Roma, via del Casaletto 45 - Zona Monteverde. Un indirizzo da annoverare nell'agenda della più apprezzata cultura gastronomica della capitale grazie alla cura ed alla bontà delle pietanze, oltre che per la cordiale efficienza di tutto lo staff che gira intorno al titolare, artefice delle alchimie tra i fornelli e maestro di buone maniere
Chi viene da Cesare già sa che qui può contare su cibi impeccabili, su una buona organizzazione del servizio e su una gentilezza particolarmente gradevole. L'ambiente, costituito da una sala interna e da una veranda recentemente ristrutturata con una gradita chiusura, è molto accogliente e pulito. C'è molta attenzione alla normativa antiCovid ed al rispetto dei condomini, come attestato dai cartelli di invito a moderare il tono della voce. Cercare il piatto speciale nel menù di Cesare è difficile perchè qui tutte le pietanze che escono dalla cucina sono obiettivamente speciali e la differenza la fa il gusto di ognuno di noi. Tra gli antipasti c'è fondamentalmente terra (bruschette, affettati, latticini etc.) ed un po' di mare (alici, cozze alla marinara), ma la punta di diamante sono le polpette di bollito con pesto di basilico (tre a porzione) che figurano tra i fritti insieme a gnocchi fritti, supplì, fiori di zucca e strepitose crocchette di melanzane all'arrabbiata . A proposito, la sera ci sono pizze per tutti i gusti. I primi piatti si possono scegliere con base di rigatoni, bombolotti, spaghetti e bucatini (prezzo 9 euro) oppure con pasta fatta in casa (fettuccine, tonnarelli o gnocchi al costo 11 euro) con le varianti carbonara, gricia, matriciana, vaccinara, cacio e pepe ed altro: tutte favolose, in porzioni giuste e cottura rigorosamente al dente.
A questi primi devi aggiungere i piatti del giorno: qui abbiamo gustato una minestra arzilla e broccoli indimenticabile. Anche gli spaghetti con le vongole sono perfetti, ma il menu marino contempla anche altre delizie come gli spaghetti cozze e pecorino, quelli ai frutti di mare oppure il baccalà pecorino e basilico. Anche sul fronte dei secondi il panorama romanesco è "ottimo e abbondante": coda alla vaccinara, coratella, involtini di manzo al sugo, trippa e baccalà alla romana, fegatelli di maiale alla brace, oltre a sua maestà l'abbacchio, in versione scottadito oppure in quella di cotolette panate.
Buono l'assortimento dei contorni, anch'essi sfiziosi ma una menzione la meritano le patate fritte alla cesarina. Nella carta dei dolci spiccano la crostata con marmellata di visciole, tipica prelibatezza della romanità, la variante con marmellata di albicocche ed "i cesarini", deliziosi assaggini di creme caramel, panna cotta, crema catalana e crostatine. Discreto l'assortimento dei vini ma va detto che anche il trebbiano, presentato come "vino della casa", è apprezzabile ed è sempre servito nel secchiello del ghiaccio. La fascia di costo di un pasto oscilla tra i 21 e i 40 euro. Prezzi giusti ma soprattutto giusta l'atmosfera che si respira, permeata di cordialità e di rispetto per ogni cliente e che fa da classica ciliegina su una torta che in questo ristorante parla una marcata romanità in tavola, antica e sempre attuale, appetitosa e garbata, decisamente rispettosa di una tradizione che si sposa con l'animo verace e fantasioso del popolo romano. Ovviamente, è opportuno prenotare. Il parcheggio in zona è difficile ma noi romani siamo abituati a trovarlo. (Alberto A. Bordi)
Prenotazioni ristorante: 06 536015
Foto storica della trattoria della Palma