E’ la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Questa ricorrenza è stata istituita nel 1999 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite in ricordo delle sorelle Mirabal, assassinate il 25 novembre 1960 a causa della loro identità di donne e di attiviste.
La giornata mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla violenza di genere e a promuovere gli sforzi per combatterla e si abbina fisiologicamente all’ 8 marzo 2023, Giornata internazionale della donna, data ideale per fare il punto su un crimine odioso come il femminicidio, che non accenna a diminuire e che rappresenta significativamente un vulnus di tipo culturale nella collettività. Un fenomeno che non conosce frontiere di ceto, di età, di etnia o di collocazione geografica. I dati della Direzione Centrale della Polizia Criminale, riferiti al 2022, parlano chiaro: 125 donne uccise, 100 per mano di un parente, il 95% maggiorenni, il 78% italiane, 103 avvenuti in ambito familiare e di questi 61 per mano del partner o dell’ex, 34 commessi da un genitore o da un figlio. Negli ultimi quattro anni (2019-2022), a fronte di un numero stabile di omicidi (319) i casi di femminicidio sono aumentati in misura costante. Tragico anche il bilancio delle violenze sessuali: 5991 del 2022 contro le 5274 del 2021. I grandi problemi in merito ad un fenomeno ancora non circoscritto riguardano la fatica delle donne ad accettare la durissima realtà che l’uomo che amano possa ucciderle. C’è poi una generalizzata sottovalutazione della minaccia o l’impossibilità ad affrontarla, il tutto esasperato dalla solitudine in tali vicende, che diventa spesso un vuoto incolmabile e molto pericoloso.
L’intero scenario ha radici antiche e profonde che si basa sostanzialmente sulla concezione della superiorità maschile e su una cultura del controllo e della prevaricazione, di solito ritenuti ordinari e fisiologici, e sui rispettivi ruoli in ogni contesto, da quello familiare a quello sociale e lavorativo.
Gli atti persecutori a danno delle donne dal 2019 al 2022 registrano un incremento del 7%; i maltrattamenti contro familiari conviventi, nello stesso periodo, sono aumentati dell’11% mentre le violenze sessuali segnano un pericoloso incremento del 23%. Dove è maggiormente diffuso il femminicidio? A livello internazionale, in Lettonia. In Italia nel 2022 le donne sono state vittime del 91% degli omicidi commessi da familiari o (ex) partner. La maggior parte dei crimini sono avvenuti in Germania, tuttavia, il tasso proporzionale sulla popolazione svela che i dati peggiori appartengono a Cipro, seguito da Portogallo e Malta. Per quel che riguarda l’Italia la Lombardia risulta la Regione che negli ultimi sei anni ha avuto il numero maggiore di femminicidi mentre il Molise non ha mai avuto un femminicidio. Per quanti vogliano seguire l’andamento dei femminicidi in Italia il sito del Ministero dell'Interno riporta i dati settimanali forniti dalla Direzione della Polizia Criminale del dipartimento di Pubblica Sicurezza. Il fenomeno dopo la pandemia risulta incrementato.
«Una guerra silenziosa contro le donne». Così è stato definito il fenomeno dei femminicidi dall’Istituto mediterraneo per il giornalismo investigativo (Miir) di Atene in una inchiesta pubblicata in collaborazione con 17 testate internazionali aderenti allo European data Journalism network. Tra gli altri dati che emergono dall’analisi europea, fa impressione il trend emerso dopo la pandemia: la Grecia ha avuto il più alto aumento annuo di femminicidi (+187,5%), da 8 episodi nel 2020 a 23 rilevati 2021; la Slovenia ha registrato un aumento del 100% nel 2020; confrontando i dati del biennio pandemico con quelli del 2019, anche Germania e Italia hanno visto un aumento significativo dei femminicidi.
I dati dei Paesi europei sono abbastanza simili, ma il fenomeno dei femminicidi negli ultimi anni è più avvertito nei paesi latini, dove continua a crescere la sensibilità sulle violenze di genere, anche per ragioni socio-culturali. È parte integrante di questa “guerra” la difficoltà stessa di raccogliere dati omogenei a livello europeo sui femminicidi. Non esiste una fattispecie di reato specifica e le statistiche che vengono pubblicate periodicamente per monitorare il fenomeno si fondano solo sulle informazioni operative di Polizia che permettono di ricostruire l’accaduto. In quasi tutti gli ordinamenti il femminicidio non è riconosciuto e valutato come un crimine a sé stante; finora solo due Stati, Cipro e Malta , hanno osato fare questo passo. Gli altri (Grecia, Serbia, Francia, Austria, Germania e Francia) non hanno un riconoscimento legale vero e proprio. Analogamente nel caso italiano esistono aggravanti per la violenza domestica e sessuale, ma a oggi non esiste un aggravante per il movente di genere.
L'istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige), il principale riferimento statistico in materia,
lo definisce come l’omicidio di una donna per via della sua appartenenza di genere, che riprende la definizione della commissione statistica dell’Onu, adottata anche da Istat in Italia.
Il sito FemminicidioItalia.Info (https://femminicidioitalia.info/ricerca?q=anno%202023) , tra i tanti meriti, ha quello di riportare le generalità delle donne, quindi persone e non solo numeri, vittime di questa barbarie che accomuna tutti i Paesi “civili”. In questo stesso sito è indicato il Violentometro, peraltro diffuso anche all’estero, uno strumento in cui sono riportati i vari comportamenti del genus violenza contro le donne, specificati e graduati per rilevanza in una scala da 1 a 30, che rappresenta la fattispecie più rischiosa che contempla il rischio di essere uccise.
Alcuni casi di femminicidio registrati a Roma
Simona Michelangeli, 41 anni, è stata trovata morta nel corso del pomeriggio del 18 gennaio 2022 all'interno dell'abitazione dove risiedeva in zona Marconi, nei pressi del Ponte di Ferro tra i quartieri Ostiense e Gianicolese. Come in questo caso, l’autore del delitto è il primo a segnalare la scomparsa o la morte della compagna. Giovedì 17 novembre 2022 Yang Yun Xia, 45 anni, e Li Yan Rong, 55 anni, originarie della Cina, sono state trovate morte in un'abitazione di via Augusto Riboty , nel quartiere Prati. Una delle due vittime è stata trovata insanguinata sul pianerottolo, mentre l'altra era all'interno dell'appartamento. L'allarme sarebbe stato lanciato dal portiere dello stabile dopo avere scoperto il corpo senza vita della prima donna con gli indumenti sporchi di sangue. Poco dopo, sempre nel quartiere di Prati, la Polizia ha trovato il corpo senza vita di un'altra donna in un'abitazione di via Durazzo. Si tratta di Martha Castano Torres, 65 anni, originaria della Colombia. La sudamericana condivideva quell'alloggio insieme alla sorella. Tutte e tre le donne lavoravano nell'ambito del sex working. Secondo le ricostruzioni, l'omicidio della sessantacinquenne sarebbe stato il primo in ordine temporale. Poi è avvenuto l'omicidio delle altre due. Nell'appartamento di via Riboty sarebbe stata aggredita prima la più giovane, poi l'altra donna sarebbe intervenuta nel tentativo di difendere la coinquilina, ma sono rimaste uccise entrambe.
Gli omicidi erano stati compiuti dalla stessa persona. Infatti il successivo 19 novembre è stato fermato Giandavide De Pau, 51 anni. Gli inquirenti erano arrivati al suo nome dopo una segnalazione fatta pervenire alle forze dell'ordine da una sua stretta parente. L'uomo avrebbe numerosi precedenti penali e di polizia per reati inerenti agli stupefacenti, alle armi e contro la persona. Gli omicidi di genere sono frequenti anche nel mondo della prostituzione ove la concezione della donna è ancora più cosificata e mercificata. Martina Scialdone, 34 anni, è stata uccisa nel corso della tarda serata del 13 gennaio 2023, in zona Furio Camillo tra i quartieri Tuscolano e Appio Latino. La vittima è stata raggiunta da un colpo di pistola sparato dall'ex compagno Costantino Bonaiuti, 61 anni. Secondo le ricostruzioni, i due si trovavano a cena in un ristorante di viale Amelia.
Probabilmente si erano dati un appuntamento per delle questioni da chiarire riguardanti la loro relazione, ormai terminata. Nel corso dell'incontro Bonaiuti e Scialdone hanno alzato i toni, passando da una discussione pacata e un vero e proprio litigio. Nel corso dell'alterco sarebbe persino intervenuto il proprietario del locale che ha invitato i due a continuare il colloquio all'esterno per non disturbare i clienti.
C'è stato anche un tentativo di aggressione, poiché la trentaquattrenne, per sfuggire all'ex compagno si era riparata in bagno. Il proprietario aveva chiamato i Carabinieri e, nel frattempo, Bonaiuti si era allontanato, mentre la donna avrebbe anche avvertito il fratello che in seguito si è recato sul posto. Quando la situazione era sembrata placarsi, la donna è uscita all'esterno del ristorante. Purtroppo però la discussione è ricominciata in strada e il sessantunenne ha esploso contro di lei uno o più proiettili d'arma da fuoco, ferendola mortalmente dinanzi agli occhi del fratello.
L'uomo si è introdotto nuovamente nel locale, mandando nel panico i presenti che avevano sentito lo sparo, poi si è dileguato per darsi alla fuga. La vittima rimasta ferita e agonizzante, si era accasciata sul marciapiede. Alcuni passanti e il fratello di lei hanno allertato i soccorsi che, poco dopo, si sono precipitati sulla scena del crimine. Il personale sanitario ha provato a tenere in vita la trentaquattrenne, ma non c'è stato nulla da fare. Troppo gravi le sue condizioni, alla fine è deceduta.
In seguito Bonaiuti è stato rintracciato e fermato dalla Polizia. L'uomo è un sindacalista, ingegnere e tecnico dell'Enav. Risiedeva a Colle Salario, in un'abitazione che condivideva con l'ex moglie.
La pistola utilizzata per compiere l'omicidio risulterebbe regolarmente detenuta per uso sportivo. Martina Scialdone era un'avvocatessa e lavorava in uno studio legale di Roma. Aveva iniziato a frequentare Bonaiuti nel 2021. Una relazione durata circa un anno fin quando, pochi mesi prima del delitto, lei aveva deciso di chiudere quel rapporto. Il sessantunenne è stato condotto in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai motivi abietti e futili e dall'avere agito contro una persona a cui era legato sentimentalmente.
Il difensore di Bonaiuti ha precisato che il proprio assistito era seguito da un centro specializzato per una forma di depressione, poiché il sessantunenne sarebbe stato affetto da difficoltà psicologiche e psichiatriche. Sempre secondo il parere del legale, l'uomo non avrebbe avuto l'intenzione di uccidere l'ex compagna, quanto piuttosto di far del male a sé stesso. Probabilmente si voleva suicidare, ma sarebbe partito accidentalmente un proiettile che ha colpito mortalmente la vittima. Queste le dinamiche difensive maggiormente utilizzate dai legali che difendono questi assassini, impostate sullo stato confusionale, su componenti depressive e su incapacità di intendere e volere nelle fasi di realizzazione del crimine.
A settembre 2023, un altro efferato delitto a danno delle donne: vittima una infermiera di 52 anni accoltellata all’addome mentre rientrava nella sua casa in zona Trionfale. Incriminato il marocchino con la quale aveva avuto una breve relazione.
Sul piano della tutela delle donne in genere, si ricorda il Numero Antiviolenza e Stalking 1522, un servizio telefonico pubblico promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il numero è attivo 24 ore su 24, gratuito sia da rete fissa che mobile, e accoglie con operatrici specializzate in richieste di aiuto e sostegno per le vittime di violenza e stalking. Per avere aiuto o anche solo un semplice consiglio, è importante chiamare quanto prima il 1522.