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Home Tutela del cittadino consumatore Il vinile non muore mai: 33 o 45 giri, i dischi dalla superficie scura non smettono di affascinare e per qualche esemplare le quotazioni sono davvero interessanti

Il vinile non muore mai: 33 o 45 giri, i dischi dalla superficie scura non smettono di affascinare e per qualche esemplare le quotazioni sono davvero interessanti

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Nelle feste danzanti degli anni sessanta e settanta capitava spesso di vedere qualcuno degli invitati, vicino al giradischi (apparecchio della preistoria) incantato ad osservare la nera superficie di un quaranta cinque giri in vetta alla classifica della Hit Parade, ma c’era anche chi contemplava estasiato ogni centimetro quadrato del disegno o della foto di copertina di un LP.

 

Long Playing (termine altrettanto obsoleto) lanciato dal proprio cantante o gruppo preferito. Oggi la tecnologia ed il raggiungimento di un suono sicuramente piu' pulito hanno costretto i vecchi dischi a trovare posto in cantine o soffitte ma l’esercito degli amanti della puntina, del microsolco, del vinile pare sia piuttosto numeroso. Peraltro, aldila' del valore affettivo e rievocativo, molti dei vecchi vinili, soprattutto se in buono stato, hanno anche un discreto valore commerciale. Per rendersene conto basterebbe fare un salto in uno dei tanti mercatini che allietano le domeniche degli italiani. E poi ci sono i pezzi pregiati che un vero specialista della materia come Fernando Fratarcangeli, possessore di 12.000 pezzi (dicesi dodicimila!), ha elencato, con tanto di valore di mercato, nel libro “100 dischi d’oro”, Coniglio Editore, 228 pagine ed un costo di 34 euro, una vera chicca in materia. Prendiamo ad esempio due mostri sacri della canzone italiana come Mina e Lucio Battisti: Il disco “Splish Splash” di Anna Maria Mazzini, all’epoca Baby Gate e' quotato oltre 500 euro mentre “Per una lira” del grande Lucio puo' raggiungere anche gli 800 euro. Anche Franco Battiato, il filosofo in musica non scherza ed il suo 45 giri “La Torre” e' valutato sui 300 euro. Altra rarita' e' “Mai” (il retro e' Giurami tu) di Luigi Tenco, che si aggira intorno ai 250 euro. Per non parlare del primo disco di Renato Zero “Non basta mai in mezzo guai”, qualche decina di copie in tutto, praticamente fuori mercato. Anche “Mu”, il 33 giri di Riccardo Cocciante sulla storia del mitico continente scomparso, sembra molto appetito dai collezionisti, oltre che dai fan del cantante vietnamita. Insomma e' proprio il caso di fare una capatina in soffitta o in cantina per fare un tuffo nel passato vinilico e magari trovare un piccolo tesoro.

 

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