Tre bambini si divertono nella loro stanzetta bagnando con una “pompetta ad acqua” un bel micio rifugiatosi su una carta geografica anni venti. Questa affascinante immagine domestica di altri tempi si trova sulla scatola della tombola geografica “Italia” realizzata dalla “Edizioni Cartoccino”
di Monza, un cimelio davvero prezioso, conosciuto ed apprezzato da tutto il popolo di piazzale Clodio che durante le feste natalizie frequentava la nostra casa per partecipare alle famose tombolate decantate da Mario Bordi, “il professore” per antonomasia. A partecipare alla tombola non erano solo gli amici del palazzo, Vito, Nino, Mario, Enrico “Gafur”, Enrico Bracci, Popo, i Taggiasco, tanto per ricordarne qualcuno, ma tutti gli amici del quartiere, Arnaldo, Jimmy, Giulio, Fabrizio, Enzo Palazzo, i Felicioni, il grande Valeri, ed altri ancora.
Anche per i parenti, zio Carlo e zio Dante in testa, non era facile trovare una cartella ed un posto a sedere. Il rituale era sempre lo stesso e sempre graditissimo ed emozionante per i partecipanti: dopo la raccolta delle quote-cartella, c’era la preparazione delle quote di vincita, con una tombola di solito particolarmente ricca e sempre sproporzionata in eccesso rispetto al resto dei premi. Poi il “professore” cominciava a recitare i numeri in uscita con la famosa cadenza Tubiliana, ispirata ad un suo amico, Gianrico Tubili (forse inventato) che avrebbe usato estrarre i numeri declamandoli con una strana pausa dopo le decine (esempio, dopo il venti di ventisette) con il risultato di mettere in crisi i giocatori meno attenti. La straordinaria unicità di quel gioco era inoltre legata alla particolarità della Tombola utilizzata, un esemplare storico, che riportava “l’impero italiano” con i suoi possedimenti in Libia, Tripolitania, Cirenaica, Eritrea, Somalia, nelle isole dell’Egeo e perfino in Cina, a Tien Tsin.
Uno squarcio del ventennio, in cui il territorio italico constava di Kmq. 310.200 e la popolazione raggiungeva i 41.153.000 abitanti. Il tutto puntualmente riportato nel prospetto geografico che si trovava sul retro della classica facciata del cartellone a 90 numeri. Le province erano una novantina; tra le regioni non figurava il Molise, tra le città italiane ci sono Pola, Fiume e Zara. Per segnare i numeri estratti sulle cartelle (o le città estratte) si usavano, in luogo delle tradizionali ed instabili lenticchie (con la variante bucce d’arancio), delle bellissime tessere di mosaico di vario colore. Questa tombola miracolosamente vive, viene utilizzata ed apprezzata esattamente come cinquanta anni fa.
Dentro questa tombola non ci sono solo i terni e le cinquine dei giocatori di tre generazioni; c’è molto di più, c’è l’immagine di un quartiere di Roma che somigliava ad un piccolo paese, dove tutti si conoscevano, tutti si cercavano e spesso si aiutavano nelle tante difficoltà di quel tempo. Un tempo antico in cui non c’era da chiedersi cosa si faceva a Natale; era scontato che si giocasse tutti insieme, che si mangiasse torrone e panettone tutti insieme e vincere, pur con la grande emozione che comportava, non era la cosa più importante………..
La casa editrice Cartoccino è attiva a Monza negli anni ‘30, ha sede in via Borgazzi 28 e possiede un suo negozio in via Italia 13, dove vengono distribuiti i suoi prodotti. Ne è direttore l’industriale Ettore Boschi, originario di Moneglia (Genova). La storia di questa importante azienda è ancora da definire e l’interesse trova motivo nella produzione editoriale per ragazzi. Una filastrocca pubblicitaria scandisce: “Pensa “Casa Cartoccino” alla gioia del bambino e a fanciulle e giovinetti non dà solo giornaletti, ma ti crea ogni momento novità che fan contento.”
Produzione dunque specializzata, ma produzione anche estremamente differenziata: non solo libri ma libri per i più piccoli, di tela, di carta e di cartone, una collana prescolastica curata da Rubino e Nonno Ebe, sillabari, libri con “occhi movibili”, libri sorpresa e libri di fiabe; per i più grandi romanzi, antologie e racconti originali; costruzioni didattiche e scientifiche (presepi, teatrini, costruzioni edili e di solidi, “villaggio Cartoccino”); infine giochi (tombole, giochi dell’oca, figurine fustellate, “calcomanie").