Sono intervenuti il presidente della Rai, Foa, rappresentanti del Parlamento, del Governo e delle associazioni che operano nel settore delle disabilità
Il tema delle disabilità non può che essere sempre di attualità ed i connessi disagi non possono che essere affrontati con una migliore organizzazione della vita cittadina e con un cambiamento culturale in ogni ambito sociale. Nella sala degli arazzi della sede RAI erano in tanti a partecipare a questo convegno che si è aperto con un interessato filmato RAI che ha evidenziato le nuove prospettive tecniche utilizzate dalla TV di Stato (easy web, stretch TV ed altro) per alleggerire il carico delle disabilità.
Ha aperto i lavori il presidente della RAI Marcello Foa che, partendo da Aristotele e dalla sua convinzione che "la virtù è più contagiosa del vizio a condizione che venga fatta conoscere", ha svolto una panoramica sui tanti programmi di successo messi in onda che riguardassero in vario modo le problematiche dei disabili. La giornalista Emma D'Aquino, puntuale nel legare i vari interventi dei relatori, ha letto la lettera inviata dal ministro per le disabilità Fontana impossibilitato a partecipare al convegno per impegni istituzionali. Ha preso poi la parola l'onorevole Mara Carfagna, sicuramente esperta della tematica, anche grazie al suo passato di ministra per le pari opportunità, che ha compiuto un percorso diacronico della disabilità in Italia, richiamando la legislazione in materia, dalla famosa 104 del 1992 ad oggi, i grandi personaggi che hanno contributo a divulgare problematiche specifiche e pratiche eccellenti, da Gianni Vasino fino ad Alex Zanardi ed a Bebe Vio, per concludere con la necessità di investire più risorse nel settore e di concludere una sorta di social compact, soprattutto per sanare quelle sacche discriminatorie che ancora allignano nel nostro meridione. Sulla stessa linea d'onda il sottosegretario alla famiglia Vincenzo Zoccano, che, facendo sua l'etichetta attribuita all'Italia dai cinesi quale "Paese delle idee", ha voluto sottolineare l'importanza delle audiodescrizioni, dei sottotitoli e della LIS (la Lingua dei segni) nella programmazione televisiva dei canali di Stato. Da ultimo, "non siamo all'anno zero" ma non dobbiamo cullarci sugli allori e su quanto fatto di positivo, l'attenzione deve andare anche verso l'intelligenza artificiale, anche "se siamo nella fase beta".
Il senatore Edoardo Patriarca ha parlato a tutto campo del concetto di disabilità nel nostro Paese, dai comportamenti "passionevoli" a quelli "confidenziali" o "stereotipati", alla necessità di avviare politiche concrete di welfare che, come noto, hanno tempi lunghi, dai testimonial eroici che raccontano la disabilità nel quotidiano, al linguaggio sulla disabilità, che deve essere "ripulito". Evitare la medicalizzazione della disabilità, il problema non è la carrozzina ma l'inaccessibilità dei luoghi alla carrozzina. Luca Pancalli, presidente del CIP, Comitato Italiano Paralimpico, riporta l'uditorio al 1981, anno internazionale dell'handicappato e racconta l'evoluzione del modo di comunicare la disabilità in questi 38 anni. La RAI ha grandi meriti e deve rendere più visibile la società che cambia; la TV di Stato ha raccontato le paralimpiadi con 200 ore di dirette ma il pregio più grande è stato quello di affidare le cronache sportive di questo evento planetario agli stessi cronisti dell'olimpiade. Sta cambiando il linguaggio, la comunicazione, la ripresa televisiva: 30 anni fa una carrozzella o una protesi non si potevano nemmeno inquadrare con la telecamera, era un tabù, oggi tutto questo fa parte di un passato oscuro; " le politiche sportive sono parte delle politiche generali".
A seguire l'intervento di Gion Linder, della televisione svizzera, ma qui intervenuto come chairman access services group EBU (European Broadscasting Union), che ha messo l'accento sul problema della consapevolezza nel contesto della disabilità. Linder ha collocato l'Italia al centro della classifica europea sul fronte disabilità; al primo posto il Regno Unito che ha avviato un progetto di comunicazione già da trenta anni, con largo anticipo sul resto del vecchio continente; seguono Francia e Spagna, poi la Germania.
La secondo sessione della giornata, che ha visto come moderatore il giornalista RAI Giovanni Anversa, è stato dedicato alle relazioni dei rappresentanti delle associazioni come la Federazione Italiana Superamento Handicap, l'Ente Nazionale Sordi ed il Consiglio Nazionale Utenti. Sono intervenuti anche il vice capo ufficio legislativo del MISE ed il Portavoce del Forum del Terzo settore. Ha chiuso i lavori Fabrizio Salini, amministratore delegato RAI, che ha annunciato l'arrivo della figura del Disability Manager, un professionista che si occuperà di coordinare il lavoro di accessibilità ai prodotti aziendali da parte delle persone disabili. Il Disability manager si occuperà anche di orientare l’organizzazione e la gestione del personale Rai focalizzandosi sulle persone con disabilità ed avendo come fine l’accesso e la valorizzazione del loro lavoro in ambito aziendale.
“Il tema dell’offerta dedicata alle persone con disabilità – ha dichiarato l’Amministratore delegato - rappresenta uno degli elementi centrali della missione di servizio pubblico”. “Andando nel dettaglio – ha proseguito Salini - nel 2018 la Rai ha sottotitolato 16.040 ore (1.500 in più rispetto al 2017) pari all’88% (a fronte di un obbligo dell’85%). Il dato si inserisce in un trend pluriennale di continua crescita”.