati istitutivi della Comunità economica europea (CEE) e della Comunità europea per l'energia atomica (Euratom). A perenne memoria di questa giornata storica del 2004, fu affissa, nel portico del palazzo dei Conservatori ai musei capitolini, una targa con l’iscrizione del latinista Antonio Marchetta volta a sancire l’avvento della Costituzione europea. In essa si legge:  DIE XXIX MENSIS OCTOBRIS A(NNO) D(OMINI) MMIV IN HOC SACRATISSIMO CAPITOLINO COLLE ALMAE URBIS TERRARUM IN ARCE IN PRAECLARA AUGUSTAQUE EXEDRA AB HORATIIS ET CURIATIIS NUNCUPATA NATIONUM IN UNIONE EUROPAEA CONIUCTARUM SUMMI MODERATORES FOEDUS DE CIVITATIS FORMA COSTITUENDA IN EUROPAE GENTES IN POPULI UNIUS CORPUS COALESCERENT UNO ANIMO; UNA VOLUNTATE; UNO CONSILIO; OBSIGNAVERUNT.

Il testo tradotto riporta che:

“il 29 ottobre del 2004 in questo sommamente sacro colle capitolino, rocca della nobile Urbe e di tutto il mondo, nella celebre ed augusta sala che prende il nome dagli Orazi e dai Curiazi i primi ministri delle nazioni congiunte nell’Unione europea l’accordo sulla forma costituzionale che deve essere istituita per unire nel corpo di un solo popolo le genti d’Europa con un solo animo, una sola volontà, una sola decisione, firmarono”. Dopo la firma, gli Stati membri avrebbero dovuto ratificare la Costituzione in accordo con le rispettive legislazioni, un lungo processo interno che però non si perfezionò, inibendo la prevista entrata in vigore della legge fondamentale per l’Europa”.

Ricordo di una iscrizione perduta.

All'interno del bar Venchi in via Vittorio Veneto 118, esisteva una scritta deliziosa: SISTE VIATOR, COLLOQUERE, QUIESCE, SORBILLA. SOBRII LIQUORES LEVANT DOLORES. CALENS VITA VALENS. FRANGE DULCIA, LINQUE SEVERA. FELICE SPONSI , MANIBUS DATE LILIA PLENIS. Parole che invitano il passante a soffermarsi in quel locale dove potrà trascorrere momenti piacevoli, riposandosi, scambiando qualche chiacchiera, sorbendo i liquori che hanno il pregio di allontanare i dolori, mangiando qualche dolce. La locuzione  augurale di rito Manibus date lilia plenis, tradotta letteralmente, significa versate gigli a piene mani. (Virgilio, Eneide, VI, 883).

 

 

 

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