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Home Arte cultura e tempo libero "Sicilia bedda grand tour" all'insegna del tonno: Trapani, Erice, Selinunte, Mazzara del Vallo, Marsala, Mozia, Gibellina, Castellammare del Golfo, San Vito Lo Capo, Scopello, Favignana, Monreale, Palermo. Di Alberto Bordi e Rita Calvo

"Sicilia bedda grand tour" all'insegna del tonno: Trapani, Erice, Selinunte, Mazzara del Vallo, Marsala, Mozia, Gibellina, Castellammare del Golfo, San Vito Lo Capo, Scopello, Favignana, Monreale, Palermo. Di Alberto Bordi e Rita Calvo

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Il tragitto prefissato è piuttosto semplice: Roma-Napoli in macchina, Napoli -Palermo traghetto notturno, Palermo-Trapani in macchina, Trapani-Favignana ancora in traghetto. Prima parte della visita  della Trinacria dedicata a cultura, arte ed eno-gastronomia, seconda parte invece full immersion nel segno del mare, delle tonnare e della vita isolana.

 

 

 

Neanche il tempo di gustare, a Trapani, vero salotto buono della Sicilia, una arancina al ragù allo strabiliante costo di un euro e poi uno strepitoso gelato pistacchio stracciatella e panna (€ 1,50  da Gelatissimo) ed eccoci sospesi in aria sulla cabinovia mozzafiato che  conduce ai 700 metri di altezza di Erice (costo 9 euro comprendenti andata/ritorno), dopo aver dato il solito euro, al solito parcheggiatore, regolarmente abusivo, con il quale conviene familiarizzare nonostante l'aspetto per nulla rassicurante di pirata supertatuato senza nave. Erice (dal gigante Erix, personaggio mitologico, figlio di Afrodite), annoverato come uno dei borghi più belli d'Italia, con il suo bel castello a precipizio sulla vallata e le sue turrite propaggini naturali ricorda vagamente lo scenario del monte Athos in Grecia con in le prelibatezze dolciarie di Maria Grammatico, regina della pasta di mandorle.  In mezzo a scorci deliziosi, all'ombra di chiese ricche di storia, puoi imbatterti in gruppi di cani sonnacchiosi,  parte integrante di una  tranquilla vita di paese. La prima cena la trascorriamo a La cantina siciliana in via della Giudecca, dove avviene il battesimo con il cous coùs (correttamente  si dice cuscusu) trapanese, con le busiate (pasta fresca) al tonno, con la pasta alle sarde, pietanze dalle quali in futuro  non ti libererai facilmente. E' chiaro, fin dalla prima sera, che da queste parti non devi guardare la bilancia e che i vini (Cristo di Mongibello, Cataratto, Inzolia, Grillo,Alcamo etc) sono tutti tosti e gradevolissimi.

Da non perdere a Trapani la chiesa delle anime del Purgatorio con le statue che ogni confraternita dei mestieri porta in processione con un rituale davvero suggestivo che coinvolge tutta la popolazione.
Il secondo giorno ci portiamo a Selinunte (da selinon = sedano), città greca carica di un fascino senza tempo. L'emozione di fronte al tempio  di Era è incontenibile, come pure il caldo: tra le  imponenti colonne doriche ci aggiriamo come personaggi di un romanzo di Agatha Christie. Poichè siamo nell'area archeologica più grande d'Europa decidiamo di muoversi tra le vestigia  con la vettura elettrica (6 euro a persona). Pranzo veloce ma graditissimo a prezzi stracciati a Mazara del Vallo, in un bel bar sul lungomare, all'ombra di colossali ficus (microcarpa). Ci aggiriamo nel centro storico tra chiese barocche e viuzze deserte, attenti a rasentare solamente la zona della Kasbah dove,  in un tessuto urbanistico fatto di vicoletti e stradine tortuose, lo scippo di un magrebino, ci dicono. è sempre...dietro l'angolo. Pochi chilometri ed eccoci a Marsala, famosa per il suo vino liquoroso venduto in tutto il mondo dalla famiglia Florio; arabeggiante, vitaiola, la città ti accoglie con le sue piazze e le sue chiese antiche ma anche con eventi musicali e negozi alla moda. Il tardo pomeriggio ci conduce a Mozia, l'isola fenicia dove si lavorava quella porpora che fece di Cartagine la più grande potenza commerciale del Mediterraneo, consentendo ad Annibale di sfidare Roma.Ovunque si guardi ci sono saline, ossia le vasche utilizzate per la produzione del sale, intervallate da mulini a vento che richiamano vagamente un paesaggio olandese.  L'aperitivo al tramonto o la granatina (come abbiamo fatto noi) sono un must per i gaudenti di primo livello. Dopo aver invano cercato l'aglio rosso di Nubia (minuscola località nei dintorni di Trapani), torniamo alle Finestre d'Occidente, il nostro confortevole appartamentino ubicato a due passi  dalla movida composta e salottiera che anima Corso Vittorio Emanuele, via Garibaldi e via Roma. Si cena alla Cozza ubriaca, sul lungomare molto frequentato, ed è un trionfo di mitili, ostriche, murici, gobbetti, moscardini, tonno alla griglia, polpo in salse varie, con una intensità di sapori fuori dal comune.
Giornata successiva dedicata a Gibellina (Vecchia), vera sorpresa del nostro tour. Attraversando vallate solitarie dove la mano e la presenza  dell'uomo si desume solo dai tanti vigneti curati con attenzione, approdiamo al museo civico d'arte contemporanea in un contesto surreale come la pittura di alcuni artisti che là hanno lasciato la loro impronta. Qui puoi ammirare capolavori di  Schifano,Guttuso, Burri, Pomodoro, Gino Severini, Alighiero Boetti, Fausto Melotti, Giuseppe Uncini, ed altri artisti siciliani. Spettacolare, in quel contesto metafisico, la montagna di sale con i cavalli di Mimmo Paladino. Percorriamo qualche chilometro di tornanti senza incontrare un essere umano, poi, improvviso, in una dimensione lunare, ci troviamo di fronte il cretto (fenditura radiale) di Burri, opera unica ed indecifrabile, costruita in cemento sulle macerie del terremoto del Belice del 1968 a perenne memoria di questo evento catastrofico. Conclusa nel 2015 dopo trenta anni di lavoro, presenta fenditure larghe dai due ai tre metri, mentre i blocchi sono alti circa un metro e sessanta;  ha una superficie di circa 8000 metri quadrati, rappresentando una delle opere d'arte contemporanea più estese al mondo.

Proseguiamo per Castellammare del Golfo, località balneare molto carina ove i ristoratori si litigano i pochi (per ora) villeggianti. il ritorno  tra i vicoli di Trapani e la contemplazione del tramonto da porta Ossuna ci fanno star bene. Si cena in pieno centro, in una piazzetta, di fronte ad una bella chiesa in tufo siciliano, da Caupona (stessa gestione ella "Casa del cuscusu trapanese" considerato in n° 1 in città), termine che indica le antiche osterie romane e da cui deriva la caponata, ovviamente piatto forte (anzi fortissimo) del locale, ma ogni pietanza costituisce una piacevole sorpresa di terra o di mare. Conto complessivo, come sempre, per quattro persone è di 95 euro, euro in più o in meno.
La mattina seguente arriviamo alla tanto celebrata  San Vito lo Capo, che però non ci ammalia nonostante sia carina e con forte impronta turistica. Tanta, troppa gente, sulle spiagge e sulle piazze, il mare non è pulitissimo, prezzi con target vacanziero. Ci spostiamo a Scopello, bello e impossibile: nella parte alta, dopo aver parcheggiato a pagamento entri in un borgo realizzato all'interno di un vecchio baglio (una sorta di masseria); spettacolare la vista panoramica. Scendendo puoi ammirare i faraglioni e la tonnara, che è privata e pertinenza di un albergo, quindi  con accesso a pagamento (3,50  pro capite). Ultima cena, non ci sono gli apostoli ma ci sono "I vitelloni": bell'ambiente, bella gente, servizio di tono, cibi sublimi. L'antipasto di mare, tanto per cambiare, è memorabile, primi e secondi da incorniciare. La serata ci insegna però che, soprattutto in estate, non bisogna ingerire bevande troppo fredde o esporsi esageratamente a condizionatori o ventilatori perchè il rischio di una congestione può produrre effetti sgradevoli...
Con il primo traghetto Siremar (ore 10.20) partiamo per Favignana ed in meno di un'ora siamo nel fresco dell'albergo Antica Aegusa (nome originario dell'isola) dove l'efficientissima Andrea ci spiega con simpatia e precisione ogni cosa dell'isola . Le stanze 55 e 56 godono di un cortiletto attrezzato di tavoli ed ombrelloni particolarmente gradito al ritorno dal mare. Le piazzette e le viuzze dell'isola pullulano di ristorantini, stuzzicherie di ogni tipo con il pesce sovrano su ogni tavola. Per la scelta delle spiagge si deve tener conto dei venti : primo bagno a cala Rotonda: c'è spiaggia di ciottoli e pure scogli, acqua gelida e piccole meduse. A cala Radangia c'è un lido comodo ed attrezzato di tutto, mai andarci con lo scirocco. Meduse anche qui. Lido Burrone è un altro lido attrezzato con ogni comfort ma se vuoi stare sugli scogli dell'era quaternaria (molto ruvidi) devi attrezzarti. Acqua stupenda dappertutto in questa isola non vulcanica caratterizzata dalla pietra tufacea chiamata calcarenite ed utilizzata per la costruzione edilizia come pure per fare sculture.

Troviamo la caletta perfetta in località San Nicola: Calogero affitta lettini ed ombrelloni, offre simpatia ed assistenza, ma non c'è nè bagno nè bar. Il mare sembra dipinto, fondale limpidissimo, tanti pesci, nessuna medusa e spiaggette, grotte, scogli e ripari per ogni gusto. Ci si può arrivare in auto con un po' di difficoltà ma l'optimum è sempre la bicicletta mezzo preferito da turisti e favignanesi. Per le stradine dell'isola puoi incontrare qualche viso conosciuto: noi abbiamo incontrato Ricky Tognazzi.  Favignana è legata in modo inscindibile alla tonnara della famiglia Florio e poi passata ai genovesi Parodi. Una visita guidata ai locali dove si lavorava ed inscatolava il tonno vi schiuderà le porte di un mondo sconosciuto ove centinaia di uomini forti ed organizzati, guidati dal ras, riuscivano a pescare anche 8000 tonni del peso oscillante dai 50 ai 400 chili. La antica tonnara è ubicata subito dopo la Praia, che è la spiaggia dei favignanesi, comoda,a due passi dal centro e dal porto. Anche il palazzo Florio è da vedere, meglio ancora se in coincidenza con  i tanti spettacoli che lì vengono allestiti nelle serate estive. Abbiamo mangiato due volte al ristorante "giardino dell'Aegusa", posto quasi chic con una location invidiabile: il tonno, in qualsiasi modo cucinato, è meraviglioso ma anche il resto non fa rimpiangere la scelta. All'Osteria del Sottosale, parente povero del  blasonato ristorante Sottosale (i primi sui 25 euro), è frequentata prevalentemente da giovani. Ogni piatto ha una storia a sè: soutè di cozze notevole per quantità ma non per qualità; fritto di calamari notevole per qualità ma non per quantità. Gelati e dolci spettacolari dominano i dopocena. Consigliamo la pasticceria FC in via Garibaldi 28: cassate, cassatelle, cannoli, torte,mignon, bignè, tutto  superlativo. Anche rosticceria e liquori tipici. Ritorno in terra sicula e visita a Monreale, con il duomo  spettacolare. Non si paga l'ingresso ma si paga un euro la tunica bianca per coprire braccia, gambe o scollature troppo generose. La città è carina, la gente è cordiale,  si mangia bene ovunque con semplicità:  assaggiamo i cazzilli palermitani,  fritti a forma di sigaretta contenenti patate. Al caos di Palermo dove prendiamo gli arancini giganti del Bar Touring in via Roma, preferiamo il lungomare di Mondello, la spiaggia dell'elite palermitana, che ci appare pulita, organizzata e ben frequentata. Ma siamo ai primi di luglio e ad agosto sarà un'altra musica...(A proposito se volete sentire buona musica Suiss Jazz canale 8892 di SKY). Il viaggio di ritorno in cabina con la Tirrenia: tutto bene, pure lo scorfano servito al self service, ma l'aria condizionata vi indurrà a cercare una copertina per la notte. Luglio 2016: è l'anno degli europei di calcio in Francia: l'Italia ci ha fatto sognare con prove di impegno e gagliardia, non è in finale ma i nostri calciatori sono stati una buona compagnia.

Appartamenti Finestre d'occidente  a Trapani www.finestredoccidente.it

Hotel Aegusa a Favignana www.aegusahotel.it

Ristorante bar Cavallo  a Favignana 3281336045

Ristorante La casa del cuscusu trapanese via Nunzio Nasi 59 (TP).  0923 1785889

 

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