Ai funerali, celebrati nella chiesa di S. Giuseppe al Trionfale, erano presenti tantissimi colleghi del mondo del cinema, del teatro e della televisione
È morta a Roma Maria Rosaria Omaggio, un’attrice impegnata, nel vero senso della parola, in ogni forma dello spettacolo. Nata a Roma settanta anni fa (era del 1954), da nobile famiglia napoletana, era malata da tempo, forse della stessa patologia inesorabile che le aveva portata via la madre Marcella cui somigliava moltissimo. Aveva perso da giovanissima il padre ginecologo e, molti anni più tardi, il fratello Antonio, anche lui medico.
Noi, superstiti dei “ragazzi di piazzale Clodio” degli anni sessanta la ricordiamo giovanissima, elegante, molto carina, quando si recava presso gli istituti scolastici di Santa Giovanna Antida, a due passi dalle nostre case. Abitava in via Golametto, nelle palazzine bene del nostro quartiere popolare e nonostante ostentasse un lignaggio aristocratico, frequentò per un periodo anche noi, ragazzini di strada, partecipando a più di una festa da ballo nel mitico “ufficetto” Bordi del civico n.21, un rifugio bellico divenuto una sorta di cantina attrezzata, come andava di moda in quei tempi.
Poi per lei si spalancarono le porte dello spettacolo: Canzonissima con Pippo Baudo, cinema con Maurizio Merli nei polizieschi tanto in voga all’epoca e poi il teatro, che, a nostro avviso, era l’ambiente a lei più congeniale.
Eclettica ed attratta da mille interessi (inclusi il Tai Chi, la gemmologia, la scrittura e tanto altro) può vantare un curriculum invidiabile: 50 piece teatrali, 29 film, 18 fiction televisive, tre copertine su Playboy ed una su Playmen. Da ricordare Il suo debutto sul grande schermo con «Roma a mano armata» di Umberto Lenzi, il film «Walesa - L'uomo della speranza» di Andrzej Wajda, l’interpretazione di assoluto spessore di Oriana Fallaci, che le valse un premio cinematografico a Venezia. Nell’anno trascorso aveva partecipato con il suo solito brio alla trasmissione serale di Monica Setta, Nell'ultima intervista rilasciata il 6 giugno diceva: «Alla fine cosa lascerò? Ciò che ho seminato. Notizie di me. Segnali di vita».
Lei che non aveva figli (aveva avuto un marito e tre compagni importanti), ma che ne avrebbe voluti, fu “goodwill ambassador per l'infanzia delle Nazioni Unite”, un incarico prestigioso che ricoprì con impegno convinto.
Il giorno del funerale, a rendere omaggio alla sua figura, alla sua storia, unitamente ai familiari ed al cugino, il criminologo Riccardo Davide Montalbano, c’era tantissima gente del mondo dello spettacolo, tra cui Maria Giovanna Elmi, Andrea Roncato, Franco Nero ma l’elenco è davvero lungo, a testimonianza di un segnale di vita tangibile lasciato agli amici e conoscenti ed aquanti ne hanno apprezzato le doti artistiche.