Americano di Detroit, nato l’11 giugno 1934, sposato con l’artista Maggie Taylor, è uno dei più importanti esponenti della fotografia surrealista americana. Le sue fotografie ottenute con varie sovraimpressioni di negativi su un’unica stampa
gli hanno valso il premio Guggenheim Fellowship per le arti creative. Le sue creazioni surrealiste sono una complessa composizione di diversi elementi che vengono combinati in modo enigmatico, il che lascia spiazzato lo spettatore perché nulla è come se lo aspetterebbe, ma al contempo lo rassicura perché ogni elemento è singolarmente riconoscibile. “Eppure il mistero rimane”.
Sta all’osservatore attribuire un significato all’opera, quasi fosse un gioco interattivo, è suo il compito di chiudere la filiera creativa dando la sua soggettività al percorso iconografico. Paesaggi surreali e onirici capaci di spostare lo sguardo oltre la soglia del razionale. Mondi di sotto che incontrano quelli di sopra, che galleggiano ancorati alla fantasia più sfrenata, occhi radicati a terra come le fondamenta di una casa, cornici sospese sul nulla. Con il richiamo alla pittura di Magritte, Jerry Uelsmann ha rivoluzionato l’utilizzo della macchina fotografica anticipando con un lavoro certosino in camera oscura gli effetti mirabolanti che si possono ottenere con le tecniche informatiche di Photoshop. L’artista ha insegnato per più di quaranta anni presso la University of Florida a Gainesville; memorabile la personale del 1978 presso il M.o.M.A. di New York.