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Home Arte cultura e tempo libero Frasi magiche per grandi e bambini che attraversano il tempo

Frasi magiche per grandi e bambini che attraversano il tempo

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Dall’universale “Abracadabra” al fiabesco “Apriti sesamo”, fino al dantesco "Pape Satàn, pape Satàn aleppe”, passando  per il “Bibbidi Bobbidi Bu” di Cenerentola ed il criptico Sim Sala Bin del mago Silvan senza tralasciare l’urlo erotico di Ifix tcen tcen e l’impenetrabile palindromo del latercolo pompeiano

 

Abracadabra, dal greco antico ἀβρακαδάβρα,  proviene dall'aramaico antico “avrah ka dabra”, ovvero “io creo mentre parlo”,  è un vocabolo in uso nella magia mistica antica che nonostante le etimologie proposte è definito per se stesso inintelligibile ed intraducibile. Questa parola era probabilmente utilizzata da popoli di lingua aramaica o araba a suggellare un incantesimo  o come formula per curare alcune malattie e per scacciare i demoni. La prima testimonianza conosciuta si trova nel Liber medicinalis di Quintus Serenus Sammonicus (III secolo d.C.), medico presso l'imperatore romano Caracalla, il quale prescrisse che il paziente malato indossasse un amuleto contenente la parola scritta in forma di un triangolo capovolto.  Carlo Levi, nel suo libro autobiografico Cristo si è fermato a Eboli, dà testimonianza dell'uso del triangolo dell'Abracadabra dai contadini della Lucania.Al giorno d'oggi è utilizzata da alcuni prestigiatori come parola magica durante i loro spettacoli d'illusionismo.

Abraxas. parola Abraxás, d'incerta etimologia, è stata ritrovata su pietre e gemme usate come talismani magici. Divinità di origine gnostico-mitraica, presso la tradizione persiana arriva a simboleggiare l'unione/totalità fra Ahura Mazdā ed Angra Mainyu, ossia tra bene e male. Abraxas è il titolo del  secondo album del gruppo rock dei Santana, pubblicato dalla casa discografica Columbia Records nel settembre del 1970 e contenente la mitica canzone “samba pa ti”.

"Pape Satàn, pape Satàn aleppe" è un verso scritto da Dante Alighieri all'inizio del Canto VII dell'Inferno.

Nella Divina Commedia il verso è pronunciato da Pluto, che Dante pone come guardiano del Quarto Cerchio, e recita: «Pape Satàn, pape Satàn aleppe!, cominciò Pluto con la voce chioccia; e quel savio gentil, che tutto seppe, disse per confortarmi: Non ti noccia la tua paura; ché, poder ch'elli abbia, non ci torrà lo scender questa roccia.» Il verso, composto di sole tre parole, è celebre per il suo scandito ritmo di metrica, che gli dà il tono di un'invocazione a Satana. .

«Apriti sesamo», è  una formula magica di origine araba, utilizzata nella fiaba di Alì Babà e i quaranta ladroni. Serve per aprire l'ingresso di una caverna dove quaranta banditi hanno nascosto un tesoro. La formula usata per chiudere l'accesso alla caverna è, al contrario, «chiuditi sesamo».

La frase appare per la prima volta nella traduzione de Le mille e una notte di Antoine Galland, scritta tra il 1704 e il 1717, come «sésame, ouvre-toi» Babà, una volta che viene a conoscenza della vicenda, si reca alla caverna ma, una volta entrato, non riesce più a uscirne, non ricordando la formula, confondendo il sesamo con altre piante e rimanendo infine intrappolato nella caverna, dove sarà trovato e ucciso dai ladroni.

Hocus pocus è una frase senza senso usata come "formula magica" per "fare accadere qualcosa". In passato fu un termine comune adottato da maghi, giocolieri o altri simili intrattenitori (come "abracadabra", altra parola magica di derivazione da una lingua antica). Nell'inglese britannico, il più moderno significato prevalente è "sciocchezze inventate", come in "It was all a load of hocus pocus" ("erano tutte un mucchio di sciocchezze inventate"). Le origini del termine rimangono comunque oscure.

 

Bibbidi Bobbidi Bu, utilizzata dalla fata madrina di Cenerentola nel l’omonimo film Disney del 1950. Bibbidi–bobbidi–bu è la canzone cantata dalla Fata madrina chiamata la Fata “smemorina” perché si dimentica sempre la bacchetta magica. Mentre canta la canzone, la Fata compie delle magie.La magie si compiono con la formula magica Bibbidi–bobbidi–bu. La Fata veste Cenerentola di un bellissimo vestito con scarpette di cristallo.Trasforma una zucca e vari animali in una carrozza con i cavalli, un cocchiere e un valletto. In questo modo Cenerentola può andare al ballo.

Sim Salà Bim (A-Haunting We Will Go) è un film del 1942 diretto da Alfred L. Werker con Stanlio e Ollio. È il secondo lungometraggio di Stanlio e Ollio dopo la separazione dal produttore Hal Roach. Sim Salabim era un programma televisivo di varietà trasmesso nel 1973 sul secondo programma e condotto da Silvan con Pietro De Vico, Gigi Reder ed Evelyn Hanack. Il programma era basato sui giochi di prestigio di Silvan, gli sketch di Reder e De Vico e i balletti di Evelyn Hanack, che faceva anche da assistente a Silvan in alcuni numeri di magia. Una seconda edizione del 1974 fu trasmessa in replica all'interno della trasmissione Buonasera con... Silvan nelle giornate di sabato tra novembre e dicembre del 1977.

Ifix tcen tcen, il significato dell’urlo di Supersex, vero cult anni ’70.  E’ il motto dell’extraterrestre protagonista del fotoromanzo hard degli anni ’70-’80 Supersex, che pronuncia le parole in questione durante l’eiaculazione. La frase è diventata un vero tormentone all’epoca, contribuendo anche alla fama dell’attore-modello Gabriel Pontello e oggi è salita alla ribalta grazie a Supersex, la serie su Rocco Siffredi targata Netflix. Nato dal “genio” imprenditoriale di Saro Balsamo, editore di altre riviste per adulti come Le Ore e Men, Supersex è stato un caso editoriale dell’epoca. 194 numeri che hanno segnato l’immaginario collettivo etero maschile dal 1967 al 1985.

Sator Arepo Tenet Opera Rotas. E’ il famoso quadrato magico, composta dalle parole che creano un attraente palindromo, vale a dire una frase che rimane identica se letta da sinistra a destra e viceversa, dall’alto al basso e viceversa. L'iscrizione è stata oggetto di frequenti ritrovamenti archeologici, sia in epigrafi lapidee sia in graffiti, ma il senso e il significato simbolico rimangono ancora oscuri, nonostante le numerose ipotesi formulate. Gli esemplari più antichi e più celebri sono quello incompleto rinvenuto nel 1925 durante gli scavi di Pompei, inciso su una colonna della casa di Paquio Proculo e quello trovato nel novembre del 1936 su una colonna della Palestra Grande, sempre a Pompei, certamente inciso prima dell'eruzione del 79 d.C.[ Del "latercolo pompeiano" sono stati rinvenuti esempi a Roma, nei sotterranei della basilica di Santa Maria Maggiore, nelle rovine romane di Cirencester (l'antica Corinium) in Inghilterra, nel castello di Rochemaure (Rhône-Alpes), a Oppède in Vaucluse, a Le Puy-en-Velay, nella corte della Cappella di Saint-Clair, sulla parete del Duomo cittadino di fronte al Palazzo Arcivescovile a Siena, in Abruzzo sulla facciata della Chiesa di Santa Lucia a Magliano de' Marsi e su quella dell'Abbazia di San Pietro ad Oratorium a Capestrano, nella Certosa di Trisulti a Collepardo, a Santiago di Compostela in Spagna, nelle rovine della fortezza romana di Aquincum in Ungheria, a Riva San Vitale in Svizzera, solo per citarne alcune.

 

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