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Home Consigli utili L’Obesità’, un disturbo alimentare da affrontare a livello individuale e generale. Di Riccardo D. Montalbano

L’Obesità’, un disturbo alimentare da affrontare a livello individuale e generale. Di Riccardo D. Montalbano

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Perché si è così grossi ? La risposta è nell’etimologia  stessa della parola di matrice  latina: ob esus,  “a causa del peso”. La misurazione del giro vita aiuta a capire in modo immediato l’entità del problema

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce “l’obesità” come una condizione caratterizzata da una eccessiva presenza di tessuto adiposo nell’organismo umano in misura tale da indurre un aumento significativo di rischio per lo stato di salute in ambedue i sessi .

La semplice definizione dell’obesità come uno squilibrio del bilancio energetico tra l’energia introdotta nell’organismo e l’energia consumata, tende in realtà a ignorare la complessità di questa patologia. In realtà sono molti e diversi i fattori che,  interagendo tra loro, sono in grado di accelerare lo sviluppo di un incremento ponderale, per cui l’eziologia dell’obesità deve essere ricercata individualmente sulla base di complesse interazioni genetiche e ambientali .

In passato l’obesità veniva definita come una condizione caratterizzata da un incremento ponderale al di sopra dei valori cosiddetti “fisiologici”. Successivamente, studi a carattere epidemiologico e clinico hanno spostato l’interesse verso gli aspetti qualitativi e quantitativi delle masse che contribuiscono alla definizione globale della “composizione corporea”. Lo studio della composizione corporea risale a tempi antichi e la terminologia è oggi largamente diffusa. Tuttavia, non è chiaro che cosa rappresenti questa branca della scienza e che cosa si intenda esattamente con la dizione “Composizione Corporea”. Il modello a cinque livelli precedentemente spiegato, non soltanto costituisce una struttura appropriata per la ricerca ma definisce con maggiore chiarezza la composizione corporea umana. La ricerca sulla composizione corporea include tre aree interconnesse .

Le differenti metodologie moderne ci consentono stime precise e accurate dei diversi distretti corporei (Acqua Corporea Totale,  Massa Magra e  Massa Grassa) e la possibilità di determinare lo stato di obesità sull’entità della Massa Grassa, considerata il fattore primario nell’origine e nella valutazione prognostica di tale patologia .

Verso la fine degli anni cinquanta, gli unici valori di riferimento erano quelli del Peso Desiderabile, fissato dalle compagnie assicurative americane della Metropolitan Life Insurance Company, sulla base di un’indagine statistica della mortalità della popolazione americana. Da tali tabelle di riferimento venne ricavato il Peso Relativo, ottenuto dal rapporto espresso in percentuale, del peso misurato e il peso di riferimento.

Nel 1975, in occasione della “Conferenza Internazionale sull’Obesità”, il peso desiderabile veniva sostituito dal Peso Ragionevole,  che aveva limiti più razionali nell’ambito del peso minore della taglia più piccola a quello maggiore della taglia più grande. Questi valori di riferimento presentavano però un notevole limite in quanto si basavano su un campione non rappresentativo della popolazione e non tenevano conto di importanti fattori individuali come l’età, la razza, il sesso, il fumo di sigaretta e il consumo di alcol. Solo più tardi, il National Center for Health Statistics elaborò delle tabelle con valori di riferimento ottenuti su un campione rappresentativo della popolazione.

Sulla base dei risultati ottenuti da questa formula, si individuano quattro classi descrittive della Massa Corporea Totale in riferimento ad una presunta tipologia fisiologica: 1) sottopeso; 2) normopeso; 3) sovrappeso; 4) obeso.

Categorie, ottenute da un semplice rapporto peso/statura, che non prendono in considerazione aspetti essenziali come lo sviluppo della massa muscolare e la costituzione fisica nella definizione della conformazione morfologica e dei caratteri antropometrici ad essa associati.

La prevalenza dell’obesità è cresciuta a livello epidemico in maniera allarmante sia nei Paesi industrializzati che nei Paesi in via di sviluppo. Nei principali Paesi Europei, ad esempio, la prevalenza dell’obesità è cresciuta dal 10 al 50%. Le conseguenze in termini di salute, dal punto di vista  economico e sociale è drastica.  Definire una strategia alternativa o complementare a quella farmaceutica che permetterebbe di monitorare e controllare il rischio cardiovascolare con una conseguente risparmio di risorse, che comporterebbe  quindi una riduzione delle spese sanitarie, solo suggerendo ai pazienti un miglior stile di vita, che rispecchia lo stile di vita mediterraneo.

Sovrappeso e obesità nel mondo ed in Europa. Il drammatico aumento dell’obesità infantile negli ultimi decenni ha fatto sì che l’obesità infantile sia considerata come uno dei dieci problemi maggiori di salute mondiale . La patogenesi dell’obesità risulta multifattoriale: oltre a fattori genetici è imputabile a cambiamenti di stili di vita quali la sedentarietà che porta ad uno squilibrio tra apporto e dispendio  energetico  e  ai  profondi  cambiamenti  delle  società  e  dei  modelli comportamentali delle comunità (ambiente obesogeni).

L’obesità è una patologia cronica e recidivante, la cui prevalenza è aumentata in modo allarmante negli ultimi decenni, facendole acquisire un carattere pandemico. Il diabete di tipo 2 è una delle  sue principali complicanze,  ed  è  stato  osservato  che  la  disregolazione  immunitaria  e metabolica  del  tessuto  adiposo  gioca  un  ruolo  fondamentale  nell’instaurarsi dell’insulino­resistenza.

L’obesità determina un incremento tangibile delle spese sanitarie sia dirette che indirette: questo,  a  causa  delle  molteplici  complicanze  che  essa  stessa  può  causare, aggravando cosi la condizione dell’individuo affetto, con eventuali comorbidità e l’aumento della mortalità.

Obesità quindi come elemento di rischio serio per la salute in particolare in relazione alla patologie cardio vascolari.  In tale ottica gioca un ruolo importante la valutazione della misura del girovita , che non dovrebbe superare  i 102 cm per l’uomo e gli 80 cm per la donna.

Secondo gli studi in materia superare tali  misure di girovita aumenta la possibilità di soffrire di sindrome metabolica e soprattutto comporta un aumento del 50% del rischio di infarto.

Se la tua circonferenza vita ha già superato questi valori è il caso che pensi seriamente a come intervenire per ridurre il girovita e migliorare le tue condizioni di salute. Non si tratta di avere un fisico palestrato che piace alle donne o agli uomini ma di evitare di correre grossi rischi per la propria salute.

Come si misura il girovita uomo o il girovita donna?

Iniziamo subito capendo come si esegue il calcolo del girovita in modo semplice. Per misurare la circonferenza vita hai bisogno di un metro a nastro, di quelli che vengono utilizzati anche dai sarti. La misura deve avvenire ovviamente a dorso nudo e i muscoli addominali devono essere rilassati. Posiziona il metro tra la gabbia toracica e l’ombelico, subito sopra le ossa del bacino, dette creste iliache.

Per quanto riguarda l’uomo, se il girovita supera i 92 cm c’è già un rischio infarto moderato, che diventa molto elevato se la circonferenza vita supera i 120 cm.

Vale davvero la pena correre un rischio così alto semplicemente perché hai uno stile di vita sbagliato e troppo sedentario?

Tutti possono dimagrire, basta seguire alcune semplici regole e non arrendersi mai, anche quando la bilancia non da i risultati immediati. Il girovita ideale donna, invece, non dovrebbe assolutamente superare gli 80 cm, per evitare correre un rischio di problemi cardiaci. Altro sistema di valutazione molto accreditato è quello di dividere la misura del proprio giro vita per la misura dell’altezza. Se il risultato supera lo 0,5 si è in preoccupante sovrappeso.

Come può ridurre il girovita uomo o il girovita donna?

Se la tua circonferenza vita ha una misura troppo grande allora è il caso di correre ai ripari e mettersi a dieta. Evitare cure pseudo miracolose o cambi di alimentazione drastici. E’ preferibile agire sullo stile di vita, progressivamente,  eliminando i comportamenti dannosi e privilegiando quelli virtuosi. Il tutto, ovviamente, seguendo le indicazioni di un medico, un dietologo, un nutrizionista che devono modulare un prospetto comportamentale e dietetico a specifica misura della persona trattata.

La parola dieta viene interpretata male, limitandone il significato alla sola componente alimentare. Torniamo alla saggezza della romanità antica ed a Cicerone che parlava di dieta come stile di vita.

 

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