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Home Arte cultura e tempo libero Qui stadio Olimpico, dal nostro inviato in giacca e cravatta. Derby numero 180: altro trionfo Lazio dopo la vittoria all’andata

Qui stadio Olimpico, dal nostro inviato in giacca e cravatta. Derby numero 180: altro trionfo Lazio dopo la vittoria all’andata

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Sarri schianta ancora una volta Mourinho  che mette in campo una squadra paurosa e rissosa, votata alla difesa fin dalle prime battute. Ibanez, che evidentemente non sopporta la tensione della stracittadina, si fa ammonire due volte e viene espulso giustamente nonostante le infondate  recriminazioni dei giocatori giallorossi.

 

 

 

In dieci uomini, paradossalmente, la Roma si difende meglio ed il possesso palla della Lazio, intorno al 72% nella fase dell’undici contro undici, scende intorno al 64%. I biancocelesti hanno comunque qualche occasione nel bunker difensivo dei giallorossi, che però, esattamente come all’andata, non riescono ad impensierire il febbricitante Provedel.

 

Nella ripresa continua la totale superiorità della Lazio, senza grandi occasioni, guidata da Luis Alberto in giornata geniale, mentre Milincovic Savic appare ancora con le ruote un po’ sgonfie. Chi fa sfracelli è certamente Zaccagni sul lato sinistro dell’attacco, che asfalta sistematicamente i suoi dirimpettai con sgommate brucianti: Zalewski sembra una statua di fronte alla velocità di SuperZac che, dopo aver impensierito Rui Patricio con un tiro a giro, piazza un gol chirurgico al 20’ del secondo tempo su passaggio mirabolante di Felipe Anderson.

La rete fa esplodere la meravigliosa scenografia della curva laziale, che, dopo aver celebrato l’allenatore dello scudetto Sven Goran  Ericksson,  ha evocato, con uno striscione, una frase dell’Enrico V di Shakespeare.  A quel punto la Roma prova ad affacciarsi nell’area laziale con il suo piatto forte, i tiri da fermo e proprio su una punizione di Spinazzola arriva al pareggio, grazie ad un rocambolesco autogol di Casale, uno dei migliori in campo della rocciosa retroguardia biancoceleste, al ventesimo clean sheet dell’anno. Per i tifosi giallorossi arriva l’ennesima batosta quando il VAR richiama l’arbitro sulla posizione di fuorigioco di Smalling ed il gol viene annullato; aumenta la tensione, in campo e fuori, atteggiamenti nevrotici cancellano ogni parvenza di buon senso tra i contendenti. Mancini, campione indiscusso di proteste e scorrettezze, ha il merito di impedire il raddoppio dei Laziali con un provvidenziale tocco su Luis Alberto a pochi passi dalla porta romanista.

Il finale è nevrotico ma la Lazio non rischia più di tanto ed ha qualche buona ripartenza con Cancellieri. I sei minuti di recupero chiudono i giochi, la Lazio vince con merito su una Roma che di solito gioca male ma rende bene sul piano del risultato. Post partita convulso con Marusic e Cristante espulsi e Mourinho che, da buon portoghese, si infila negli spogliatoi e cerca di infastidire addirittura Lotito, che da senatore e presidente della prima squadra della capitale, lo arronza con palese sufficienza. Il derby va alla Lazio che ora ha cinque punti in più dei cugini ed è seconda in classifica dopo il super Napoli di Spalletti. Strafelice Zaccagni che però non è chiamato in nazionale; euforico Immobile sempre leader indiscusso e sempre presente nelle fasi importanti del match, anche se vissuto in panchina; stracontento Luis Alberto che ai microfoni, senza mezzi termini, fa capire che i giocatori giallorossi, con il loro atteggiamento  palesemente spigoloso alla fine si sono inc…ti da soli.

Derby alla Lazio che vince anche la storica sfida dei canottieri sul Tevere, oltre al confronto stracittadino tra i circoli. E giunge notizia che  la partita di calcetto tra scapoli e ammogliati di piazzale Clodio se la sia aggiudicata la formazione con l’aquila sul petto!!

 

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