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Tanta storia…e geografia… nelle pietanze e nelle bevande che allietano i nostri pranzi

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Lo studio etimo gastronomico ci porta spesso in territori lontani, in contesti storici inimmaginabili, spesso in compagnia di un re, di un papa o di un imperatore

 

Avete mai pensato alla radice o alla provenienza dei termini che usiamo in cucina  o in tavola? Il pan di Spagna ad esempio, una delle basi della pasticceria grazie alla sua particolare consistenza soffice e spugnosa: giunge nel Seicento dalla penisola iberica in Sicilia per passare poi in altre regioni italiane tanto che a Venezia lo troviamo in una lista di spese per un banchetto di nozze datata 1722. I  biscotti Savoiardi, conosciuti  con questo nome  dal settecento, in quanto prima erano detti savoini, sono riconducibili, ovviamente, all’area territoriale della Savoia. Da un villaggio della Normandia viene il Camembert, formaggio francese a pasta molle e crosta; sempre da questa regione francese, dipartimento di Calvados, proviene l’omonima acquavite che nasce dalla distillazione del sidro di mele e pere, un “vino leggero”, particolarmente gradevole. Champagne e Cognac devono i loro nomi, rispettivamente, alla regione ed alla cittadina da cui provengono. Dall’Olanda proviene la Fiamminga, utilissimo piatto ovale con cui si servono le pietanze. L’acqua di Selz va ricondotta alla città di Selters in Prussia nota per le sue sorgenti di acqua gassata. La Baviera o Bavaria ha prodotto  la apprezzata Bavarese, semifreddo o bevanda calda  di caffè, cioccolato o altro ancora. Alla Svizzera siamo grati per due formaggi  classici come l’Emmenthal dalla valle (thal) del fiume Grande Emme, in tedesco Grosse Emme, e la Gruviera, dalla località di  Gruyeres nel cantone di Friburgo. La Macedonia di frutta è l’emblema di quello che fu l’impero di Alessandro il Macedone, composto da Paesi e popoli quanto mai disparati. Il vino denominato Malvasìa si aggancia etimologicamente alla costa orientale del Peloponneso indicata come Monobasìa. La Russia si abbina alla rischiosa roulette ed alle vertiginose montagne del Luna park mentre in tavola ci propina una insalata che non è altro che un antipasto freddo a base di verdure cotte condite con maionese, divenuto anche in Italia un grande classico del periodo natalizio. I krumiri sono dei fragranti biscottini preparati con un impasto semplice e delicato a base di uova, burro, zucchero e farina. Dalla tipica forma leggermente ricurva, che richiama i baffi di re Vittorio Emanuele II, sono tipici della tradizione piemontese, in particolare della zona di Casale Monferrato. Inventati nel 1878 dal pasticciere Domenico Rossi, si realizzano con una pasta frolla friabile e finissima, che si scioglie praticamente in bocca, e sono perfetti per la colazione o la merenda, magari accompagnati da una tazza di latte o di tè fumante. Tutto bello, ma la cosa strana è il legame con il termine crumiro, che, oltre ad indicare chi va a lavorare infischiandosene dei colleghi scioperanti, indica una popolazione berbera che con i suoi atti di razzia al confine algero-tunisino, offrì il pretesto alla Francia per occupare la Tunisia. Altra stranezza della terminologia di cose dolci è il Boero (dall’olandese boer – contadino), gustoso cioccolatino dal colore scuro contenente una ciliegia sotto spirito, identificato con il nome di questa popolazione africana, che però è di razza bianca. Il grano turco non ha nulla a che vedere con la Turchia dato che proviene dall’America ed il termine è stato coniato forse per dargli una valenza esotica. Torniamo alle bevande con il Prosecco che trae origine da una località del Friuli Venezia Giulia e con la Vernaccia che ci porta a Vernazza in provincia di La Spezia. La celebre  pastasciutta alla matriciana, più correttamente amatriciana, si ricollega alla zona d’origine, appunto Amatrice in provincia di Rieti; la luganuica o luganeca (lucanica in Cicerone) da millenni è la salsiccia della Lucania, mentre il formaggio Parmigiano (citato già dal Boccaccio) si giustifica con la sua nascita nell’area di Parma. Altri formaggi devono il loro nome alla zona o alla località  in cui nascono o si affermano; è il caso dell’Asiago, del già ottocentesco Gorgonzola, del novecentesco Taleggio, dall’omonima località in provincia di Bergamo. Lo stesso dicasi per i vini, anche famosi, come il Bardolino, il Soave ed il Valpolicella, tutti in provincia di Verona, del Barbaresco, del Barolo (in provincia di cuneo) del Chianti toscano, del laziale Frascati o del Marsala in Sicilia.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 26 Marzo 2025 14:39