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Home Arte cultura e tempo libero Geniozia n.60 tra genialità ed idiozia: Indagine scientifica sul peto umano

Geniozia n.60 tra genialità ed idiozia: Indagine scientifica sul peto umano

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Tutti gli abitanti del pianeta terra emettono aria intestinale, talvolta maleodorante: cause, specifiche e rimedi sul fenomeno delle flatulenze

 

Il termine peto deriva dal latino “pedere”  «emettere peti, scoreggiare» e non dal verbo Peto is petivi petitum petere che ha molti significati, dal chiedere, al dirigersi, all’aspirare. Il peto è il primo elemento della famosa scala delle scoregge impostata su“peto-repeto-loffia-faloppa e sbrindellone”.

Nei detti popolari (tromba de culo sanità de corpo) la scorreggia rumorosa è un segno di buona salute!

Si dice che i peti siano lo specchio della nostra salute e  che potrebbero essere il segnale di  un'intolleranza o di una particolare sensibilità alimentare. Emblematica l’eccessiva flatulenza riconducibile alla mancanza degli enzimi digestivi necessari per scomporre determinati alimenti. La più diffusa  è l’intolleranza al glutine, proteina presente nei cereali come grano, orzo e segale.

Poichè non tutte le flatulenze creano cattivi odori ci si chiede da che cosa dipenda allora la puzza dei peti?

Una delle cose che influisce sulla nostra flatulenza è ovviamente  il cibo che mangiamo. La fibra, in particolare, è uno dei principali colpevoli del fenomeno. In estrema sintesi, non  si digeriscono  le fibre, quindi quando i nostri batteri intestinali le fermentano,  da qui si scatena il processo di rilascio dei gas, che,  a detta di molti, sono perfino infiammabili.

L'eccessiva flatulenza può essere un segno che si stanno  consumando troppe fibre per cui massima attenzione ad alimenti come legumi (ad esempio fagioli), verdure a foglia scura e verdure crocifere (ad esempio cavoli e broccoli).

Non tutti sanno che le proteine contengono zolfo, che viene poi trasformato in idrogeno solforato dai nostri batteri intestinali ed è proprio questo  gas molto puzzolente che riscontriamo nelle emissioni , che sovente  ci ricordano le uova marce.

Altra causa di tale problema potrebbe essere un eccessivo uso di  dolcificante artificiale. Le pasticchette e le polverine che sostituiscono lo zucchero, spesso usate durante la colazione mattutina, in realtà sono presenti  in tantissimi alimenti ingeriti durante i pasti principali.

Altro  profilo da controllare è l’eccessiva ingestione d’aria, una deprecabile abitudine abbinata alla nevrosi moderna, alla accelerazione dei nostri gesti, forse anche ad un presunto efficientismo che ci spinge a fare tutto di corsa, anche il mangiare.

Ingoiamo aria  anche quando facciamo cose quotidiane basilari come parlare; parte di quest'aria viene fatta passare attraverso il rutto e/o i peti. Troppa aria può aumentare la flatulenza, quindi potrebbe esserci un legame tra l'eccessiva flatulenza e la quantità di aria che ingerisci. In taluni casi siamo in presenza di  vera e propria aerofagia (mangiare aria), con  sintomi di  gonfiore, dolore addominale e distensione.

Molti ritengono che trattenere i peti faccia male e quindi liberano aria in ogni contesto.  Una cosa è certa che l’aria liberata, per di più se mefitica, non faccia bene a chi si trovi in compagnia di chi soffre del disturbo in parola.

Infine c’è chi della flatulenza fa quasi sfoggio, diventando un vero petomane (ricordate il film del 1983, ambientato agli inizi del Novecento, in piena Belle Époque, ove si raccontano le vicende di Joseph Pujol (Ugo Tognazzi) detto il "Paganini del peto". Attraverso dell'aria che egli riusciva ad inspirare e far fuoriuscire dal retto, era in grado di suonare qualsiasi melodia, imitare qualunque rumore e riprodurre marce e ballate  varie), certamente non benvoluto nei salotti e nei momenti di aggregazione !!!

 

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