Tra bandiere, striscioni e cori, una folla enorme ha salutato nella chiesa del Cristo Re il glorioso comandante di una squadra che contro tutto e contro tutti riuscì a vincere lo scudetto nell'anno 1973-74, sbaragliando avversari ben più titolati
Che la Lazio non sia soltanto una squadra di calcio, ma una gigantesca famiglia da sempre unita, anche attraverso il tempo e lo spazio, lo si capisce da ogni tassello di storia che riguarda la prima squadra di calcio della capitale ed è così anche in questa triste giornata in cui tutti i cuori biancocelesti si stringono intorno alla famiglia di Pino Wilson per tributare al calciatore ed all'uomo il commosso saluto che merita. Dopo la esposizione del feretro in Campidoglio la cerimonia funebre, coincidente con la giornata internazionale della donna, con lo sciopero dei mezzi pubblici a Roma, con la orribile e devastante guerra in Ucraina e con la permanenza della pandemia, ha visto migliaia di tifosi riempire la chiesa, il sagrato e tutte le vie intorno a viale Mazzini: cerimonia toccante soprattutto quando ha parlato il figlio di Maestrelli, allenatore carismatico dello squadrone degli aquilotti, e della figlia di Wilson,Gilda, che hanno fatto bagnare di lacrime gli occhi di tutti i presenti nella chiesa realizzata da Marcello Puacentini.
Tra fumogeni, striscioni e bandiere, alla presenza di tutto il giornalismo italiano, sportivo e non, i tifosi e gli amici di Pino hanno cantato in coro "sul prato verde vola Lazio tu non sarai mai sola, vola un'aquila nel cielo, più in alto sempre volerà". Commossi Ciro Immobile che nella prossima partita casalinga indosserà al braccio la fascia di capitano rossa, come usava fare Pino, e poi Oddi, l'amico fraterno di sempre, Lazzari, Giordano e tante altre glorie del passato e del presente della Lazio. Giuseppe Wilson, detto Pino se n'è andato dopo la strepitosa vittoria della Lazio in casa del motivatissimo Cagliari e lascia un ricordo di vigore atletico, di intelligenza calcistica, di straordinario attaccamento alla maglia, di cultura extracalcistica e di un affascinante stile british, che è impossibile ritrovare in altri atleti nel panorama del nostro calcio. Riposerà nella tomba che accoglie anche l'allenatore Tommaso Maestrelli ed il bomber Giorgio Chinaglia, a riprova che la vicinanza dei grandi laziali non si limita alla presenza in vita ma va oltre e prosegue il suo percorso in altri lidi, in altri mondi, sempre orgogliosi dei colori biancocelesti.