Sono circa una settantina (anni 1646 – 1790) di editti epigrafati con i quali il presidente delle strade comunicava alla popolazione il divieto di sporcare le pubbliche vie ed intimava la conseguente sanzione ai trasgressori
Passeggiando per le vie centrali di Roma, è impossibile non notare qua e là, affisse sui muri, della targhe in marmo, che fanno espresso divieto ai cittadini di lasciare immondizie nelle strade, pena una sanzione pecuniaria. Sono in tutto una settantina, scritte in un italiano d’epoca, talvolta intriso di romanesco, e principalmente realizzate in un periodo compreso tra il 1646 ed il 1790; alcune contengono un divieto generalizzato, altre si riferiscono a zone specifiche, in particolare alle aree delle chiese, come quelle rinvenibili vicino alla chiesa di San Carlo a campo Marzio, oppure nei pressi della chiesa di san Teodoro al rione Campitelli, o, ancora, in prossimità della chiesa della Trinità dei Pellegrini, al rione Regola. La più antica in assoluto sembra essere quella in via dei Pianellari, al rione Sant’Eustachio, accanto alla chiesa di Sant’Agostino, essendo datata 6 luglio 1646. Gran parte di queste ordinanze murali si riferiscono agli anni successivi al 1700.
Tali divieti epigrafati nascono pertanto nel periodo della Roma papale allorchè si assistette alla attrazione della popolazione contadina o periferica verso la grande città, che poteva offrire opportunità di lavoro, di incontri fortunati o di altro ancora, come prestare servizio presso una famiglia nobile o un alto prelato. Crescita della popolazione quindi, crescita dei rifiuti e mancato adeguamento dei servizi di pulizia delle strade e di raccolta e riciclo dei materiali di scarto. Una situazione non molto dissimile da quella della Roma moderna, aggravata questa dalla atavica mancanza di discariche strutturate secondo sistemi moderni ed ecologici.
Emblematica di questa grave situazione era stata la formazione del famoso Monte Testaccio , alto circa trenta metri e riguardante oltre 20mila metri quadrati, venutosi a creare grazie all’accumulo massivo di cocci di anfore e vasellame lasciati o portati in loco dal vicino porto fluviale.
A dettare il divieto di sporcare nella città eterna era di solito il presidente delle strade, una figura di funzionario prefettizio al servizio dello Stato della Chiesa, che spesso firmava questi decreti murali come illustrissimo Monsignore.
Se volete vedere da vicino queste targhe andate nei rioni Parione, Campo Marzio, Sant’Eustachio, Regola, Pigna e sant’Angelo anche se non mancano neanche a Trastevere ed a Trevi. Una di esse fa bella mostra a piazza Mignanelli, all'interno di Mac Donald's!
Alcune delle strade del centro storico dove reperire le targhe con i decreti “anti mondezza”:
Via Monte della Farina, piazza San Salvatore in Lauro, via del Teatro della Pace, via Mario de' Fiori, via dei Cappellari, vicolo del Bologna, via del Leone, via del Collegio Capranica, via Zucchelli, via dell'Arancio, via dei Pettinari, via di San Salvatore in Campo, via delle Carceri, vicolo della Torretta, vicolo dell’Umiltà, vicolo del Cinque, via Borgognona, via dei Cappuccini, via Frattina, vicolo San Francesco a Ripa, piazza in Piscinula, via di Monserrato, via santa Maria in via, via della Dogana Vecchia, vicolo della Cancelleria, via del Collegio Romano, via di Sant'Ignazio, via Lata, via del Grifone, via della Madonna dei Monti, via dei Burrò , largo dei Lombardi etc.