Le parole raccontate nel loro intimo significato: l'origine, la storia, il legame ad un evento o ad un personaggio.
Frustrazione, desiderio, ecatombe, educare, ignavo, natale, neutrale, obbrobrio, onomatopeico, palinsesto, reciprocità, anfibio, aleatorio, antesignano
Frustrazione. “Frustra” in latino è l’avverbio che significa vanamente, invano, da cui deriva il termine che indica quella sensazione che si ha di agire per nulla, a vuoto, senza alcuna soddisfazione. Tipico il fallo di frustrazione che commette il giocatore, il calciatore, di fronte ad un avversario particolarmente forte e superiore.
Desiderio. Le nostre aspettative hanno sicuramente a che fare con il futuro, con il destino, con le stelle, che in latino sono “sidera”. Il desiderio sembrerebbe collegarsi alla mancanza di stelle….propizie.
Ecatombe. In greco antico ekaton significava cento e bous traduceva i nostri “buoi”. L’insieme era di cento buoi, quanti potevano essere immolati alla divinità con un sacrificio che appare, a noi moderni, enorme e privo di senso
Educare. Termine di provenienza latina: e (fuori) ducere (condurre). Questo condurre fuori può essere riferito alla preparazione dei giovani in vista dell’ingresso nella società adulta oppure l’educazione come insegnamento per tirar fuori dai giovani la propria personalità.
Ignavo. Privo di volontà, pigro. Gnavus nella latinità era la persona attiva, piena di energia; se preceduto da “in” privativo diventa l’odierno svogliato, più psichico che fisico.
Natale. Si riferisce ovviamente alla nascita (natus) ed è integrato dal suffisso –ale che indica appartenenza o riferibilità (bestiale, liberale, criminale, legale, nazionale etc.)
Neutrale. Dal latino ne + uter ossia nessuno dei due, con conseguente affidabilità proprio perché il soggetto neutrale non è vicino a nessuno dei contendenti, a nessuna delle parti in causa. E’ una prerogativa che dovrebbe avere ogni giudice, ogni arbitro.
Obbrobrio. “Ob” per i latini è preposizione causale e di fronte ad una infamia, ad uno spettacolo vergognoso (probrum) non può che determinare una sensazione di fastidio, appunto di obbrobrio.
Onomatopeico. L’aggettivo è inteso generalmente come “nome (onoma, in greco) legato al suono, ma la matrice etimologica ci porta al nome legato al “fare” (poieo in greco). Esempio di parola onomatopeica è fruscio, dal tipico “fru fru” tra la vegetazione, tintinnio dal “tin tin” metallico tipico di alcuni oggetti.
Palinsesto. Il termine si usa con una certa frequenza in occasione della programmazione delle trasmissioni televisive o radiofoniche; esso trova giustificazione nella preposizione palin (di nuovo) e nel verbo greco psain “raschiare”. In passato raschiare uno scritto, una tavoletta, papiro o pergamena, permetteva la nuova scrittura sulla tabula diventata rasa. Come dire riscrittura, riprogrammazione.
Reciprocità. Si tratta di un trattamento speculare, simmetrico, una condizione spesso usata nei trattati internazionali. La parola è la singolare combinazione di “dietro” ed “avanti”, rispettivamente recus e procus in latino. Si concede qualcosa a condizione che la controparte si impegni a concedere la stessa cosa.
Anfibio. “Anphì” in greco significa doppio; “bios” è invece vita. La doppia vita per gli animali anfibi è quella terrestre ed acquatica, come avviene per le rane e i coccodrilli. Mezzi anfibi sono quelli che posso muoversi in mare come sulla terraferma.
Aleatorio. Che comporta o sottende un “rischio”, che nella lingua latina si dice “alea”. Tutti ricordiamo come Cesare, varcando il fiume Rubicone, pronunciò la famosa frase “alea iacta est”, più conosciuta come “il dado è tratto”, ma traducibile letteralmente con “il rischio è assunto”. Contratti aleatori sono quelli come gli assicurativi che hanno per oggetto il passaggio oneroso del rischio.
Antesignano. Che precede gli altri in una idea, una teoria, una procedura di qualsiasi tipo. Dal termine latino ante (davanti) e signum (insegna, bandiera). Ad esempio Leonardo da Vinci può dirsi antesignano dello scienziato moderno.