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Home Prometeo ricerca OLTRE…………………..ME. Di Teresa Caponera

OLTRE…………………..ME. Di Teresa Caponera

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Oltre la mia finestra scorgo un fiume che non c’è, è immaginario, ma non viene meno per questo la sua concretezza, anzi con i miei sensi posso toccarlo e bagnarmi nelle sue acque. Scorre, placidamente, regalando un vezzoso gorgoglio che si stempera, lungo il suo corso, in una ninna nanna capace di mitigare i subbugli della mia anima, la placa, leviga le sue asperità ed accarezza pacatamente quel malessere perenne così opprimente.

Lungo le sue sponde, miriadi di insetti volanti, simili ad una nuvola rosa che disegna mondi lontani, sprazzi di fantasie sornione davanti alle quali cerco di elaborare ed accaparrare il senso e la finalità, gelosa di questo quadro vivido che uno sconosciuto pittore ha voluto donarmi. Niente è a caso, niente che non sia mio si trova nel dipinto, tutto partecipa della mia gioia e del mio stupore, della mia ricerca, dell’infinito che rincorro; è sorta ora una felicità senza tempo, è venuta per illuminare questa esistenza a volte incolore, a volte invece iridata, ma sempre, però, protesa a voler varcare la soglia dell’oggi ed ad inoltrarsi nell’”oltre”, l’archivio impalpabile dei sogni inconfessati dove abita la vera me stessa, quell’ intimità solo mia, vietata a chiunque voglia osare affacciarsi, preziosa e sovrana, unica àncora a mia disposizione.

Scorre quel fiume, instancabile, lasciando dietro di sé detriti di paure, sconfitte infamanti, retaggi ancestrali, le mille nubi gonfie di piogge, le lacrime brucianti, il vento di ieri, le luci offuscate, i silenzi eloquenti, le bugie deludenti, le vite organizzate. Uno sciame che si disperde dietro le sinuosità di un corso d’acqua impetuoso che rincorre la meta – lontana, vicina, che importa? -, fluisce, scava un passaggio che permetta di toccare il futuro e il passato e il presente.

Sono desta, finalmente, la verità si è aperta ai miei occhi ed ho visto “oltre” quel vetro, “oltre” quel fiume, “oltre” quel gioco; la finestra ha occhieggiato complice senza nascondermi più nulla ed ho scorto un sentiero sinuoso che, parlandomi, mi ha indicato il cammino, una strada, un percorso reale che sconfina, è vero, nel sogno ma che si staglia nella mia realtà quotidiana, con la sua fantasmagoria dei giorni, tutti necessari e preziosi, e miei, tanto miei da non poter fare a meno neppure di uno.

Quando il risveglio mi fa finalmente realizzare la bellezza della mia realtà, raccolgo la mia vita e ne faccio un “capolavoro”, come Qualcuno mi ha annunciato, ricordandomi della possibilità di poter rinascere quando voglio e come voglio, libera di costruirmi  e di riempire gli spazi bianchi che a volte costellano il mio puzzle, felice di giocare con le parole come fossero una manciata di coloratissimi coriandoli che amo gettare per vederli  poi ricadere sotto forma di pioggia multicolore.

Nel mare delle mie emozioni non ho più paura di affondare, sento che l’esistenza si amplia e si snoda senza badare più agli ostacoli, ai sassi di inciampo, alle alture da valicare, guardo, sicura di me, solo ad esse, le stelle del mio universo, i palpiti del mio cuore, i sogni nel cassetto, le fantasticherie di ieri e di oggi, i fuochi del passato e del presente, i sorrisi dell’altro, le domande senza risposta, le risposte senza domande, la strada percorsa e quella da percorrere per poter giungere, ancora e sempre, più “OLTRE”.

 

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