Durante i suoi soggiorni romani realizza il Giudizio di Paride e la Gloria di S. Eusebio nell'omonima chiesa, in cui ritrae come un angelo la donna amata
Prima di parlare di questo straordinario pittore, nato in Boemia ma giramondo anche grazie alle sue straordinarie doti di ritrattista di nobili e principi, entriamo virtualmente nella chiesa romana di S. Eusebio a piazza Vittorio, per vedere da vicino il suo affresco titolato "la gloria di sant’Eusebio", finito di restaurare nel maggio del 2019 in quanto degradato a causa dell'umidità. Nel suo capolavoro romano l'artista di Dresda non si allinea al linguaggio retorico del Barocco ma utilizza i pregi acquisiti dall'osservazione degli artisti italiani da lui più apprezzati, ossia la capacità espressiva di Raffaello, i colori di Tiziano e la grazia del Correggio.
La particolarità dell'opera sta nella presenza di un angelo che ha le sembianze della donna da lui amata, la studiosa Noemi Cinelli
Famosi i suoi ritratti a pastello che lo rendono tra i pittori più ricercati nelle corti europee, oltre che il più pagato. Convertito alla religione cattolica, sposò una popolana romana, Margarita Quazzi (o Guazzi), dal quale ebbe quindici figli. Notevole il suo dipinto titolato Parnaso (1761), un affresco affresco di quasi sei metri ( 313 × 580 cm) alla villa Albani di Roma, ora nominata villa Torlonia. Nella città eterna, dove realizza stupendi dipinti nei soffitti del Vaticano e nella stanza dei Papiri, abita in via Sistina e conosce Winckelmann, con il quale condivide molte idee sull'arte e sulla pittura, che riporta nel suo libro "Pensieri sulla bellezza e sul gusto della pittura", scritto in tedesco, spagnolo e italiano.
Dopo un soggiorno veneziano torna a Roma e viene accolto nell'Accademia di San Luca, dove diventerà presidente (principe), alternando poi la sua attività romana a viaggi presso corti e nobili di mezza Europa. Anton Raphael Mengs morì a Roma il 29 giugno 1779; è sepolto nella chiesa dei Santi Michele e Magno in un sepolcro realizzato da Vincenzo Pacetti.
Il Parnaso