Vorace e gli aggettivi rafforzati dalla desinenza “ace”: audace, loquace, pugnace, tenace, vivace,rapace, verace, sagace, salace, perspicace, fugace, capace, fallace, efficace
Quando si attribuisce a qualcuno l’aggettivo di vorace, si intende qualificare una persona che mangia in modo esagerato, per quantità o per velocità. L’etimologia della parola individua nel suffisso “ace” un rafforzativo di un modo di essere o di agire e nella componente “voro” il verbo mangiare (dal latino voro,as -avi -atum vorare), lo stesso che troviamo nell’onnivoro (che mangia tutto), nel carnivoro (che mangia carne), nel divorare (mangiare con avidità) e perfino nell’idrovora, lo strumento che assorbe, aspira acqua. Quello che interessa in questa sede è proprio il terminale ace, che esalta le azioni dell’audace, che osa senza limiti (dal latino audere = osare), del loquace, che parla molto (dal latino loquor = parlare), del pugnace, che combatte fino allo stremo (dal latino pugno=combattere),del tenace, che resiste ad oltranza (dal latino teneo=tenere). Vivace è il bambino particolarmente vivo, vitale; rapace è l’animale particolarmente abile nel rapire, come l’aquila o il falco; verace sottolinea un prodotto nella sua genuinità, come la vongola oppure il linguaggio; sagace è chi si mostra sempre saggio ed avveduto; salace è ciò che è fortemente salato, anche in senso metaforico, come un brano letterario pungente; perspicace è chi ha il dono di guardar lontano (dal latino perspicio=guardare), anche in senso figurato; mordace è chi morde, come un cane, magari in senso figurato, con le parole o con uno scritto; fugace è ciò che tende a fuggire, a essere vissuto in fretta; capace (dal latino capio =prendere) indica la predisposizione a far bene le cose; fallace è chi sbaglia in modo recidivo; efficace è tutto ciò produce effetti concreti.