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Home Arte cultura e tempo libero Il massimo per una festa speciale a Roma? Avere come invitato speciale l’aquila Olympia della S.S. Lazio

Il massimo per una festa speciale a Roma? Avere come invitato speciale l’aquila Olympia della S.S. Lazio

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Intanto il senatore Claudio Lotito apre a Dazn ed alla fascinosa Giorgia Rossi le porte del centro sportivo della Lazio a Formello, considerato tra i più belli d’Europa

 

Da sempre si cerca qualcosa che renda memorabile il festeggiamento di un compleanno, di un anniversario o di altro ancora e non bastano più le rapide comparsate a sorpresa di qualche vip più o meno in disarmo; per essere originali e glamour ai massimi livelli occorre un evento di quelli fuori dalle convenzioni ed allora, cosa più affascinante ed elettrizzante di un aquila reale? A Roma vive Olympia la stupenda creatura che simboleggia la prima squadra della capitale e che apre, con il suo volo dominante, ogni partita interna dei biancocelesti; la sua simbiosi con i tifosi laziali nasce dal lontano 1° ottobre 2010; si tratta di un` aquila reale dell`Alaska, nata in cattività, con un peso di circa 7 chili ed un`apertura alare di  ben 2 metri e 10. Qualche giorno addietro  nel corso di un festeggiamento c’è stato l'ingresso a sorpresa del falconiere Juan Bernabè proprio con l'aquila della Lazio Olympia, che ha reso ancora più speciale ed emozionante  il diciottesimo compleanno di una tifosa biancoceleste.  Un regalo unico, straordinario, totalmente inaspettato che, durante la festa, ha lasciato tutti senza parole, festeggiata compresa. La ragazza, supertifosa della Lazio e vestita non a caso con un abito interamente celeste, non appena ha visto entrare Bernabè con Olympia ha sbarrato gli occhi per l'incredulità. Poi, insieme a tutti i presenti, ha intonato l'inno della Lazio mentre ammirava da vicino quell’esemplare stupendo di aquila, coronando una serata indimenticabile ed un compleanno che resterà sicuramente indelebile nella sua vita futura..

Intanto il patron della Lazio Claudio Lotito ha rilasciato un'intervista a Dazn,  intitolata “A casa mia” aprendo le porte del centro sportivo della SS Lazio di Formello, considerato tra i più belli d’Europa ed in effetti le immagini mostrano una struttura magnifica, moderna, organizzata, funzionale non solo ai talentuosi componenti della prima squadra, ma anche al settore women, con tanto di lavatrici negli spogliatoi ed a tutte le compagini giovanili della società SS Lazio.

Da perfetto padrone di casa il presidente Lotito si è intrattenuto con l’amabile Giorgia Rossi, alla quale ha fatto più di una confidenza pubblica sul passato, sul presente e sul futuro della squadra e del mondo biancoceleste,  soffermandosi su due calciatori che hanno scritto pagine importanti della storia recente del club, Ciro Immobile e Miroslav Klose. «Ho ingaggiato Immobile dopo un'esperienza all'estero che non si era rivelata particolarmente brillante. L'ho trattato come un figlio, ma il merito dei suoi successi è interamente suo». Così il presidente ha esaltato l'ex bomber biancoceleste ormai in forza nella squadra turca del Besiktas.

Sull'ex attaccante della Lazio Miroslav Klose  ha speso parole di zucchero, sottolineando la statura umana e professionale del più grande goleador della storia dei campionati del mondo di calcio., definendolo “un grande campione che è rimasto scolpito nella memoria”.

Descrivendo la sua intensa attività e le poche ore di sonno notturno (al massimo 4), Lotito  ha voluto poi sottolineare  come il ruolo di presidente «non si limita solo al profitto o all'interesse», ma comporta «il dovere di preservare, mantenere e tramandare i valori. Significa rappresentare una comunità di persone e i loro sentimenti».

TRa episodi ed aneddoti vari legati a tanti personaggi che hanno arricchito la storia della Lazio, il vulcanico presidente biancoceleste ha  ricordato anche di aver giocato a carte con Inzaghi e Bielsa: «Per me è un modo per svagarmi. Nel mondo del calcio, quasi tutti sono bravi a

giocare, e Inzaghi non fa eccezione: lui giocava bene, ma era soprattutto molto fortunato. Come diceva Napoleone, meglio un generale fortunato che bravo. Riguardo a Bielsa, invece, ho provato a fare una partita, ma mi sono subito reso conto che il suo stile non si adattava al mio».

Dopo aver esaltato la figura dell’attuale allenatore Baroni, “affamato” di vittorie, di bel gioco e di crescita dell’organico a disposizione, con il quale condivide lo stesso linguaggio in termini di valori e di progettazione, il numero uno della Lazio ha parlato anche dell’altra sponda, in particolare di De Rossi, “certamente  legato alla storia della Roma, proprio come Totti, che e viveva il suo rapporto con la squadra del cuore in modo viscerale. C'era un'identità, una simbiosi continua tra lui e il club. Non conosco i dettagli dei suoi rapporti con la proprietà o lo spogliatoio, quindi, non posso esprimere giudizi su questo. Posso solo dire che era una persona profondamente legata ai colori della squadra che allenava».

 

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