Sono in molte a pensare che il ramoscello di mimosa abbia fatto il suo tempo e che debba cedere il posto a gesti più significativi…
Non sopporto l’uso improprio delle parole.
Perché parlare di “festa”?
L’evento che ha dato origine a questa giornata è stato tutt’altro che festoso.
Questo dovrebbe essere un giorno di riflessioni profonde.
E’ doveroso nei confronti di tutte le donne che vivono in Paesi (Egitto- Somalia) in cui l’85-98% di esse vengono ancora oggi sottoposte all’infibulazione; di quelle donne che vivono in Paesi (India) in cui lo stupro è all’ordine del giorno; delle donne vittime di stalking; delle donne che subiscono violenze fisiche e psicologiche consumate tra le pareti domestiche o nei luoghi di lavoro; delle donne vittime di uxoricidi che ancora oggi passano per “incidenti domestici” o “delitti d’onore”; delle donne che per farsi strada hanno bisogno che si legiferi su pari opportunità e quote rosa (ma che siamo Panda?); delle donne che perdono il lavoro perché “scelgono” di essere madri; delle donne che pur svolgendo lo stesso lavoro degli uomini non si sa perché percepiscono un salario inferiore; delle donne che devono fingersi cerebrolese o ridotte al mutismo senza possibilità di esprimere pensieri, sentimenti, opinioni.
Mi sembra ci sia poco da festeggiare e ancora tanto da fare!!!
Questo è l’unico giorno in cui sarebbe preferibile barricarsi in casa a riflettere, non accettare fiori, non uscire con le amiche…. (che tristezza tutto questo!) facciamolo per i restanti 364 giorni dell’anno!
Anche voi uomini ricordatevi delle vostre preziose donne ogni giorno, non solo l’8 marzo e, anziché incrementare “l’industria” delle mimose, regalate un sorriso e soprattutto, almeno per una volta, ascoltate … anche i silenzi!!!
Passate una buona Giornata!