Ha l'andamento di in film in cui alla vena intimistica si sommano una dimensione visionaria ed un mistero... A cornice del romanzo, pubblicato nel 2006, gli anni di piombo
Walter Veltroni, noto esponente politico, si presenta questa volta in veste di scrittore con il romanzo “La scoperta dell’alba”, pubblicato nel 2006.
Il protagonista è Giovanni Astengo, quarantenne, con famiglia, lavoro e il rimpianto per un padre che lo ha abbandonato ancora bambino, scomparendo improvvisamente e definitivamente dalla vita familiare. Il desiderio di sapere come e dove sia finito, spinge Giovanni, ormai adulto, a ritornare nei luoghi della sua infanzia e della memoria a cercare testimonianze, fino a ritrovare se stesso bambino all’altro capo di un vecchio telefono di bachelite. Da quel momento potrà seguire le ultime ore che separano la sua fanciullezza dal suo dramma, dal mistero.
La struttura tripartita del romanzo, che da un’iniziale connotazione intimistica vira verso una dimensione visionaria e si conclude in un “giallo”, si serve di un ritmo narrativo dapprima pacato che diventa più concitato man mano che si entra nel viaggio che dal sogno conduce alla realtà.
Veltroni, appassionato cinefilo, non tradisce la propria passione per quest’arte e tesse una storia con un andamento filmico che abbraccia i tre stili classici , assegnando a quello fantastico la parte del leone.
Il Veltroni politico si riconosce nella scelta della cornice del romanzo, ambientato in quegli anni di piombo che egli stesso ha vissuto da giovane attivista, segnati da sanguinose vicende facilmente riconducibili dal libro alla cronaca.
Infine l’uomo, con la sua storia personale che trova una soluzione impossibile ma augurabile nel potere consolatorio dell’immaginazione e del ricordo, ma anche della scrittura il cui compito consiste nel recuperare emozioni e storie personali riportandole in superficie e conservandole a beneficio di chi un giorno le leggerà.
E certo, però, bisogna essere pronti a tutto….qualche volta.
“Angkor, mi venne in mente questa parola. E mi venne in mente il diario di un archeologo italiano |