Todi, Monte Castello di Vibio, Assisi, Montefalco e Bevagna raccontate dal “gruppo 14 SPQR” ospitato al Casale delle Lucrezie, in località Due Santi
Toccare il cuore verde dell’Umbria nel bel mezzo delle festività natalizie, apprezzare il sacro (arte, natura e religione) ed il profano (cibo, vino e feste) di questa bella regione; questo l’obiettivo condiviso delle sette coppie partite dalla capitale alla volta di Todi, non a caso definita dalla Kentucky University, nel 1992, "la città più vivibile del mondo". Centro prescelto per la vacanza di fine anno è il “Casale delle Lucrezie”, un agriturismo in località Due Santi, pochi chilometri da Todi, un tempo residenza delle reverende monache Lucrezie ed oggi struttura ben organizzata, con piscina, centro benessere, palestra e sala svago, perfettamente gestita dal pater familias Piergiorgio, dalla moglie Noemi (cuoca eccellente), dai figli Claudia (in dolce attesa) e Raffaele (energico ed attento), un bell’esempio di famiglia italiana che dà forza e fiducia alle prospettive del nostro Paese.
La piazza del Popolo a Todi si presenta come un bel salotto medievale circondato dalle imponenti costruzioni in pietra dei palazzi del Capitano e dei Priori con lo sfondo dominato dalla maestosa Cattedrale. La visita alle sottostanti cisterne romane comporta davvero zero emozioni. Nell’attigua piazza Garibaldi, con veduta sulla valle del Tevere, spicca l’albero più alto d’Italia. Imponente la scalinata che parte dal monumento in onore di Jacopone da Todi. Vicino alla Fonte Cesia è di sicura attrattiva un negozio di barbiere decisamente retrò; a pochi passi merita attenzione una pizzeria-rosticceria accogliente per il turista affamato e spesso infreddolito. Il repertorio architettonico della cittadina contempla anche la Fonte Scannabecco, i Nicchioni romani ed il Mastio ubicato nei pressi del Parco della Rocca, ma il fascino tuderino è soprattutto negli scorci, nelle case e nelle stradine, ispirati complessivamente ad una vivibilità sobria e rispettosa della storia, dell’arte e della natura, un vero valore aggiunto per i tanti paesi, piccoli e grandi, di questo territorio compreso tra le province di Perugia e Terni. A Monte Castello di Vibio, pochi chilometri da Todi, c’è un gioiello miracolosamente sottratto al degrado, che merita assolutamente una visita o, meglio ancora, una prenotazione per una rappresentazione serale; si tratta del Teatro della Concordia, considerato il più piccolo teatro al mondo tra quelli strutturati, con deliziosi balconcini affacciati su una platea intima e confortevole. Proseguendo in direzione Deruta, famosa per le sue ceramiche, e spostandosi poi sul versante di Spello, altro paesino annoverato come delizioso, il nostro itinerario ci porta ad Assisi, proiettandoci nel mondo della fede e dell’arte, mirabilmente combinate nella basilica di San Francesco, anche grazie alle opere di Giotto, di Simone Martini e di Cimabue, parte integrante della nostra cultura collettiva ed individuale. Il megaparcheggio attrezzato è una tappa d’arrivo obbligata per partire alla volta del monastero, che si raggiunge a piedi, attraverso stradine in salita rese psicologicamente meno faticose dalla presenza di negozi di ogni tipo, ove anche il più refrattario dei turisti stenta a resistere all’acquisto di qualche souvenir. Immancabili i presepi che emergono un po’ dappertutto, nelle chiese ovviamente, ma anche nei palazzi istituzionali, nelle vetrine dei negozi come pure negli affacci delle case, perfino nei prati, capaci di trasmettere quella religiosità che mal si combina con il commercio esasperato ed oltranzista. Il locale prescelto per un break prosaico e per un ristoro termico ci lascia il segno non tanto per la qualità delle pietanze consumate, quanto per l’originalità dell’ambiente, ispirato ad un mondo veneziano difficilmente collocabile nel tempo, con tanto di manichini in perfetto stile Goldoniano. Meglio comunque del gestore di un bar-ristoro poco distante che ha trovato difficoltà insormontabili a separare una sottiletta di formaggio da una fetta di prosciutto perdendo l’occasione di avere 14 nuovi clienti e di manifestare un briciolo di intelligente educazione.
Per nostra fortuna le tavolate serali al Casale delle Lucrezie ci riportano a sapori antichi ed assai graditi come quelli della faraona alla leccarda, delle pappardelle al cinghiale, del sugo d’oca, degli stringozzi acqua e farina, dei dolci preparati in casa dalla bruna Noemi, del vigoroso Sagrantino di Montefalco. I dopo cena nella sala svago sono imprevedibili ed ingestibili: al biliardino Alberto sembra dominare le resistenze di Gianni , Elio e Marcello; al biliardo Arno e Claudio cercano (ancora) il colpo perfetto; il torneo di Burraco non si riesce a concludere anche a causa dei briefing ad oltranza e di un I-pad che ci propina per circa due ore filate le canzoni postbelliche di Paul Anka, Neil Sedaka, Pat Boon, Betty Curtis, Petula Clark ed altri. Va fortissimo, come da pronostico, l’edizione 2012 della Tombola kitch che riesce a mandare un piccolo aiuto alle suore redentoriste in Paraguay. Per la cronaca ludica risulta vincitore e senza rivali il portachiavi con la zampa di coniglio (o visone) che riesce a trionfare pure sul portaniente tunisino….
Alla terza giornata diamo un bel nove in pagella perché visitiamo due località deliziose, peraltro molto vicine, Montefalco e Bevagna. La prima si presenta con una leggiadria urbanistica difficilmente riscontrabile altrove: tutto è armonioso, pulito, organizzato; le attività commerciali, prodighe di articoli eleganti e di offerte invitanti, bene si integrano con il senso dell’arte e della storia che si respira dentro le mura di questa cittadina ricca di mescite del famoso Sagrantino che qui ha la sua capitale. Acquisto consigliato presso le salumerie del posto: i famosi “cojoni di mulo” che, a dispetto del nome, sono affettati molto gradevoli. Bevagna merita la palma dell’incanto estetico grazie ad un insieme armonico di componenti di segno positivo: dalla bellezza dell’abitato, dei viottoli, delle piazzette, degli scorci che farebbero felici poeti e pittori; all’atmosfera artistica che emanano gli edifici artistici (la piazza Silvestri, la chiesa di S.Silvestro e la prospiciente cripta di indole templare, il tipico pozzo ottagonale), poi il suggestivo ponte sul Clitunno, gli eventi musicali e culturali, il fascino delle tante trattorie. Tra queste citiamo l’Osteria Scottadito dove Rosina con marito e figlio deliziano gli avventori con carni di prima scelta e con portate sempre apprezzate, condite da cordiale allegria, lasciando così un segno indelebile nel turista di passaggio. Dulcis in fundo, la visita alla “officina della carta” ed all’anfiteatro romano diventato nel tempo tutt’uno con le case dei residenti. Il tutto raccontato da un simil Johnny Depp napoletano capace di ammaliare i visitatori con dissertazioni diacroniche sulla civiltà di quei luoghi, esaltate da particolari domande cariche di effetto (perché i letti nel medioevo erano corti? Qual è l’etimologia di Vesuvio? Olio, sale specchio come si legano alla iattura? Perché il rosso simboleggia il potere ? Insomma filosofia, storia medievale, calcio moderno e case/bottega; tutto per 3 euro, come dice il Depp nostrano, davvero ben spesi!!
Da menzionare la visita alla azienda vinicola Zazzera, gestita da due giovani fratelli che con amichevole professionalità ci hanno introdotto alla degustazione di corposi vini della propria terra, come il Grechetto, il Merlot e il pregiato Sagrantino.
Dell’ultimo dell’anno parlano oramai i giornali locali, i siti internet ed i social network; appuntiamo sul diario di viaggio solamente che al Casale delle Lucrezie, nella notte di S. Silvestro, c’era un cenone eccellente, musica dal vivo, giusta atmosfera conviviale, un po’ di botti per salutare l’anno nuovo, balli sfrenati che hanno visto scatenarsi donne di ogni età, razza e religione (in particolare Giovanna, Rita e Marisa) inclusa la sorpresa dell’ aiutante in tavola, rivelatasi una spettacolare lady dancer. Mistero fitto sulla identità di un signore che girava con minislip rossi di donna calzati sulla testa…….A fine anno, a fine vacanza, un buon letto caldo per tutti sperando che il 2013 faccia ripartire l’Italia nel lavoro e nell’economia, ma anche nella moralità e nella solidarietà.
Ps. Volete vedere un bel film ambientato a Todi nel periodo natalizio? "Una famiglia perfetta" di Paolo Genovese, non vi deluderà.
(A.A.B.)