Uno degli impegni inderogabili delle famiglie italiane, ma in realta' di buona parte del mondo, e' quello di ordinare ed archiviare le montagne di bollette pagate a vario titolo, anche se non e' raro il caso in cui, quando queste servono effettivamente e magari urgentemente, il “catalogatore” di casa si perde nel mare magnum di carte, di solito stipate in uno o piu' cassetti, di solito imprecando senza ritegno ed urlando contro il demone del disordine il fatidico: “eppure io sono cosi ordinato….”
Cos'i dentro le nostre case nascono e crescono dei piccoli e grandi archivi, difficili da gestire, poco invitanti e raramente sistemati. Ed allora ci si domanda per quanto tempo si debbano conservare ricevute e bollette. Una panoramica sulla materia puo' essere di una certa utilita', avendo come riferimento il concetto di prescrizione, ossia dell’istituto giuridico che consente l’esercizio di un diritto per il tempo determinato dalla legge, in ossequio al principio generale della certezza dei rapporti giuridici anche rispetto al fattore tempo. In tale lasso temporale, il titolare del diritto, sulla base di un contratto per esempio, puo' chiedere il pagamento di una somma di denaro, richiesta che l’altro contraente puo' controbattere facilmente fornendo la documentazione dell’avvenuto pagamento.
Ci sono documenti, legati agli eventi fondamentali della vita, della casa o del lavoro, che conviene conservare per sempre, ad esempio gli attestati ed i diplomi di studio, l’atto di matrimonio (e quello eventuale di divorzio), la documentazione relativa agli immobili (atto d’acquisto, mappe catastali, ricevute di mutui, sanatorie edilizie, ristrutturazioni, contratti d’affitto, di comodato etc.). Per i referti medici la conservazione e' molto utile soprattutto ai fini della comparazione tra i dati clinici del passato con quelli presenti e futuri.
Per 10 anni: vanno conservati sia i contratti che le ricevute dei pagamenti relativi alle utenze di gas, luce, telefono, nonché i pagamenti del canone televisivo ed i contributi previdenziali, anche quelli per le collaboratrici domestiche.
Per 5 anni: sono da conservare gli attestati di pagamento relativi a canoni di locazione, spese condominiali, multe per violazioni del codice della strada, dichiarazioni Irpef (mod.740,730,Unico) e IVA; gli acquisti a rate.
Per 4 anni: vanno conservate le attestazioni di pagamento della Imposta Comunale Immobili (ICI).
Per 3 anni: parcelle professionali (medici, avvocati, architetti etc.) ed onorari per lavori di artigiani (muratori, imbianchini, idraulici, tappezzieri etc.) nonche la tassa di proprieta' dei veicoli (cosiddetti bolli d’auto).
Per 1 anno: gli scontrini d’acquisto di generi commerciali; le rate d’assicurazione; le cambiali ed i pagamenti connessi ad operazioni bancarie in genere.
Per 2 mesi: gli estratti conto bancari.
Per saperne di piu', il titolo V del nostro Codice Civile, e nello specifico gli articoli 2946 e seguenti, indicano i termini di prescrizione nelle varie materie, ai quali si ricollega direttamente il tempo di conservazione dei documenti, riferito alle singole tipologie e situazioni considerate.