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Home Arte cultura e tempo libero Adotta una conchiglia. Rubrica di malacologia marina a cura di Alberto Alfieri Bordi. Parte seconda : la classificazione delle conchiglie e la nomenclatura binomia di Linneo

Adotta una conchiglia. Rubrica di malacologia marina a cura di Alberto Alfieri Bordi. Parte seconda : la classificazione delle conchiglie e la nomenclatura binomia di Linneo

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Per la classificazione delle conchiglie, o meglio dei molluschi dotati di nicchio, si applica generalmente la nomenclatura binomia, latina o latinizzata, che lo svedese Linneo a far data dal 1758 applicò a questa parte di zoologia, accompagnata dal cognome di colui che per primo ha definito scientificamente  l’animale.

Prima parte: i Fenici e le "porpore"

 

Carl Nilsson Linnaeus, divenuto Carl von Linné in seguito all'acquisizione di un titolo nobiliare e chiamato Carlo Linneo in italiano, dalla forma latinizzata del nome, Carolus Linnaeus, nacque a Råshult il 23 maggio 1707  ed è morto a Uppsala il 10 gennaio 1778). Medico, botanico, naturalista e accademico svedese,  è considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi. La lettera L., posta spesso a seguire delle indicazioni di nomenclatura binomiale nei cataloghi di specie, identifica il cognome dello scienziato. Nel corso della sua esistenza Linneo si è sentito investito della missione di mettere ordine alla classificazione della flora e della fauna nel nostro pianeta.

I nomi di genere e specie vanno indicati in corsivo, il primo in maiuscolo, il secondo in minuscolo. Ad esempio Ostrea edulis è la nomenclatura binomia, di genere e specie, riferita all’ostrica. Il Genere e la Specie sono gli ultimi due livelli della classificazione animale che inizia con il Regno (Animale) e con il Phylum (Molluschi), per poi proseguire con il Subphilum, la Classe, l’Ordine e la Famiglia. Da ultimo, come detto,Genere e Specie.

Piede, sacca e mantello

I Molluschi rappresentano, dopo gli insetti, il più grande raggruppamento animale omogeneo esistente in natura. Si tratta di oltre 120.000 specie caratterizzate dal piede, una suola muscolare demandata alla locomozione; da una sacca, preposta al contenimento dei visceri e da una duplicazione ghiandolare della cute, il mantello, che negli animali conchiferi, diventa conchiglia.

La principale bipartizione nell’ambito dei molluschi conchiferi, ossia portatori di conchiglia, è quella tra  Univalvi (Gasteropodi) e  Bivalvi (Lamellibranchi), ai quali vanno aggiunte le classi dei restanti molluschi: i Cefalopodi, gli Scafopodi, i Poliplacofori, i Monoplacofori e gli Aplacofori.

 

I gasteropodi o Univalvi hanno la conchiglia costituita da un unico  pezzo, di norma conico, perlopiù avvolto a spirale oppure a base allargata. Il punto di origine della spirale si chiama apice e va rivolto, in sede di classificazione, sempre verso l’alto; dalla parte embrionale (protoconca) dipartono i successivi avvolgimenti che costituiscono la spirale chiamata elice. Il capo dell’animale si presenta asimmetrico e facilmente individuabile rispetto al corpo; l’alimentazione varia da soggetto a soggetto: ci sono gasteropodi vegetariani, carnivori ed anche esseri che si cibano di detriti. Questi molluschi dispongono di una lingua dentata detta radula, con la quale riescono a perforare i gusci dei bivalvi (questo spiega la presenza di fori nelle valve delle vongole). Spesso gli Univalvi  a forma tubulare dispongono di un opercolo calcareo a chiusura del nicchio, con il quale l’animale protegge pressoché ermeticamente la propria massa carnosa da attacchi esterni. L’opercolo più conosciuto è quello dell’Astraea rugosa, detto “occhio di santa Lucia”, al quale i pescatori e gli uomini di mare in genere attribuiscono un potere  apotropaico, in grado di allontanare disgrazie ed eventi negativi. Gli Univalvi constano di oltre 100.000 specie, di cui tre quarti marine, e rappresentano un gruppo estremamente variegato sia sotto l’aspetto morfologico esterno e sia per quanto attiene alla struttura organica interna.  Lo stomaco (in greco gastèr-gastròs) costituisce un corpo unico col piede (in greco poùs - podòs) ventrale del mollusco; da qui il nome Gasteropodi. Sono divisi in sottoclassi in base alla posizione delle branchie: nei Nudibranchi, privi di conchiglia, le branchie sono poste dietro al cuore. Alcuni gasteropodi terrestri sono dotati di polmoni.

I Lamellibranchi o Bivalvi traggono il nome dalla particolare struttura delle branchie, a forma di lamelle ed al tempo stesso sono caratterizzati dalla doppia valva di cui dispongono, perlopiù simmetrica, anche se non sempre. Il numero delle specie si aggira intorno alle 20.000, in gran parte marine. Curiosamente, i gasteropodi Iulidi, presenti in Giappone e nel Madagascar, allo stadio adulto si presentano bivalvi. In ogni valva è presente l’umbone, punto di origine della conchiglia; i muscoli adduttori, che consentono al mollusco di aprire e chiudere i propri gusci, e le strie di accrescimento, che sono indice dell’età dell’animale, un po’ come gli anelli della parte interna del tronco lo sono  per gli alberi. Questi molluschi si alimentano prevalentemente mediante il filtraggio dell’acqua, e molti di essi, come le vongole veraci, le telline ed i cannolicchi, dispongono di due sifoni: uno inalante, per incamerare l’acqua marina, e l’altro esalante, con il quale la stessa viene espulsa dopo che  l’animale ha sottratto da essa  le sostanze ed il fitoplancton  di cui si ciba. Il loro corpo è appiattito ed il capo non  risulta ben individuato come negli univalvi. Sono animali privi di vista, tranne alcuni pettinidi, e non dispongono della  radula dentata che caratterizza gli univalvi. L’ornamentazione, ossia la scultura della superficie conchiliare, può presentare strie, coste, cordoni, spine, tubercoli e lamelle quanto mai vari per numero e caratteristiche. Lo Spondilo, ad esempio, per le sue lunghe spine contorte, è chiamato anche “conchiglia istrice” ed è rintracciabile anche nei nostri mari. Molti di essi sono apprezzatissimi in tavola e debitamente cucinati rappresentano delle vere e proprie leccornie.

 

I Cefalopodi, classe alla quale appartengono tra gli altri calamari, polpi, totani e seppie, hanno una sorta di conchiglia interna, l’osso di seppia, e solo in taluni casi dispongono di una vera e propria conchiglia esterna, come per la femmina di Argonauta, per la Spirula e per il Nautilus. Quest’ultimo crea una conchiglia di particolare bellezza, dotata di concamerazioni ricche di gas azoto, variando il quale l’animale è in grado di muoversi verticalmente. Alla morte dell’animale, i nicchi del Nautilus, caratterizzati da un ombelico a scalino, non precipitano ma fluttuano in superficie oppure a mezz’acqua. Molti dei cefalopodi sono nectonici ossia nuotano in mare aperto, altri sono bentonici, che vivono quindi a contatto con il fondale.

 

Gli Scafopodi hanno un nicchio tubuliforme ricurvo e rastremato, liscio, talvolta accompagnato da incisioni e costolature; comune in tutto il Mediterraneo è il Dentalium antalis inconfondibile per la sua caratteristica forma di zanna d’elefante. I Dentalidi sono spesso trovati allo stato fossile ben conservati e non differiscono per struttura e grandezza dagli esemplari attuali.

 

I Poliplacofori sono organismi esclusivamente presenti in ambito marino ed esistevano già milioni di anni fa, nel periodo Cambriano, con forme non dissimili da quelle attuali. La loro particolare resistenza trova giustificazione nel piede, che consente la funzione di potente ventosa alla roccia sulla quale si appoggia, e nelle placche dorsali, che garantiscono una difesa a scudo da attacchi esterni. Non essendo dotati di organi copulatori, si riproducono per fecondazione esterna. Comune nel mediterraneo è il Chiton olivaceus, erbivoro,dotato di otto placche carenate ed incline a nascondersi tra rocce e sassi, che, se infastidito, tende ad appallottolarsi. Sono conosciuti pure come Anfineuri.

Per molti studiosi le classi dei molluschi sono sette e tra di esse viene annoverata anche quella dei Monoplacofori, organismi con conchiglia allargata patelliforme con una sola placca a protezione dell’animale;  sembravano essere una genìa  estinta, invece il ritrovamento, da parte di una spedizione danese di un mollusco ascrivibile al genere Neopilina galathaeae ha dato nuova configurazione alla classificazione dei molluschi. Gli Aplacofori sono molluschi vermiformi  privi di placche, i quali vivono in acque profonde.

 

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