Forse tra i migliori anni della nostra vita, quando non avere grandi disponibilità economiche equivaleva ad avere grandi valori, che ci siamo portati dietro con semplicità, determinazione ed orgoglio, nelle vite future, nelle famiglie che abbiamo creato, in tutti gli ambienti che abbiamo frequentato......
Noi che facevamo un tifo assordante per Fabrizio Nardini quando lui entrava in vasca per i 100 stile libero
Noi che portavamo le teglie (tielle) con pollo e patate a cuocere al forno di Gigi in via della Giuliana
Noi che aspettavamo ore davanti alla RAI di via Teulada per avere gli autografi di cantanti e attori
Noi che riuscivamo a vedere le partite di Roma e Lazio appollaiati in bilico sugli alberi di monte Mario
Noi che andavamo al cinema parrocchiale Trionfale a vedere i 10 comandamenti con tutta la famiglia
Noi che alle medie avevamo sei o sette...in condotta e poche sufficienze nelle altre materie
Noi che applaudivamo il tuffo d'angelo del grande Gianni Valeri alla piscina Oasi di Fregene
Noi che andavamo in gita sulla neve a Monte Livata con i pigiami sotto i vestiti e gli scarponi da montanari
Noi che giocavamo a Tre Tre Giu' Giù' creando file in strada anche di otto ragazzi appecoronati
Noi che lo schiaffo del soldato lo davamo con la suola delle scarpe per fare più male
Noi che compravamo le bustine delle figurine Panini da Marcello il giornalaio
Noi che leggevamo il Corriere dello Sport al negozio di barbiere RoFiR, grazie a Enzo, Filippo e Roberto
Noi che in estate andavamo nelle terrazze dei palazzi del quartiere a fare il bagno nei lavatoi
Noi che compravamo di nascosto le sigarette a Lombardozzi nonostante il divieto dei familiari
Noi che ci chiamavamo a tutte le ore senza cellulare, bastava il fischio sotto casa, come concordato
Noi che abbiamo festeggiato la maturità a Rimini: opel kadette bianca, pochi soldi e costume slip Port cross n. ZERO
Noi che vedevamo il sor Felice caricarsi giganteschi scatoloni di sigarette da casa al negozio ogni pomeriggio
Noi che ci piantavamo davanti al negozio di abbigliamento TreJolie per vedere le cosce delle commesse, tutte brune e tutte belle
Noi che riuscivamo a trascorrere interi pomeriggi in bisca tra biliardino, carte, biliardo e ping pong
Noi che andavamo a San Pietro solo per agganciare le turiste straniere
Noi che passavamo i dopocena da Mimmo, tra tornei di tressette e qualche video porno in superOtto
Noi che scrivevamo le lettere d'amore per conto di Gustavo, il calzolaio, alla fidanzata calabrese
Noi che il 19 marzo, festa di san Giuseppe, eravamo indaffaratissimi tra processione, corsa dei sacchi, pentolaccia, raccolta dei giornali, pallette di stoffa con elastico e bignè fritti fino a tarda sera
Noi che dopo la cena di magro di Natale andavamo con le famiglie a sentire la messa a Santa Giovanna Antida insieme a tutto il quartiere
Noi che andavamo a vedere Campanile Sera o Lascia o Raddoppia a casa di chi aveva già l'apparecchio televisivo
Noi che quando pioveva forte indossavamo gli stivali per prepararci a liberare dall'acqua i seminterrati delle case, sistematicamente allagati
Noi che curavamo la nostra bicicletta da corsa usata come fosse la jaguar E di Diabolik
Noi che ci fermavano davanti all'autosalone Piemonte a contemplare le Lamborghini Miura ed Espada
Noi che facevamo compagnia ad Attilio mentre riparava le gomme ai clienti
Noi che assistevamo alle gare dei mangiatori di pastasciutta nell'area ove oggi c'è il Tribunale
Noi che giocavamo a pallone nella strada chiusa davanti alla casa di Vincenzino Monreale ed alle suore della carità. Quella strada, dove c'era "il cartonaro", ora è aperta e conduce ad alcune sezioni del tribunale
Noi che per poter giocare a pallone all'oratorio Don Guanella dovevamo aver servito una o due messe
Noi che a monte Mario ci andavamo in gruppo per cercare le farfalle, i fossili, i minerali fino all'osservatorio
Noi che quando giocavamo le partite con il Clodia al campo dei "Brasiliani" (Portiere Meoni e arbitro Bolletta) non avevamo mai il completo magliette/pantaloncini uguale
Noi che per vedere la svedesona del civico 29 che prendeva il sole seminuda, stavamo ore con binocoli e cannocchiali puntati
Noi che andavamo a comprare i libri usati , in mezzo a file lunghissime,da Maraldi vicino alle mura vaticane
Noi che mangiavamo la pizza da Giacomelli in via Faà di Bruno oppure alla Trattoria dello Sport vicino al mercato Trionfale. Poi c'era il mitico "Ulderico il re della bottiglia", a ponte Milvio, nonno del Barone
Noi che vestivamo alla Beatles un po' alla buona, capelli lunghi a caschetto e stivaletti con la fascia elastica a lato, ma impazzivamo per i complessi italiani come Nomadi, Pooh, Camaleonti e Dik Dik
Noi che la domenica mangiavamo sempre pasta al forno o fettuccine all'uovo con le regaglie e prendevamo le pastarelle alla pasticceria Clodio vicino al cinema
Noi che a scuola facevamo pure i turni pomeridiani con regolare pennichella sui banchi
Noi che se andavamo al cinema Mazzini con una ragazza ci preparavamo i soldi in anticipo per la maschera
Noi che ci siedevamo al bar Cerrocchi a tutte le ore del giorno e della sera, fino a notte, e Nello, Aldo e Bruno ci sopportavano con affetto paterno
Noi che in estate andavamo a Torvaianica a fare telline e tornavamo la sera pronti per la classica spaghetatta
Noi che sentivamo Je t'aime....moi non plus di nascosto perchè era un disco "proibito"
Noi che vedevamo la TV in bianco e nero, incollati a seguire Belfagor o il commissario Maigret, e la domenica sentivamo alla radio Tutto il calcio minuto per minuto
Noi che nel terreno del "biscotto" (lo spartitraffico) giocavamo a ghergini (i boccini,le palline di vetro colorate) a nizza o a fare il focone
Noi che uscivamo da casa quando c'era un incendio vicino all'osservatorio e vedevamo i pompieri passare a sirene spiegate in direzione monte Mario
Noi che facevamo feste all' "ufficietto" di circonvallazione Clodia 21 dove paradossalmente sono passate anche ragazze che poi hanno avuto successo nel mondo dello spettacolo
Noi che facevamo tombolate gigantesche a casa del sor Bordi che declamava i numeri con la inconfondibile "cadenza tubiliana"
Noi che giravamo con la NSU Prinz di Renzo o con il motorino (tagliacalzoni) Augusta di Giorgio
Noi che sentivamo cantare il roscio capellone Jimmy Spitaleri , ancora oggi sulla breccia con le Orme
Noi che eravamo tutti fenomeni col pallone ma nessuno è arrivato in serie A
Noi che non conoscevamo la raccolta differenziata ma le strade erano pulite
Noi che nei giorni di Natale facevamo esplodere tric trac, castagnole e bombe da paura e la notte di capodanno buttavamo dalla finestra pure tazze, piatti ed ogni cosa vecchia ed inutile
Noi che abbiamo vissuto a piazzale Clodio, al centro della città eterna, come in un paese, ove tutti si conoscevano e si frequentavano con affetto e amicizia, sempre con rispetto (A.A. Bordi)