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Home Arte cultura e tempo libero Passeggiate romane:"una strada, una casa, una scritta latina"- Dodicesimo itinerario: gli edifici con iscrizioni in lingua italiana. Di Alberto Alfieri Bordi

Passeggiate romane:"una strada, una casa, una scritta latina"- Dodicesimo itinerario: gli edifici con iscrizioni in lingua italiana. Di Alberto Alfieri Bordi

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L'autorevolezza del latino non deve e non può mortificare le scritte in italiano presenti in edifici pubblici e privati della capitale. Basti pensare al palazzo della civiltà, che presenta, nel suo nitore marmoreo, una scritta indelebile che esalta le caratteristiche del popolo italiano: UN POPOLO DI POETI DI ARTISTI DI EROI DI SANTI DI PENSATORI DI SCIENZIATI DI NAVIGATORI DI TRASMIGRATORI”.

 

 

È la parte rimasta più famosa di un discorso che Benito Mussolini pronunciò il 2 ottobre 1935 contro la condanna all’Italia, da parte delle Nazioni Unite, per l’aggressione all’Abissinia.

Questo affascinante edificio dal sapore neoclassico, definito anche Palazzo della Civiltà Italiana o della Civiltà del Lavoro, è una struttura monumentale che si trova nel moderno quartiere dell'EUR e che non si può ignorare, per la peculiarità della forma, per la imponenza dei volumi, per il caratteristico bianco luminoso e per la storia che lo accompagna. Concepito fin dal 1936, la sua costruzione iniziò nel luglio 1938 e fu inaugurato, benché incompleto, nel 1940; i lavori si interruppero nel 1943 per poi essere ultimati nel dopoguerra. L'edificio è a pianta quadrata e appare come un parallelepipedo a quattro facce uguali, con struttura in cemento armato e copertura interamente in travertino; presenta 54 archi per facciata, 9 in linea e 6 in colonna, e in ragione di questa struttura è stato ribattezzato anche Colosseo quadrato.

Negli archi del piano terreno si trovano 28 statue, 6 per le facciate verso viale della Civiltà del Lavoro e la scalinata, e 8 nelle altre due facciate, ciascuna di esse allegorica delle virtù del popolo italiano: l'eroismo, la musica, l'artigianato, il genio politico, l'ordine sociale, il lavoro, l'agricoltura, la filosofia, il commercio, l'industria, l'archeologia, l'astronomia, la storia, il genio inventivo, l'architettura, il diritto, il primato della navigazione, la scultura, la matematica, il genio del teatro, la chimica, la stampa, la medicina, la geografia, la fisica, il genio della poesia, la pittura e il genio militare. Ai quattro angoli del basamento si trovano altrettanti monumenti equestri raffiguranti i Dioscuri, opera di Publio Morbiducci e Alberto Felci.

Dichiarato edificio di interesse culturale ex D.Lgs. 42/2004, è quindi vincolato ad usi espositivi e museali; dal luglio 2013 è concesso in affitto fino al 2028 al gruppo di alta moda Fendi.

In corso Sempione 12 a Montesacro, l'attenzione del passante è captata da una scritta di Giuseppe Mazzini: "Una casa dolce e decente dove il fanciullo riceve il bacio della madre e le carezze del padre è la prima lezione per diventare buoni cittadini".

In via Maiella 9, non distanti da viale Adriatico, un edificio riporta una frase coniata da Giovanni Bertacchi, definito "Poeta d'Italia": "Dalle case ben fatte e ben tenute esce come da giovane sorgiva un senso di freschezza e di salute";

In un palazzo di Via Casilina si legge una frase di Trilussa, pseudonimo anagrammatico del poeta romanesco Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri (1871 - 1950): “SE INSISTI E RESISTI RAGGIUNGI E CONQUISTI” che invita alla determinazione ed esalta la tenacia;

All’Appio-Latino, denso di testimonianze archeologiche, le scritte sono più frequenti rispetto ad altre zone della capitale; in via Magna Grecia si legge un benaugurante “SIA GIOCONDA LA SOSTA”, che non può riferirsi alla sosta automobilistica, davvero difficile anche da queste parti. La prima pietra di questi edifici dell'Istituto Case Popolari, tutelati dal 2009 dalla Sovrintendenza alle Belle Arti di Roma, venne posata nel 1927.

Al quartiere Garbatella (prenderebbe il nome da una ostessa "garbata e bella"), in via Rocco da Cesinale leggiamo due iscrizioni romantiche “AMORE ADORNA, GIOIA RICOMPENSA” e “ AMORE ABITA, FEDELTA’ CONSERVA”.

Al quartiere Aurelio, strettamente legato alle attività religiose e ricettive ruotanti attorno al limitrofo Vaticano, in Via delle Fornaci, lungo tutto il perimetro di un villino leggiamo una frase di autore ignoto: "LE RONDINI RALLEGRANO IL TETTO E I BIMBI LA CASA, VENITE RONDINI E BIMBI, QUI SIATE I BENVENUTI, RISUONI QUI SEMPRE IL VOSTRO GRIDIO LIETO”.

Sulla meridiana affissa sulla chiesa dei Santi Isidoro ed Eurosia, la cosiddetta Chiesoletta in via delle Sette Chiese alla Garbatella si vedono due scritte; da una parte si legge un messaggio di intenso contenuto cristiano:"INSEGNACI O SIGNORE A CONTARE I NOSTRI GIORNI"; mentre dall'altra il consiglio è molto più prosaico: "È SEMPRE L'ORA PER UN BUON BICCHIERE DI VINO". Insomma combinando i due concetti, il sacro ed il profano, possiamo dedurre che un buon bicchiere di vino, non importa se bianco o rosso, può aiutarci a contare meglio i nostri giorni...

In via San Basilio 15, a due passi da piazza Barberini, ove oggi sorge l'Aleph Hotel, non può sfuggire la scritta "Sia legge ad ognuno il risparmio. Dovere e virtù sia il lavoro MCMXXX".

Quanto mai augurale e serena è la scritta in rima di un veneziano sulla sua casa settecentesca in via S. Sabina, all'Aventino: "PROTEGA DIO BENEFICO 'STA CASA DA' GUAI - Ne' AVOCATO NE' MEDEGO GHE META EL PIE' MAI".

In viale Gorizia, una traversa di Corso Trieste, c'è una bella palazzina dell'INA, denominata da taluni "la Garibaldina", in stile barocchetto romano. Sulla facciata compare una lunga epigrafe, scritta peraltro con una strana alternanza di parole maiuscole e minuscole: "QUI DOVE UNA GARIBALDINA ORMA MURARIA FU IMPRESSA SUL CONFINE DELL'AGRO DESERTO, DALLE FONDAMENTA RINNOVELLATA SORGE, ERETTO DALL'ARDIMENTO E DALLA TENACE VOLONTA' IL PRIMO PALAZZO DEL NUOVO QUARTIERE CHE L'AQUILA E IL FASCIO CONSACRA ALLE PIU' VASTE FORTUNE DELL'URBE - MCMXXV MCMXXVI".

Nella facciata neobarocca della scuola elementare Riccardo Grazioli Lante della Rovere, in via Tevere 22, in prossimità di piazza Fiume, è incisa, sopra al triplice ingresso, una frase di profondo contenuto, destinata proprio agli scolari: "ENTRATE LIETAMENTE O FANCIULLI, QUI SI INSEGNA, NON SI TORMENTA. NON FATICHERETE PER BUGIE O VANITA', APPRENDERETE COSE UTILI PER TUTTA LA VITA". La frase è riconducibile a Pietro Giordani (Piacenza 1774-Parma 1848), monaco benedettino, letterato classicista ed erudito studioso. L’edificio scolastico è opera dell’architetto Oriolo Frezzotti ed è  stato donato allo Stato nel 1920 dalla famiglia Grazioli Lante della Rovere, in memoria del figlio Riccardo, morto nella guerra di Libia. Inizialmente ospitò la scuola magistrale per formare gli insegnanti al metodo Montessori. Oggi, lungo il muro ci sono tre sportelli che coprono contatori elettrici con tre piccole, deliziose scene realizzate da Banksy, artista inglese di street art che anche qui ha voluto lasciare un suo segno.

Affascinante nel suo doppio significato è la frase che si legge, uscendo da villa Borghese, sul frontone del palazzo della Galleria Nazionale d' Arte Moderna a Belle Arti che si affaccia su via Ulisse Aldrovandi; è un verso di Michelangelo, splendido come il marmo sul quale batte il sole al tramonto: "QUESTO SOL M'ARDE E QUESTO SOL M'INNAMORA".

 

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