Al secondo appuntamento su un tema quanto mai attuale, sono intervenuti, oltre al presidente della RAI, Marcello Foa, autorevoli rappresentanti del mondo del giornalismo e della comunicazione
Il dibattito ha affrontato temi di particolare rilievo quali: le frontiere della comunicazione: il giornalismo del XXI secolo tra qualità dell’informazione e nuovi modi di informare e comunicare. La notizia ad “effetto” e l’informazione corretta. Il ruolo della Rai e il valore del servizio pubblico nella società che cambia. Quando comunicare è diverso dall’informare giornalisticamente. La deontologia e i doveri del giornalisti, le nuove responsabilità, il ruolo degli uffici stampa. Il giornalismo multimediale: cosa significa informare su più piattaforme, come cambia il modo di fare giornalismo e di comunicare. Il ruolo dell’Ordine: perché c’è l’Ordine, perché è importante che ci sia, come deve cambiare. La riforma del settore, l’intervento del governo, le sovvenzioni pubbliche, come sostenere un settore se il mercato non è sufficiente a recuperare le risorse che servono. La centralità dell’occupazione nello scenario futuro: se c’è lavoro e dignità del lavoro ci può essere buona informazione.
Relatori: Stefano Luppi, direttore Relazioni Istituzionali Rai; Pierluigi Roesler Franz, presidente Sindacato Cronisti Romani; Marcello Foa, presidente Consiglio di Amministrazione Rai; Mario Morcellini, presidente della Conferenza Italiana di Scienze della Comunicazione;; Raffaele Lorusso, segretario generale FNSI; Fabio Morabito, Sindacato Cronisti Romani; Carlo Felice Corsetti, presidente PIUE; Carlo Verna, presidente CNOG.
Il presidente Rai, Marcello Foa, nell'aprire il secondo convegno dedicato ad un binomio particolarmente intenso, ha evidenziato una sproporzione esistente tra i comunicatori che conoscono i media ed i giornalisti, che non conoscono la comunicazione, da cui deriva la necessità di un aggiornamento da parte del mondo giornalistico.
Pierluigi Roesler Franz ha sottolineato come il mondo dell'informazione stia attraversando uno dei periodi più gravi della storia, con il problema dei giovani senza contratto, con la carta stampata in via di declino, con la scomparsa di editori puri e con l'incubo della diffamazione.
Mario Morcellini ha enfatizzato la esistenza di problematiche particolarmente gravi, accentuate dalla mancanza di chiarezza su compiti, ruoli e funzioni di quanti, a vario titolo e livello, operano nel mondo del giornalismo e della comunicazione: fondamentale ed indefettibile è la formazione, che consente di allinearsi ai cambiamenti, spesso velocissimi, del mondo. La comunicazione è l'aspetto più innovativo e definitorio del soggetto moderno, lo strumento che permette di capire tempestivamente il nuovo. Circa i costi dell'ammodernamento il preside del Dipartimento della Comunicazione ha citato la frase emblematica: " se ritenete che la cultura sia troppo costosa, provate con l'ignoranza".
Fabio Morabito, forte della sua esperienza trentennale al quotidiano "Il Messaggero", ha analizzato le tematiche contrattuali dei giornalisti, allertando circa il correlato rischio che i giornalisti sottopagati vadano a cercare compensi nelle aree di conoscenze (istituzionali, imprenditoriali) acquisite nel corso della loro attività. Il dirigente sindacale ha poi puntato il dito sull'attuale disciplina in materia di diffamazione, citando anche casi estremi, come quello del giornalista esposto a risarcire con 80.000 euro ciascuno dei 40 orchestrali ritenutisi diffamati da una frase di un giornalista, pagato 600 euro al mese ! La parte conclusiva dell'intervento ha riguardato l'INPGI e la sproporzione eclatante tra gli introiti (percepiti da 400 membri) e le uscite, destinale alle pensioni da corrispondere (a circa 600 membri)
Stefano Girotti Zirotti, vice direttore di Radio Vaticana, presente in veste di moderatore, ha voluto affrontare alcune delle proposte relative alla riforma dell'Ordine dei giornalisti
Carlo Verna, presidente CNOG ha svolto una panoramica di particolare interesse sulle dinamiche di cambiamento incentrate sulla professione giornalistica: dall'articolo 21 della Costituzione, alla velocità dei cambiamenti ed alla correlata innovazione tecnologica, dalla carta di Treviso, agli aspetti deontologici, fino alla consistenza del popolo giornalistico, prossimo alle 109mila unità. Il successivo passaggio ha preso in esame le novità contenute nella riforma dello status di giornalista, che non può prescindere dal possesso di una laurea breve.
Carlo Felice Corsetti, presidente PIUE ha voluto fissare i cardini della deontologia professionale prima e dopo la riforma, con rimandi alla legge 150 del 2000 per i comunicatori pubblici ed alla legge 4 del 2013 per i comunicatori, oltre che al decalogo 1984 che ha fissato i limiti del diritto di cronaca per non incorrere nella diffamazione ed infine alla legge 148 del 2011 che ha reso obbligatoria per tutti gli ordini la formazione continua.
Roberto Mostarda, presidente del Consiglio Disciplinare dell'Ordine dei Giornalisti, ha ricordato le varie sanzioni previste per le violazioni accertate a carico dei giornalisti, dall'avvertimento alla censura, dalla sospensione della professione fino alla radiazione.