Questa volta abbiamo linkato alle recensioni redatte dallo scrittore Lorenzo Mazzoni per il Fatto Quotidiano, nell'articolo del 31 dicembre 2020 titolato" Libri indipendenti: da Tarquinia alla Milano ‘untrice’, ecco le uscite che ho scelto per voi". Fabien C. Droscor (Francesco Bordi), Nicola Vacca, Enrico Renzi, Corrado Stajano, Ruska Jorjoliani, Gianmarco Galuppo e Carlo Mazza Galanti gli autori scelti per una buona lettura.
L'articolo del Fatto Quotidiano
Quei dannati sedici nodi, di Fabien C. Droscor (Robin Edizioni). Seconda pubblicazione del curatore editoriale, ghostwriter, redattore Francesco Bordi, opera pirotecnica, strutturata intorno a una trama misteriosa che ha, come cornice, l‘Isola del Giglio. Una tracimazione delle parlate dialettali capace di coltivare le gesta di personaggi divertenti e verosimili. Un viaggio letterario smaliziato e ricco di dettagli e di focalizzazioni riuscite.
Arrivano parole dal jazz, di Nicola Vacca (Oltre Edizioni). Ritratti di grandi musicisti, liriche dedicate alle voci femminili che hanno reso grande il jazz, suggestioni di artisti che con le proprie mani hanno elevato la musica a livelli straordinari. Liriche semplici e profonde, accompagnate dai disegni di Alfonso Avagliano, che raccolgono un mondo di, bellezza, rabbia e di possibilità infinite.
La tomba Pascucci, di Enrico Renzi (Pessime Idee). Ironico, intelligente, originale, il romanzo si muove dentro il micromondo Tarquinia e narra le gesta della famiglia Pascucci, veterani tombaroli all’interno della necropoli etrusca, che pagheranno pesantemente per questa loro attività illegale, svolta in un sottobosco fatto di predatori, inganni, momenti umoristici e sete di riscatto.
La città degli untori, di Corrado Stajano (Il Saggiatore). Straordinario e commovente ritratto della Milano che cambia fatto attraverso un montaggio narrativo elegantemente popolare. L’omicidio del giudice Guido Galli, l’orrore reazionario di piazza Fontana, Villa Trieste, Pinelli il ferroviere, il portico dell’Elefante, la Colonna Infame, operai e monatti, malavita e aperitivi, dignità e menefreghismo, il tutto assemblato in un affascinante reportage narrativo che è anche coraggiosa scoperta intima e personale della propria storia.
Tre vivi, tre morti, di Ruska Jorjoliani (Voland). Romanzo familiare dalle screziature noir che passa, in modo lineare, attraverso un’analessi, da una storia ambientata negli anni Cinquanta a un tracciato narrativo anni Trenta-Quaranta. Flashback, diari, spavaldi fascisti, la steppa Russia, l’isolato Abruzzo, tradimenti e milizie repubblichine. Solo il finale permetterà al lettore di mettere tutti i pezzi al loro posto.
Il grande Tu, di Gianmarco Galuppo (L’Erudita). Quindici racconti, ambientati in Molise, terra di frontiera, che vedono protagonisti dei personaggi surreali – punk frustrati, l’uomo-inconscio, una banda di amici segaioli – alle prese con una quotidianità commovente, cinica e liberatoria, intrisa di fede e sesso, in un riuscito inno ridicolo e doloroso alla resistenza, alla ricerca di ciò che conta davvero.
Cosa pensavi di fare? Romanzo a bivi per umanisti sul lastrico, di Carlo Mazza Galanti (Il Saggiatore). Un librogame sulla precarietà e sulle scelte da fare. Un testo che sottopone il lettore alle biforcazioni esistenziali di chi è stato giovane negli ultimi vent’anni. Un viaggio avanti e indietro nel tempo che permette di ricostruire l’immagine di una generazione perennemente in ansia.