Una visita, integrata ed impreziosita dalla presenza di attori della Fondazione Teatro di Roma, costituisce un piacevole appuntamento in cui storia, arte e teatro si danno la mano in un contesto naturale di assoluto pregio.
Siamo nel lato del Museo Tecnologico (Tecnotown), adiacente a via Spallanzani. Nel 1841 il principe Alessandro Torlonia per festeggiare le nozze con Teresa Colonna, commissiona all’architetto Raimondi la costruzione del Teatro. La famiglia Torlonia, di provenienza francese, era costituita da commercianti di stoffe arricchitasi in tempi brevi ma senza un briciolo di nobiltà, cui ambivano senza mezzi termini. L’amore di Alessandro Torlonia per Teresa Colonna è suggellato da questo edificio, un regalo da parte di un rappresentante della famiglia simboleggiata da stelle e comete per una donna di nobile casato simboleggiato dalla figura della colonna. I lavori furono interrotti per la morte del principe nel 1848 e per la malattia della sua sposa. Il teatro venne così terminato nel 1874, la data è scolpita nel portico settentrionale e nell’arcoscenico.
L’architetto Costantino Raimondi (Roma 1805 – Washington 1880) immaginò il Teatro Torlonia come un teatro di corte, per questo motivo oltre alla grande sala a ferro di cavallo, Raimondi costruì due grandi spazi laterali che potevano essere utilizzati sia per ingrandire il palco – grazie a un sofistico marchingegno – sia come sale da ballo per le feste del principe. La platea si trova molto in basso rispetto al palcoscenico non solo per offrire spazio all’orchestra ma anche per permettere una soluzione tecnica che facesse salire, quasi magicamente, il palcoscenico ad altezza dei loggioni.
Nel Teatro Torlonia convivono diversi stili: il corpo centrale con la maestosità dell’epoca classica, la parte meridionale con la serra in ferro e ghisa riprende lo stile nordico, le sale e gli appartamenti laterali sono decorate in stile gotico, moresco, greco-romano e rinascimentale. Tutte le decorazioni del Teatro sono opera di Costantino Brumidi, l’artista conosciuto negli Stati Uniti come il “Michelangelo D’America” dopo il suo affresco (l’apoteosi di George Washington )nel Campidoglio di Washington (Capitol Hill).
Nonostante il grande progetto architettonico e artistico, il palco del Teatro Torlonia fu calcato pochissime volte: si ha testimonianza solo dello spettacolo Il profilo di Agrippina organizzato da Giovanni Torlonia nel 1905.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Teatro venne danneggiato dall’occupazione angloamericana. Anni di abbandono e incuria resero la struttura fatiscente.
La storia della famiglia Torlonia si interseca con la figura di Benito Mussolini che in questa villa, ricca di verde e di bellezze architettoniche, dotata di un rifugio bunker, affittata per la cifra simbolica di una lira, viene a risiedere con la sua famiglia, a due passi dalla abitazione di Claretta Petacci.
Tutto il complesso di Villa Torlonia fu acquisito dal Comune di Roma nel 1978. I lavori di restauro e di adeguamento funzionale, diretti dall’Area Progettazione di Zètema Progetto Cultura, sotto il controllo e la supervisione scientifica della Sovrintendenza Capitolina, hanno riguardato gli anni 2007 – 2012 riportando all’originale splendore questo gioiello architettonico caratterizzato da una serra affacciata su una fontana ellittica con una singolare bordura ad effetto ricamo. Oggi il Teatro Torlonia fa parte della Fondazione Teatro di Roma, insieme al Teatro Argentina e al Teatro India. In questo teatro carico di storia vengono organizzati concerti, mostre, progetti di formazione, spettacoli teatrali e laboratori con un particolare riguardo ai bambini e ai ragazzi.
Nel corso della visita ci si imbatte in due splendidi foyer (focolari, infatti c’è un camino) affrescati di rosso in ricordo degli originali tendaggi andati perduti, che affiancano due corridoi con statue di Tasso, Ariosto, Dante e Beatrice, Petrarca e Laura, forse per celebrare l’amore nella letteratura. Il soffitto del teatro presenta un maestoso affresco decorato a ventaglio che celebra le Ore e richiama i dodici segni zodiacali. Le statue in gesso, con le figure di Mozart, Bellini, Rossini ed altri sono state eseguite da allievi del maestro Thorvaldsen.