Si tratta di un viaggio indietro nel tempo...a 300.000 anni fa. Si potranno vedere i resti fossili riconducibili all'era del pleistocene, accompagnati da un paleontologo
Roma è nota in tutto il mondo per la famosa eredità lasciata dai Romani “antichi”: gli splendidi monumenti che tutti conosciamo. Ma pochi conoscono un’eredità che viene da un passato molto più “antico”, qualcosa come 300mila anni fa! In due periferie romane sono venuti alla luce e musealizzati, due giacimenti fossili del Pleistocene con resti soprattutto di elefanti del tipo “antico”, ma anche animali di taglia minore come bue primigenio o cervo. Ma anche ossa umane! Il più grande di questi giacimenti fossili è costituito dalla Polledrara di Cecanibbio.
La visita è guidata da un paleontologo e gli scavi sono ancora in corso.
VISITA ESCLUSIVA CON PERMESSO SPECIALE - Quota per persona: 10 euro
APPUNTAMENTO: ore 12,00 all’ingresso del Museo (via di Cecanibbio snc – Roma)
Si prega di voler dare conferma entro mercoledì 4 ottobre.
“La Polledrara ” si trova a circa 20 km a nord ovest di Roma, sulle pendici del complesso vulcanico Sabatino. Fu identificato nel 1984 ed è il più ricco deposito paleontologico d’Europa e l’unico in Italia ad avere tracce dei bufali di 300 mila anni fa.
Lo scavo archeologico comprende sia un tratto dell’antico alveo fluviale sia un’area ad ambiente palustre, in cui si sono conservati numerosi reperti faunistici. In quel luogo 300 mila anni fa scorreva un piccolo corso d’acqua. Sul fondo dell’alveo si sono accumulate nel corso di 2 o 3 mila anni, le ossa di animali morti sulle rive del torrente e poi lì trascinati dalle correnti. Trasformatosi poi in una palude, gli animali che arrivavano nell’alveo rimanevano imprigionati e lì morivano. La scoperta di numerosi resti fossili per la maggior parte dell’Elefante antico e del Bue primigenio ha permesso di ipotizzare un’intensa presenza umana e animale nell'ambiente palustre. In particolare, è stato portato alla luce lo scheletro di un elefante rimasto intrappolato nel fango, tra le cui vertebre é stato rinvenuto il cranio di un lupo. Associati ai reperti faunistici sono stati raccolti oltre 500 manufatti consistenti in piccoli ciottoli di selce e di calcare siliceo, che testimoniano la presenza, nella zona, dapprima dell’Homo erectus (area di Castel di Guido) poi dell’Homo sapiens neanderthalensis (area Maccarese - Fregene) ed infine dell’Homo sapiens sapiens (insediamento protostorico di Maccarese), che probabilmente vi si recava per nutrirsi degli animali morti. Lo scavo, collocato all’interno di una struttura museale di 900 mq, è visitabile attraverso una passerella sospesa.
La visita si svolgerà solo al raggiungimento di 20 partecipanti
Si prega di voler dar e conferma entro mercoledì 4 ottobre.
Informazioni e prenotazioni:mail Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ; cell. 3384682440, 3771342474
Come raggiungere il sito (con mezzi privati attraverso due strade):
- al km 11 della Via di Boccea, dopo un bar - tabacchi sulla destra, svoltare a sinistra in Via Francesco Ercole, percorsi circa 200 m, dopo il casale, svoltare a destra e proseguire per circa 2 km fino a raggiungere il museo.
- al km 22 della via Aurelia, al bivio Fregene-Anguillara, svoltare a destra e prendere la strada con direzione Anguillara, dopo circa 5 km svoltare a destra e prendere Via Cecanibbio per circa 1,5 km fino a raggiungere il museo.