Una raccolta di 53 poesie di diverso tenore che ci parlano di cronaca e di sogni, di affetti e di incontri fugaci che lasciano una traccia profonda….
Salvatore Uroni palermitano di origine, vive a Cerveteri dove è animatore di iniziative culturali. Si accosta alla poesia in età adulta e ad essa affida il proprio mondo interiore e intimo. E’ di quest’anno la pubblicazione di “Oltre…”, una raccolta di 53 poesie di diverso tenore che ci parlano di cronaca e di sogni, di affetti e di incontri fugaci che lasciano una traccia profonda nell’autore. La poesia di Uroni, sia che si popoli di luoghi familiari, dagli aromi pregni e antichi, o attinga a immagini lontane, vive nei colori limpidi e nelle sfumature più cupe della natura e impiega una parola ricca che trasporta in una dimensione mitica e amplia il respiro della poesia stessa. A quella dimensione trasognata ed evocata si oppone duramente la vita presente con i suoi superficiali e ingannevoli miti, le sue necessità indotte e fatue: catene e lacci per l’autore che dichiara e auspica la necessità di un “ritorno”, che sia anche una fuga.
L’uso di versi liberi nel permettere corrispondenze interne, nette antitesi e improvvisi cambi d’orizzonte, concede fluidità al pensiero dell’autore e struttura fortemente le singole composizioni a volte con lievi ritmi, a lenire, altre con robusti toni, ad accusare. Le tavole che accompagnano la pubblicazione sono opera del pittore Carlo Grechi il cui segno nudo e graffiante in forti ombreggiature e contrasti è interprete del sentimento del poeta e ulteriore motivo di gratificazione e riflessione per i lettori.La particolare sensibilità di Salvatore Uroni, che con orgoglio possiamo annoverare tra i colleghi del Ministero dell’Interno, si manifesta oltre che nella poesia anche nell’impegno sociale che fa sì che i proventi della vendita del suo libro siano utilizzati per un progetto di beneficenza.
Per informazioni rivolgersi al numero 06.46572320
ARIA DI PRIMAVERA
Aria di primavera
Aria nuova, finalmente
Aria di un tempo vecchio
Come la fenice, appena nato
Arruffa i pochi peli al canuto inverno
E seppure restìo e bizzoso
Accompagnalo tra i suoi ricordi
Apri il giorno alla luce dei sorrisi
E all’odore della zagara
E poi scendi giù
Giù e ancora giù
Fino all’anima
Vai nelle segrete stanze
Fai all’amore con Dioniso
Placa i suoi tormenti
E libera la rondine
Nel volo suo di marzo
E nel dare al tramonto
La brezza che lo porterà alla sera
Portami alle labbra e al bacio
Figlio del sole e del ciliegio
L’unico senso
Tra i bordi del nulla