Al vaglio critico i film di maggior successo nei giorni delle feste natalizie: Parthenope, Napoli New York, Conclave, Giurato Numero 2 e Diamanti, ma anche pellicole di grande attrattiva come Il Gladiatore II, Freud, l'ultima analisi, e Per il mio bene.
PARTHENOPE Di PAOLO SORRENTINO
È un affresco della città di Napoli sulla bellezza che incanta quasi a togliere il fiato e che permette di scegliere tra angeli. e demoni. Napoli delle meraviglie e delle miserie tra vicoli soffocanti e grandi spazi con sfondo solo di cielo e mare. Bellissima è Parthenope una bellezza esteriore, ma una sola è la grande bellezza : Napoli. Come la sirena Parthenope attirava Ulisse, Paolo Sorrentino fa cantare Napoli. La seduzione ammalia lo spettatore con le sue trame per poi fuggire. Il vero messaggio e che la vera bellezza è l’imperfezione. Allo splendore, la grazia e l’eleganza si alternano il degrado conditi da una continua esaltazione tra spazio e tempo.
NAPOLI NEW YORK DI GABRIELE SALVATORES
Nell’immediato dopoguerra, Napoli appare nella profonda miseria dove scarseggia il mangiare e prolifica la borsa nera alimentata dalla presenza degli americani occupanti. Due bimbi Carmine e Celestina si aiutano a vicenda e cercano di sopravvivere spesso senza mangiare e Carmine come può pratica la borsa nera per guadagnare per un po’ di cibo. Una notte si imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di celestina emigrata, sposa di un americano. Dopo innumerevoli peripezie finalmente scopriranno che la loro casa è l’America. Tema del film è il viaggio e la fuga per riflettere su un racconto oggi quanto mai attuale: l’emigrazione. E’ una fiaba neorealista, un piccolo sogno americano. Sublime l’interpretazione scenica dei due bambini, superbo Pierfrancesco Favino. Una favola di ieri e di oggi, di sempre
CONCLAVE DI EDWARD BERGER
Accade tutto nella Città del Vaticano. Muore Il Santo Padre, e i cardinali devono raggiungere al più presto Roma per eleggere il nuovo Papa. Ad organizzare il conclave in ogni sua forma viene designato il cardinale Lawrence, braccio destro del defunto pontefice, ma il Vaticano è il luogo ideale per una trama dove intrighi e giochi di potere si sviluppano. Prevale su tutto l’aspetto burocratico: dominano le regole l’organizzazione, i rituali e le costrizioni. È un thriller fantapolitico a tutto tondo, incardinato nella scenografia vaticana. Il ritmo, apprezzabile solo nel secondo tempo, ha un andamento formale e cadenzato dall’ambito particolare in cui si muovono i cardinali.
GIURATO NUMERO 2 di CLINT EASTWOOD
Un giovane scrittore Justin Kemp in procinto di diventare padre, è scelto come giurato in un famoso processo per omicidio. Restìo a partecipare perche preoccupato di assistere la moglie con una gravidanza a rischio, non può rifiutare. L’imputato è accusato di aver ucciso la sua fidanzata dopo un pesante litigio in un bar. Il bar è lo stesso in cui Justin si è recato quella sera, quando, tornando a casa sotto una pioggia incalzante ha urtato un cervo sul ciglio della strada. Justin crede di aver urtato un cervo, ma man mano che la giuria si riunisce per il verdetto, si concretizza sempre più il suo dilemma morale. Cosa fare: condannare o assolvere l’uomo dall’omicidio?
È questa una storia intrigante e contorta, dove si scruta con attenzione l’intero sistema giudiziario. Il film appare,quasi come un remake, sempre oggetto di studio, di una pellicola del 1957 “La parola ai giurati” di Sidney Lumet.
DIAMANTI DI FERZAN OZPETEK
Anni 70. Nella Roma modaiola e godereccia una prestigiosa sartoria di due sorelle, Alberta e Gabriella Canova, costituisce il punto di riferimento più importante per il mondo del cinema. La perfezione dei costumi di scena sono il leitmotiv della intera vicenda tra sete pregiate, velluti, merletti, pizzi e bottoni, in mezzo ai quali le sarte appaiono vicine e coese tra di loro anche se portano le proprie vicende personali nelle discussioni sartoriali senza mai abbandonare il loro impegno professionale di realizzare i vestiti. Ozpetek conferisce alle donne il ruolo di protagoniste assolute. Le donne sono sempre portatrici di cambiamento. Imponente, vario e brillante il cast femminile con ben 18 attrici ed ognuna di loro è un vero diamante di questa pellicola che offre spunti di profonda riflessione. Nel microcosmo della sartoria si intrecciano le dinamiche professionali e le battaglie personali. Figli da aiutare, un marito violento da fermare, altre vite fuori dagli schemi da difendere, lutto ed abbandono da elaborare e tutto intorno solo la bellezza di abiti da inventare, cucire e decorare.
IL GLADIATORE II DI RIDLEY SCOTT
Le coste del Nord Africa sono il nuovo obiettivo dell’impero romano la cui flotta è comandata dal generale Marco Acacio agli ordini degli imperatori i fratelli Geta e Caracalla. Il generale Acacio compie la conquista e fa messe di schiavi da portare a Roma tra cui vi è Lucio, che nella battaglia ha perso la donna amata, e nel rivedere la Città Eterna ricorda di esservi stato molti anni prima. Per lui è giunta l’ora della vendetta, quella di riprendersi tutto ciò che gli è stato tolto, vendicando così l’amata compagna. Il film propone un grande intrattenimento, opulento ed eccessivo, affascinante prodotto di altri tempi, ma con la forza e l’epicità del primo film in cui si identificava in Massimo Decimo Meridio il fedele soldato di Marco Aurelio. Qui su tutti troneggia i burattinaio Macrinus interpretato da Denzel Washington che vediamo combattere nella polvere dell’arena. Questo film può essere considerato un azzardo riuscito, per di più in modo spettacolare, che prosegue in un universo reale nella storia ciò che è inventato invece nel racconto.
FREUD L’ULTIMA ANALISI Con ANTTHONY HOPKINS E MATTHEW GOODE
Nel settembre 1939, mentre il mondo cade in un nuovo e ancor più spaventoso conflitto armato con l’invasione della Polonia da parte della Germania nazista, l’ottantenne padre e fondatore della psicoanalisi Sigmund Freud trascorre i suoi ultimi giorni a Londra prima di suicidarsi a causa di un tumore alla bocca irreversibile. il piano narrativo si svolge nelle immaginaria conversazione tra Freud padre dell’inconscio e il docente di Oxford teologo e scrittore.
Due uomini diversi per origine, generazione e idee. Il discorso centrale e soprattutto quello sull’esistenza di Dio in un confronto che appare come una seduta dello psicologo tra l’ateismo di Sigmund Freud e il credente Lewis da cui emergono ricordi, demoni, posizioni e contraddizioni per entrambi. Controverso il rapporto tra medico e pensatore sull’omosessualità della figlia di Freud Anna, psicanalista ella stessa e legata alla collega Dorothy Burlingham. Si tratta di una trama estrema e surreale dove la bellezza della storia e il dialogo e in cui non ci sono risposte, ma solo la possibilità di una crescita personale.
PER IL MIO BENE DI MASSIMO VERDESCA Con Barbara Bobulova e Stefania Sandrelli.
Sulla scena quattro donne a confronto tra di loro e quattro modi differenti di vivere il dolore e la maternità. Il viaggio di una delle quattro donne nella malattia, l’abbandono, la ricerca della verità. Giovanna (Barbara Bobulova) è una donna forte, una professionista affermata che dirige con intelligenza la sua azienda ereditata dal padre. Ha una figlia, Alida, che cresce da sola con attenzione lasciandosi aiutare da sua madre Liela. (Stefania Sandrelli). Giovanna è una donna vincente, ma qualcosa sfugge al suo controllo e si apre improvvisamente una voragine: é un tumore e per salvare la sua vita è necessario un trapianto. Il medico le suggerisce di trovare al più presto tra i suoi diretti consanguinei un donatore maggiorenne compatibile e darle una speranza di vita e Giovanna pensa subito alla sua madre Liela, ma lei non può aiutarla e le confessa per la prima volta di non essere la sua madre biologica. Giovanna perde così la sua identità e inizia la ricerca della madre che l’aveva abbandonata trentacinque anni prima e inizia a confrontarsi con una donna Anna di cui non conosce nulla. Anna è invece la sua vera madre una donna confusa che vive in un piccolo paese di montagna vicino ad un lago misterioso come la sua vita, fatta di solitudine e fuori dal tempo. Il finale è drammatico : la madre biologica si suicida nel lago mentre viene trovato un donatore compatibile. La morte cede il testimone alla vita ed è questa la cruda verità.
MODI’ TRE GIORNI SULLE ALI DELLA FOLLIA DI JOHNNY DEEP
Uno spaccato di 72 ore nella vita del grande artista bohemien Amedeo Modigliani, per gli amici, Modì! Nella Parigi del 1916 si susseguono in un vortice di eventi, dilaniata dalla guerra. Modì in fuga dalla polizia dopo aver distrutto la vetrina del Caffè Le Donne vuole porre fine alla sua carriera ed abbandonare la città, ma è ostacolato dai suoi colleghi artisti Maurice Utrillo e Chaim Soutine , che ritrova in una locanda gestita dall’ amica Rosalie oltre che dalla sua musa ispiratrice e amante Beatrice Hastingss. Modì chiede consiglio al suo amico e mecenate d’arte Leopold Zborowskjvski, ma si ritrova di fronte ad un collezionista americano, Maurice Gagnant, che ha il potere di cambiare la sua vita. Questo film è una storia di amore e di arte che guarda al cinema di Marcel Carné ed Emir Kusturica. Superba l’interpretazione di Riccardo Scamarcio nella veste del protagonista, in una narrazione che vuole essere sempre molto ambiziosa.