Sarà capitato a molti di leggere una poesia che, ad una prima lettura appare incomprensibile. Se anche la seconda lettura non sortisce effetti di ragionevole comprensione nel lettore, siamo di fronte a quelle che, con termine eufemistico, sono definite le cripto poesie. Proprio questo alone di impenetrabilità logica ed emozionale rende l’autore una mente eccelsa, un animo di gran lunga superiore agli umani di ordinario profilo culturale , mortificati nella loro mediocrità.
Ne abbiamo scelte una , un misto di misticismo settario ispirato ad un non meglio identificato soggetto:
AGAA
Spada di fuoco e scudo di cristallo,
spalle possenti e muscoli d’acciaio,
chiome fluenti ed artigli di ghiaccio
questo è Agaa, il padrone del tempo.
Signore delle tenebre e re dello spazio,
principe degli gnomi e satiro folle,
ovunque c’è sangue, ovunque c’è odio,
trionfa il suo segno, si realizza il suo regno.
Un drago lo guida , il caos lo segue,
e semina il panico in chiunque lo vede.
Laggiù nel castello, tra valli di lava
e rocce assetate, ritrova il suo trono.
Tra mostri servili ed anime perse,
per sempre lui cerca il sangue innocente,
Grande Agaa, noi ci immoliamo a te,
spirito del male e imperatore dell’oltretomba;
le nostre esistenze vivono in funzione
della tua rabbia e della tua ombra.
Ti offriamo il nostro seme
Perché diventi il fiore della malvagità,
ti offro amo i nostri occhi,
perché siano i soli della tua galassia maledetta.
Ti offriamo le nostre menti,
perché siano la memoria senza tempo.
Padrone e signore Agaa,
avrai le nostre viscere in un piatto d’argento,
le nostre donne partoriranno nuovi schiavi,
in attesa che si avveri il tuo grande sogno;
demoni di un destino che verrà e avrà il tuo nome,
Agaa.